Il Med Film Festival lancia l’Academy del Mediterraneo

A giugno in Marocco per una retrospettiva sul cinema italiano, il MedFilm Fest lancerà a novembre a Roma il progetto dell'Academy del "mare nostrum"

L’Academy del Mediterraneo: per la salernitana Ginella Vocca – direttrice del MedFilm Festival, primo festival italiano a occuparsi delle cinematografie dell’area – l’Oscar del mare, più che un sogno, è un’ossessione. “L’amore per quei paesi nasce da bambina, quando d’estate andavo a trovare mio padre che lavorava in Libia. Erano gli anni in cui la cinematografia del Nord Africa, specialmente quella marocchina, era pazzesca – racconta – c’erano gli hippie che manifestavano, la gente vestita con i pantaloni a zampa, eppure da noi di quel mondo, e di quel cinema, non arrivava nulla. Abbiamo sempre avuto lo sguardo rivolto alle culture anglosassoni, quei paesi non li vediamo. Proprio non sono pervenuti”.

L’Academy del Mediterraneo, cui Vocca sta lavorando da tempo, sarà lanciato alla prossima edizione del Med Film Festival, in programma a Roma il prossimo novembre. Il festival sarà presentato il 21 maggio al Festival di Cannes.

Perché gli Oscar del Mediterraneo?

Perché abbiamo bisogno di costruire un’identità Mediterranea e il Med è l’unico festival ad avere la forza e la visione per farlo. L’Academy del mediterraneo sarebbe un riconoscimento prezioso per le produzioni dell’area, un modo per valorizzare gli operatori artistici del settore. Sogno di gettare le basi dell’Academy al prossimo Med Film Festival, invitando rappresentanti dal Maghreb, dall’area balcanica, dalla Spagna e dalla Francia.

Il MedFilm Festival nacque nel 1995 a Pantelleria. Perché?

L’idea di fare il festival su un’isola, proprio in mezzo al mare, ci sembrava perfetta. Suggeriva l’idea dell’accoglienza. La seconda edizione l’abbiamo organizzata a Sorrento e vennero a trovarci anche dei rappresentanti del festival Mediterraneo di Marsiglia, tra i primi in Europa ad occuparsi di quelle cinematografie. Dalla terza edizione ci siamo stabiliti a Roma.

Perchè?

Perché a Roma ci sono le sedi diplomatiche e le ambasciate, cioè le istituzioni che su cui volevamo fare pressione per promuovere la diffusione delle culture internazionali. Ora fare il festival è un po’ una questua, ma il Med nasce con una natura istituzionale. Gli sponsor privati, al tempo, non ci interessavano nemmeno.

Adesso a che punto è il festival?

Siamo diventati una realtà per le sedi diplomatiche dei paesi dell’area, ma non siamo un riferimento per le nostre istituzioni. Dal 2000 sosteniamo il progetto Metexis, che riguarda 150 scuole di cinema dell’area euro-mediterranea: ogni anno facciamo venire a Roma dieci studenti che compongono la nostra giuria dei cortometraggi.

Avete rapporti con l’industria cinematografica del Mediterraneo?

Attraverso i Med Meetings, arrivati quest’anno alla sesta edizione, favoriamo incontri per mettere in relazione i diversi comparti dell’industria. Il bilancio è positivo. C’è grande interesse da parte degli operatori internazionali, che vedono colmato un vero e proprio gap.

Quali sono i paesi del Mediterraneo al MedFilm Festival?

Il concorso riguarda il Mediterraneo strettamente geografico, dunque solo film bagnati dal mare, con l’aggiunta dell’Iran perché molto importante per l’equilibrio dell’area. Poi dipende dalle annate: la Grecia, per esempio, a volte c’è e a volte no. Le nostre star? La Tunisia e l’Egitto, paese dalla grande forza produttiva. E naturalmente il Marocco.

Il MedFilm Festival è mai uscito dall’Italia?

Certo. Nel 2004 andammo in Egitto, ospiti del Cairo International Film Festival, con 45 film italiani, tutti sottotitolati in arabo. Film classici e contemporanei: quando portammo al Cairo Bud Spencer, la gente lo accolse in piedi, applaudendo e lanciandogli fiori. Era rimasto impresso il ricordo di quando girava là i suoi film. Siamo stati in Algeria per sei anni, in Tunisia per 15, in Turchia per cinque, in Marocco per dieci. Ci siamo fermati con la pandemia. A giugno torneremo in Marocco con il MedFilm in Marocco: dall’1 al 4 giugno a Rabat, dall’8 all’11 a Marrakech. Porteremo film italiani capaci di restituire un’immagine potente e precisa dell’Italia: Le otto montagne, Le vele scarlatte, Margini, Pupille.