Andrew Cuomo dopo le accuse di molestie sessuali: “Contro di me una cancel culture iperattiva”

L'ex governatore di New York, intervistato in televisione da Bill Maher, parla delle accuse di molestie che l'hanno portato alle dimissioni. Anche secondo il presentatore, la generazione più giovane oggi è "troppo sensibile"

Andrew Cuomo, l’ex governatore democratico di New York, ha incolpato la cancel culture per la frenesia mediatica e politica scoppiata in seguito alle accuse di molestie sessuali contro di lui. Cuomo è apparso in televisione venerdì 27 ottobre nel programma Real Time di Bill Maher insieme a Melissa DeRosa, ex capo del suo staff e autrice del libro-memoir What’s Left Unsaid: My Life at the Center of Power, Politics and Crisis.

Durante la discussione, il conduttore ha parlato dell’inchiesta sulle accuse all’ex governatore, da lui negate, che lo hanno costretto a dimettersi nel 2021. Sebbene Maher abbia detto di non voler dare corda ai due, ha fatto notare che alcune delle accuse erano più che altro assurde. Ma ha poi rimproverato a Cuomo di non capire che “lo spazio personale – la privacy – è differente per le diverse generazioni”.

Cuomo ha sottolineato che ha “capito”, ma che “si può arrivare a un livello assurdo” a causa dell’escalation dei media e della politica, chiamando in causa in particolare il New York Times. E ha aggiunto: “Quando si dice generazionale, penso che sia parzialmente generazionale, ma non sono solo i giovani. È una questione generazionale e politica”. L’ex governatore ha poi spiegato che ciò che ha trovato più “agghiacciante” è “la cancel culture iperattiva“. Ha affermato che la gente seguiva i titoli dei giornali senza leggere il vero rapporto investigativo.

“Undici casi scatenano la cancel culture. Tutti devono essere protagonisti prima di essere accusati da un gruppo di donne di non essersi mossi abbastanza velocemente”, ha affermato Cuomo. “Il presidente degli Stati Uniti nel giro di poche ore dice che devi dimetterti, ma non ha letto il rapporto investigativo”.

Maher, che ha letto alcune delle accuse, ha convenuto che alcune fossero eccessive. Il conduttore ha poi aggiunto che secondo lui “entrambe le generazioni stanno rivelando i loro difetti”: la generazione più anziana è “troppo aperta” e la più giovane è “troppo sensibile”. Ha anche dichiarato di essere “contento che ci sia stato il movimento #MeToo. È stato necessario per correggere la situazione”, ma non vuole “vivere nell’Unione sovietica”.

Quando Maher ha incalzato Cuomo sulle accuse più gravi, tra cui quella di palpeggiamento, l’ex governatore ha sostenuto di non averlo fatto, dicendo che “anche quella storia era problematica” e che per questo motivo cinque procuratori distrettuali non hanno intentato un processo contro di lui.

Traduzione di Pietro Cecioni