Annie Lennox, Nicola Piovani e Mahmood incantano il Colosseo: “Offriamo la nostra musica per sradicare la polio dal mondo”

Time for Change: la campagna anti-polio è arrivata nel cuore di Roma con un evento capitanato da Luca Tommassini, Maria Grazia Cucinotta, l'artista Jago, la chef Cristina Bowerman e Bill Gates. Raccolti 500 mila dollari di donazioni. THR Roma ha parlato con i protagonisti

Cammina a passo lento sul palco, ancora a luci spente, Annie Lennox – ospite principale della serata di gala Time for Change – ma la sua figura si riconoscerebbe fra mille altre, mentre il Colosseo le fa da quinta naturale. Nessun altro artificio è necessario, soltanto lei, accompagnata dai suoi ottantotto tasti e dalla voce nuda, durante l’esibizione dell’eterna hit Sweet Dreams. Poco prima le note di I Saved the World, celebre singolo degli Eurythmics (1999), riflettono l’obiettivo della serata di beneficenza, organizzata a sostegno di End Polio, la campagna della Fondazione Rotary per l’eradicazione della poliomielite nel mondo.

“Sono così grata di essere stata vaccinata contro la polio da bambina, negli anni Cinquanta. Questo è uno dei motivi per cui è un onore e un privilegio per me collaborare con il Rotary International nel suo ambizioso ma fondamentale obiettivo di eradicare questa malattia prevenibile. Con il sostegno necessario, sono fiduciosa che il Rotary possa raggiungere l’obiettivo di porre fine alla polio”, ha dichiarato la popstar inglese a The Hollywood Reporter Roma che prima dell’esibizione ha voluto sottolineare: “Questa sera voglio offrire la mia musica in segno di gratitudine alle persone che lavorano per eradicare questa orrenda malattia in tutto il mondo”.

Obiettivo zero casi

Nel personaggio politico e nell’attivismo di Lennox lo stesso messaggio si amplifica e si moltiplica. “Sono 3 miliardi i bambini immunizzati dall’inizio di questo progetto”, afferma a inizio serata Jennifer Jones, presidente del Rotary International, e ci sono soltanto due i paesi – Afghanistan e Pakistan – in cui la malattia è ancora endemica. Il contributo di tutti è essenziale per raggiungere l’obiettivo zero casi, come accaduto finora solo per il vaiolo.

Per questo il traguardo dei 500 mila dollari, superato con le donazioni dell’evento, è un successo collettivo, guidato dalla visione di Danilo Cirilli, ideatore di Time for change, con l’aiuto di Alberto Cecchini (presidente del consiglio di amministrazione del Rotary international) e la direzione artistica di Luca Tommassini, sapientemente introdotti dalla madrina della serata Maria Grazia Cucinotta. Bill Gates, il magnate americano, ha voluto dimostrare il suo impegno a favore della causa con un video messaggio a nome della fondazione che porta il suo nome e quello della moglie Melinda.

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Tommassini art director di Time for change

“Ho fatto un viaggio creativo – dichiara Tommassini – e poi sono tornato a terra. Ho tolto tutti gli artifizi che di solito utilizzo, quindi tanta tecnologia. Siamo tornati agli arrangiamenti, alle voci, alla danza, all’arte più pura. Una semplicità unica, i laser per esempio hanno soltanto creato delle onde o delle situazioni quasi come delle atmosfere,  non rubavano la scena”.

Arte pura come quella del premio Oscar Nicola Piovani, che ha eseguito al pianoforte – accompagnato da contrabbasso e sassofoni – alcune delle sue colonne sonore più celebri, tra cui quella de La vita è bella, che gli valse l’Academy award nel 1999. “Non era la mia prima volta” – dichiara il maestro a The Hollywood Reporter Roma – “anni fa suonai con Noa (voce del tema musicale principale del film di Benigni, Beautiful That Way, ndr) dentro l’anfiteatro Flavio. Questa volta però il Colosseo ci faceva da fondale ed è difficile immaginare di suonare con un fondale più potente di questo, ha una maestà unica”.

Per l’occasione, Piovani ha scelto di suonare anche le musiche di Caro diario di Nanni Moretti e La voce della luna di Federico Fellini: “La scaletta è un estratto del mio spettacolo Note a margine, brani brevi e arrangiati per trio, considerando una certa quota di leggerezza adatta alla serata”. Il maestro infatti aggiunge: “Faccio un mestiere che lavora sul fatuo, sull’intrattenimento. Quando mi si offre l’occasione di unire la mia musica a una causa sociale, civile, ne sono molto contento, si attenua il mio complesso nei confronti di chi fa lavori utili al servizio della sopravvivenza del prossimo”.

Nella visione del direttore artistico Tommassini è proprio attraverso l’arte che il messaggio di una causa civile tocca nel vivo il pubblico. È così che sceglie di far esibire la voce soul di Leslie Sackey su un brano diventato manifesto della comunità Lgbtqia+, Take Me to Church di Hozier, accompagnato da un ballerino vestito soltanto della Progress Pride Flag. E sceglie di comunicare con gioia l’ideale di un mondo più inclusivo e sostenibile, rispettivamente attraverso le esibizioni di Dergin Tokmak, performer tedesco sopravvissuto alla poliomielite, e The Violin Twins, i gemelli siciliani, violinisti, che hanno conquistato anche i Coldplay ed Ellen DeGeneres.

La cucina di Cristina Bowerman

Ogni dettaglio della serata-evento di Time for Change è stato pensato come “un mosaico” in cui l’arte possa ergersi” come potente alleata nella trasformazione di un mondo più inclusivo”, si legge nella presentazione ufficiale del gala. Tutto, anche il cibo servito agli ospiti, interamente vegetariano e plastic free, curato dall’estro creativo della chef stellata Cristina Bowerman. O il bambino di marmo scolpito dalle mani di Jago, artista italiano di fama internazionale, che a Time for Change ha messo a disposizione una delle sue opere più note, Look Down. L’enorme neonato, in posizione fetale – realizzato a New York, poi esposto a lungo a Piazza del Plebiscito a Napoli – giunge a Roma direttamente dal deserto a Fujairah, negli Emirati Arabi, dove era stato distrutto da un beduino.

“Qui oggi arriva un po’ ammaccata” – afferma Jago parlando della sua opera – perché compie un percorso e sta al mondo. E anche questa voleva essere una sottolineatura, perché non c’è scenografia più bella del Colosseo. Mettere una cosa al centro che urlava ‘son qui, fatemi un applauso’, è inutile. Allora un piccolissimo gesto, come i tanti piccoli gesti che hanno fatto gli altri per creare questo evento, poteva, secondo me, essere utile e partecipare favorevolmente”.

La performance di Mahmood

Adagiata, quasi sognante e simbolo di un’umanità futura, Look down assiste a ogni esibizione sul palco. Diventa tutt’uno anche con Mahmood, fra i super ospiti della serata-concerto, che per l’occasione ha ripensato alcuni dei suoi più celebri brani, in una veste elegantissima e decisamente meno pop. “Musica e arte sono un linguaggio universale per sensibilizzare il pubblico e per questa speciale occasione ho voluto fare una cosa ad hoc, curando gli arrangiamenti e collaborando con il maestro Carmelo Patti per gli archi”, spiega a The Hollywood Reporter Roma.

La sua prima volta al Colosseo “è stata un’emozione unica, una notte surreale e per me è stato un onore condividere il palco con Annie Lennox”, ha concluso il cantante che ha eseguito Soldi, il brano con cui ha vinto nel 2019 il Festival di Sanremo e con cui si è classificato al secondo posto all’Eurovision Song Contest, rompendo le etichette del palco e dando a tratti le spalle al pubblico. Una piccola e necessaria rottura degli schemi, per poter cantare almeno una volta guardando il Colosseo, ospite silenzioso di questa serata irripetibile, quasi magica.