La settimana della moda di Copenaghen ha annunciato che bandirà le pelli e le piume esotiche dalle sue passerelle il prossimo anno. D’ora in poi i leopardati, pitonati e zebrati, che vedremo in passerella nella capitale danese dovranno essere rigorosamente dei fake. La settimana della moda danese sarà il primo evento di alto profilo a utilizzare esclusivamente eco fur.
Soddisfazione degli ecologisti con Venetia La Manna, attivista di Fair Fashion che sottolinea come la decisione “dimostri davvero che queste organizzazioni – settimane della moda, potenziali marchi – possono fare questi grandi passi se spinte”. Anche le piume che le pelli esotiche implicano “un’abominevole crudeltà”, sostengono gli attivisti ricordando che “i serpenti vengono gonfiati con aria o acqua mentre sono ancora vivi, le lucertole vengono brutalmente decapitate mentre barre di metallo vengono inserite nelle spine dorsali dei coccodrilli e nel cervello degli alligatori per ucciderli”.
Come riporta Business of Fashion, la nuova direttiva s’inserisce perfettamente nel progetto virtuoso intrapreso dalla settimana della moda nordeuropea che già dal 2020 aveva introdotto una serie di requisiti ecologici minimi per tutti i brand che qui vogliano sfilare. Direttive pienamente entrate in vigore lo scorso anno, cui si aggiunge oggi quell’obbligo di collezioni totalmente animal free a rendere la fashion week di Copenaghen il primo evento di respiro internazionale a vietare pitone, coccodrillo e compagnia sulle proprie pedane.
D’altronde, la svolta green è dibattito urgente del sistema, e già altre fashion week – tra cui Melbourne, Helsinki e Stoccolma – hanno adottato misure simili, com’è sotto gli occhi di tutti l’inventario sempre più nutrito di griffe che hanno scelto di rinunciare alla pelliccia, si vedano il coraggioso e pionieristico Calvin Klein, tra i primi a scendere in campo per dire no alla real fur, ma anche la super etica Stella McCartney e poi ancora Armani, Vivienne Westwood, Chanel, Burberry, Balenciaga, Alexander McQueen, Valentino, Gucci e Prada, giusto per citarne alcuni.
(ANSA).
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