Parla Fran Drescher, la leader del sindacato attori: “L’era digitale ci cannibalizza”

L'intervista della presidente del sindacato rilasciata a The Hollywood Reporter poco dopo la proclamazione dell’astensione dal lavoro: "È davvero importante mettere delle barricate intorno all'intelligenza artificiale, perché lascerà le persone senza lavoro. Tutto il mondo ci sta guardando adesso"

La storia di come il più grande sindacato di Hollywood sia arrivato a indire il suo primo sciopero in quattro decenni sta cominciando a delinearsi. La decisione della SAG-AFTRA di indire giovedì un’astensione dal lavoro per circa 160 mila membri – dalle star di Hollywood alle comparse – è passata alla storia, costituendo il primo doppio sciopero di artisti e sceneggiatori dal 1960. La decisione metterà ancor più a dura prova un’industria già in difficoltà, privata degli sceneggiatori da quando la Writers Guild of America (la sigla sindacale che riunisce gli sceneggiatori, ndr) ha abbandonato le proprie trattative sindacali il 2 maggio. Al di là dell’impatto sull’industria dell’intrattenimento, i 100 giorni di sciopero degli sceneggiatori del 2007-08 sono costati all’economia californiana una cifra stimata in 2,1 miliardi di dollari, e questa doppia interruzione del lavoro senza dubbio moltiplicherà questa cifra. In un’intervista rilasciata giovedì, quando la situazione iniziava a chiarirsi, la presidente del sindacato Fran Drescher ha discusso di come sono arrivati a questo punto e della posta in gioco.

Poco dopo la conferenza stampa della SAG-AFTRA, ha affrontato con The Hollywood Reporter le questioni su cui il sindacato e l’Alliance of Motion Picture and Television Producers si sono trovati d’accordo durante le trattative, gli argomenti che li hanno divisi e il motivo per cui Drescher ritiene che “tutto il mondo ci stia guardando in questo momento”.

A fine giugno avete inviato un video ai membri della SAG-AFTRA in cui dicevate che i negoziati erano stati fino a quel momento “estremamente produttivi”. Che cosa è cambiato al tavolo delle trattative tra quel momento e oggi?

Beh, siamo tornati con i piedi per terra, perché era all’inizio e pensavamo di fare progressi lavorando su questioni più periferiche. Ma quando abbiamo cercato di entrare più nel vivo delle nostre preoccupazioni, hanno iniziato a fare muro. E abbiamo cominciato a capire che c’era una strana resistenza ad accogliere la nostra richiesta di cambiare il contratto per adattarlo all’attuale modello di business, per onorare i contributi dei nostri membri in modo che guadagnino, non solo quello che hanno guadagnato nel 2020, ma quello che dovrebbero guadagnare per l’inflazione oggi e per i prossimi tre anni. E questa è solo la punta dell’iceberg.

Ma, sapete, è emerso chiaramente che c’era una grande resistenza e risentimento, come se non avessimo il diritto di ottenere ciò che ci spetta. Come se non dessimo un importante contributo a questa industria. Come se fossimo in qualche modo inferiori e non contassimo nulla. E ci sono state affermazioni fatte dall’altra parte che abbiamo continuato a scrivere sulle lavagne per ricordarci chi sembrano essere queste persone. E non è bello.

Quali sono, secondo voi, i maggiori punti di stallo in questo momento? Quali sono le questioni su cui c’è ancora molta distanza con l’AMPTP?

Credo che il mondo intero ci stia guardando in questo momento, perché in tutti i settori gli esseri umani vengono sostituiti dai robot. E ciò che accade qui è sotto gli occhi di tutti. È davvero importante mettere delle barricate intorno all’intelligenza artificiale, perché lascerà le persone senza lavoro. Sta già lasciando senza lavoro i nostri iscritti e questo è da pazzi. Cosa state facendo? Perché volete farlo? Perché è un po’ più economico o un po’ più facile, ma è inconcepibile. Se lo si fa a spese del sostentamento delle persone… Tutti hanno il diritto di lavorare.

Ho visto una scatoletta-robot girare per Santa Monica a consegnare cose e mi si è spezzato il cuore, perché ho pensato: “Una volta c’era una persona in bicicletta che guadagnava facendo questo”. Perché lasciare le persone senza lavoro? Cosa c’è di sbagliato in queste persone? Non è normale.

Dove ha ceduto la SAG nei colloqui? Dove avete detto: “Ok, possiamo trovare un compromesso su questa particolare questione”?

Ottenere una proroga di 12 giorni non ha precedenti in questo sindacato. L’abbiamo fatto in buona fede; non se ne sono fatti niente. Ci hanno ingannato per poter continuare a promuovere i loro film estivi per altri 12 giorni. Hanno agito a porte chiuse. Hanno continuato a cancellare i nostri incontri con loro. È stato davvero molto scoraggiante e demoralizzante.

Ultima domanda: un doppio sciopero in questo settore avrà ovviamente un impatto di vasta portata su molti lavoratori del settore, che non fanno parte di questa trattativa contrattuale. Che messaggio ha per le persone che non sono iscritte al vostro sindacato e che saranno colpite dal doppio sciopero?

Mi creda, è per questo che abbiamo fatto la proroga. Perché tutto questo ci pesa molto. Abbiamo compassione per tutti e ci rendiamo conto dell’effetto che avrà. Molti americani non hanno più di 500 dollari da parte. Ma come possiamo continuare ad andare avanti con un contratto così disonorevole e irrispettoso? E questa non è la direzione in cui dovrebbe muoversi nessun gruppo sindacale in questa nazione. Qualcuno deve mettere dei paletti e far sì che tutte le altre forze sindacali ci sostengano, e noi siamo i migliori, i maggiori indiziati perché siamo persone con grande visibilità. Facciamo in modo che persone come voi parlino di queste lamentele che si verificano ovunque. Siamo quelli con cui venite a parlare. E stiamo servendo uno scopo che va oltre i nostri interessi. Perché ciò che accade qui, ciò che accade ora, avrà un effetto a cascata. I suoi tentacoli raggiungeranno tutti gli angoli della terra.

È molto, molto importante. L’era digitale ci sta cannibalizzando. Sta prendendo il sopravvento in un modo che non ha dietro alcun tipo di idea o di pensiero avanzato, niente, è semplicemente fuori controllo. E tutto ciò a cui pensano è la prospettiva di denaro e le valutazioni sul futuro della loro attività, mentre ora piangono miseria. Ed è come se nessuno ci avesse chiesto se ci poteva andare bene. Mentre vediamo ogni singolo show ridursi a, tipo,  sei episodi, e questa la chiamate una stagione? Quando ho fatto La tata, abbiamo fatto 28 episodi, quando tutto si basava sul guardarsi negli occhi, sui dollari della pubblicità e sulla longevità. Beh, oggi non è più così. Un grande successo è una serie limitata di quattro anni, forse, la maggior parte è di tre anni se ha successo, oppure viene interrotta nei primi dieci. E come si fa a guadagnare soldi facendo questo? Come ci si guadagna da vivere facendo questo?

La maggior parte di queste persone sono attori con grande esperienza ma poca visibilità, sono persone che lavorano sodo e cercano di mettere il cibo in tavola, pagare il mutuo, mandare i figli a scuola. È assurdo che siano così insensibili nei confronti delle stesse persone su cui fanno leva per la loro arte. Cosa sono senza di noi?

Intervista tagliata per motivi di lunghezza e chiarezza.

Traduzione di Nadia Cazzaniga