Alessandro Borghi: io, Rocco Siffredi e Supersex

"Tenere separati il lavoro e la vita personale è stata la sua sfida, e l’ha vinta: Rocco è una persona speciale". Alessandro Borghi racconta l'esperienza di Supersex, la serie Netflix per la quale è entrato nei panni della pornostar

Di THR ROMA

Per uno strano caso (ma esiste, il caso?) tre anni prima di iniziare le riprese di Supersex Alessandro Borghi e Rocco Siffredi sono stati invitati in una stessa chat da un amico comune. “Rocco mi ha scritto: ‘Ehi, Ale, sto scrivendo una cosa sulla mia vita, chissà che non diventi prima o poi un film. Caso mai, l’unico che può farlo sei tu’. Mi fece molto ridere. E poi, alla fine guarda te…”.

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Alessandro Borghi, la ricerca di un equilibrio

Si ferma molto a lungo a parlare dell’impresa Supersex, Borghi, perché questo è stato girare la serie: un’impresa, una sfida costante di equilibrio fra la dimensione privata e quella di attore. “È più facile girare una scena in cui uccidi qualcuno con le tue mani che una scena di sesso, perché nel primo caso sai che non ti potrà mai succedere nella vita, nel secondo c’è sempre una parte di quello che sei veramente che si affaccia e devi tenerla a bada”.
Il coordinatore di intimità, racconta, è stato una figura fondamentale sul set: “Era molto importante, decisivo, che in un film come questo nessuno si sentisse sopraffatto, a disagio”.

Quella visita a casa Siffredi

Nella costruzione del film, che racconta la vita di Siffredi da quando aveva otto anni, è stato fondamentale il rapporto che “si è creato naturalmente fra di noi. Sono andato a trovarlo a Budapest, a casa sua, abbiamo parlato di qualsiasi cosa, abbiamo aperto un armadio e visto insieme le sue vecchie cassette, erano così tante che non sapeva più nemmeno lui cosa contenessero. Ho conosciuto la sua famiglia, bellissima, e la sua storia. Tenere il lavoro separato dalla vita personale è stata la sua sfida, e l’ha vinta. Rocco è una persona davvero speciale, è diretto, autentico, con una sua fragilità profonda. Ha sofferto molte perdite: è una persona che ha tanto a che vedere con il lutto”.

Sono stati decisivi i suoi consigli, gliene ho chiesti tanti, dice Alessandro Borghi, ma soprattutto la sua vicinanza e la sua fiducia, il perpetuo sorriso. “No, alla fine non ho avuto grandi difficoltà né imbarazzi. Stavo raccontando la storia di un uomo, una storia che conosco. E’ stato bello, molto”.