Il sindacato degli attori svela i conflitti nel negoziato con le Major. Dagli aumenti salariali agli autoprovini

Le due parti erano in disaccordo su diversi punti, compresa la ripartizione dei proventi dello streaming. Ma il sindacato, il 17 luglio, ha dichiarato che alcuni compromessi erano stati raggiunti sui provini autoregistrati

Diversi disaccordi, su un’ampia gamma di questioni, hanno diviso le società di Hollywood dal sindacato degli attori, la SAG-AFTRA, durante le accese trattative, che si sono interrotte il 12 luglio. Dagli aumenti salariali a un piano di condivisione dei ricavi per le piattaforme di streaming, fino all’aumento delle penali per la violazione delle regole sulle pause pranzo, questi alcuni dei punti discussi durante i negoziati.

Nel corso delle cinque settimane di trattative erano stati fatti alcuni progressi. Ad esempio sulle pause, sul compenso per la traduzione dei copioni e su alcune restrizioni ai provini autoregistrati. Lo ha affermato il sindacato degli attori in un messaggio ai membri lunedì 17 luglio, includendo un’ampia tabella delle proprie proposte e delle presunte risposte delle società.

Sebbene il messaggio fosse spesso poco specifico sia sulle proposte della SAG-AFTRA che sulle risposte dell’AMPTP (associazione di categoria che rappresenta società di produzione televisive e cinematografiche), ha comunque fornito un quadro esaustivo della situazione, cioè di due parti che rimangono molto distanti da un accordo.

Le accese trattative

L’AMPTP, nel frattempo, ha dichiarato in un comunicato che la SAG-AFTRA continua a “travisare” le discussioni tra le due parti. “Non solo il suo comunicato stampa distorce deliberatamente le proposte fatte dall’AMPTP, ma non include nemmeno quelle fatte verbalmente alla leadership della SAG-AFTRA il 12 luglio”, ha dichiarato l’associazione di categoria. Secondo il gruppo, che rappresenta gli Studios e le piattaforme streaming nelle trattative, la loro proposta al sindacato è valutata in oltre 1 miliardo di dollari in miglioramenti salariali, aumenti dei diritti residuali e contributi pensionistici e sanitari.

Per quanto riguarda gli aumenti minimi generali, durante le trattative del 2023 per il settore cinetelevisivo, il sindacato ha cercato di ottenere un aumento salariale dell’11% nel primo anno del nuovo contratto, del 4% nel secondo anno e del 4% nel terzo anno. Gli studios e le piattaforme streaming hanno sostenuto che avrebbero offerto solo il 5, il 4 e il 3,5% nei tre anni dell’accordo, che sono gli stessi aumenti che la Directors Guild of America ha accettato nel suo contratto del 2023, ratificato a giugno (nella sua dichiarazione di lunedì, l’AMPTP ha definito la sua offerta “il più alto aumento percentuale dei minimi in 35 anni”).

Come altro mezzo per aumentare i compensi dei membri, il sindacato ha inoltre proposto che i cast ricevano una parte degli introiti degli abbonamenti, “generati quando le loro performance vengono mostrate sulle piattaforme di streaming”, cosa che l’AMPTP ha rifiutato in toto, secondo il gruppo sindacale.

L’affaire intelligenza artificiale

Su un’altra questione chiave, quella della regolamentazione dell’intelligenza artificiale generativa, la SAG-AFTRA è stata vaga sulle sue proposte e sulle risposte dell’AMPTP.

Il sindacato vuole “stabilire una serie completa di disposizioni per tutelare il lavoro creato dall’uomo, richiedendo il consenso informato e un equo compenso quando viene realizzata una ‘replica digitale’ di un perfomer, o quando la sua voce, le sue sembianze o la sua performance vengono sostanzialmente modificate utilizzando l’intelligenza artificiale”. Secondo il sindacato, l’AMPTP “non ha affrontato molte questioni vitali, lasciando gli interpreti principali e gli attori di contorno vulnerabili alla sostituzione della maggior parte del loro lavoro con repliche digitali”.

L’AMPTP ha invece definito “rivoluzionaria” la sua proposta sulla tecnologia in rapida evoluzione e ha dichiarato che “protegge le sembianze digitali dei performer, richiedendo il consenso del performer per la creazione e l’uso di repliche digitali o per le alterazioni digitali di una performance”.

Pensioni

Altre divergenze degne di nota segnalate dal sindacato riguardano l’aumento delle cifre “a spanne”, la SAG-AFTRA ha detto che il suggerimento delle compagnie era “inadeguato”. Ma anche l’aumento dei “tetti” di contribuzione ai piani pensionistici e sanitari, da tempo stagnanti, che limitano la quantità di guadagno di un membro che può essere calcolata per i contributi ai piani previdenziali del sindacato. Secondo il sindacato, gli Studios hanno risposto con “aumenti insufficienti”, mentre l’AMPTP ha detto che gli aumenti proposti erano “sostanziali”.

Le due organizzazioni non sono quindi riuscite a trovare un accordo nemmeno sull’entità delle indennità di trasferta, per i casi in cui un performer lavora in uno stato o in un Paese diverso da quello in cui vive, sull’aumento delle penali per la violazione delle regole sulle pause pranzo o sul fatto che il lavoro di performance capture possa essere coperto da un contratto SAG-AFTRA.

Qualche punto di incontro tra SAG-AFTRA e AMPTP

Tuttavia, in alcune aree sono stati raggiunti dei primi accordi provvisori (che potrebbero subire ancora modifiche quando le due parti torneranno al tavolo delle trattative). Per quanto riguarda le audizioni autoregistrate, che il sindacato sostiene comporti un onere eccessivo per i performer, SAG-AFTRA afferma che gli Studios e le piattaforme streaming “hanno raggiunto un accordo provvisorio su alcune regole, ma non su tutte quelle necessarie”, compreso un compromesso sui tempi di consegna, ma senza un vero e proprio strumento per farlo rispettare.

Le parti hanno inoltre concordato che agli attori non dovrebbe essere richiesto di tradurre i copioni senza compenso e che entrambe le parti dovrebbero “conformarsi ai pagamenti minimi che i performer devono ricevere prima che i loro datori di lavoro possano invocare i vari ‘calendari’ in base ai quali i membri perdono il diritto a pagamenti aggiuntivi come gli straordinari settimanali”.

Nel suo comunicato, l’AMPTP ha inoltre affermato di aver offerto al sindacato un aumento del 76% dei compensi per lo streaming estero ad alto budget e un aumento del 58% dei salari per i ruoli di guest star nei progetti di streaming ad alto budget. Gli Studios e le piattaforme streaming hanno offerto di stabilire termini e condizioni per i progetti AVOD (Advertising-Based Video on Demand) ad alto budget e diritti residuali fissi per i coordinatori degli stunt nei progetti televisivi e di streaming ad alto budget, ha aggiunto il gruppo.

La SAG-AFTRA ha affermato che tali indennità sarebbero “calcolate come se avessero lavorato un giorno solo”, anche se i coordinatori degli stunt lavorano per più tempo.

Lo sciopero degli attori SAG-AFTRA

La SAG-AFTRA ha indetto uno sciopero a partire dal 14 luglio dopo la scadenza del contratto cinetelevisivo, ovvero  dopo che la il sindacato e l’associazione di categoria degli Studios non hanno raggiunto un accordo per un nuovo patto triennale.

Dopo cinque settimane di trattative, le major hanno offerto un accordo che la presidente della SAG-AFTRA Fran Drescher ha definito un “insulto”. “È con grande tristezza che siamo arrivati a questo bivio. Non avevamo scelta”, dichiara Drescher, sindacalista e storica attrice nella sit-com La Tata. L’AMPTP, invece, ha dichiarato che il sindacato ha rifiutato un’offerta di un pacchetto favorevole e “purtroppo ha scelto una strada che porterà a difficoltà finanziarie per molte migliaia di persone che dipendono dall’industria”.

Il cambio di tono nei negoziati

Sebbene la SAG-AFTRA abbia inizialmente comunicato agli iscritti che le trattative sono state “estremamente produttive” a giugno, il tono è decisamente cambiato nei giorni precedenti la scadenza del pacchetto contrattuale. Il sindacato ha iniziato a preparare le principali società di pubbliche relazioni e centinaia di agenti per uno sciopero, e l’AMPTP ha richiesto l’assistenza del Federal Mediation & Conciliation Service. La SAG-AFTRA ha accettato di far intervenire il servizio, presente ai colloqui di mercoledì 12 luglio, ma non ha concesso una proroga delle discussioni, dichiarando di temere una “manovra cinica” da parte delle aziende.

Dal 14 luglio, i membri della SAG-AFTRA stanno picchettando davanti agli studios e i siti aziendali di Los Angeles e New York, mentre le produzioni più importanti – tra cui Deadpool 3, Mission: Impossible 8 e Venom 3 – sono bloccate o rinviate, in assenza dei loro performer.

L’AMPTP e la SAG-AFTRA non hanno ancora comunicato pubblicamente la data in cui torneranno al tavolo delle trattative.

Traduzione di Nadia Cazzaniga