Quattro film sui Beatles in un anno. La scommessa di Sony per i biopic diretti da Sam Mendes

Tom Rothman è riuscito a far partire il progetto sui Fab Four con il regista di 1917, ma il suo piano di distribuzione è un enorme azzardo: "Bisogna abbinare l'audacia dell'idea a una strategia di uscita altrettanto audace"

Giorni dopo che Bob Marley: One Love della Paramount aveva registrato una performance eccellente nel fine settimana di apertura del botteghino, lo scorso 20 febbraio, il capo della Sony Pictures, Tom Rothman, ha catturato l’attenzione presentando non uno, ma ben quattro lungometraggi di Sam Mendes sui Beatles, ognuno dei quali si concentrerà su un membro dei Fab Four: John Lennon, Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr.

“Bisogna abbinare l’audacia dell’idea a una strategia di distribuzione altrettanto audace”, spiega Rothman a The Hollywood Reporter a proposito del progetto che è valso al regista premio Oscar l’ambita approvazione da parte della Apple Corps, l’etichetta del gruppo. “Non è mai stata realizzata un’impresa del genere prima d’ora, e non si può pensare a un’operazione del genere in termini di distribuzione tradizionale”.

La Sony spera che i film, che non hanno ancora degli sceneggiatori, comincino a essere girati nel Regno Unito a metà del 2025 per arrivare all’uscita prevista per il 2027 di tutti e quattro i titoli, che lo studio prevede di girare insieme. La casa di produzione non saprà il budget delle pellicole fino alla stesura delle sceneggiature, ma è probabile che sarà un’impresa su larga scala, dato che si tratta di quattro film d’epoca distinti e che Mendes era d’accordo con la Sony sul fatto che le sale cinematografiche fossero essenziali per il progetto.

I Beatles nel cinema

Il fatto che la storia dei Beatles arrivi sul grande schermo è sufficiente a far tornare il sorriso ai fan, dato che il gruppo non ha mai dato in licenza la propria musica per un film biografico. (Le canzoni dei Beatles sono state al centro di film come Yesterday, diretto da Danny Boyle nel 2019, che ha incassato 154 milioni di dollari, e Across the Universe, musical di Julie Taymor del 2007, che ha incassato 29 milioni di dollari).

Tra i progetti biografici precedentemente incentrati sulle origini del gruppo si ricordano i film indie Backbeat – Tutti hanno bisogno di amore del 1994, sull’era pre-fama della band mentre si esibiva ad Amburgo, in Germania, e Nowhere Boy del 2009, con Aaron Taylor-Johnson nei panni di un Lennon adolescente.

L’autore Bob Spitz ha dichiarato che The Beatles, il suo best seller del 2005, è stato opzionato sei volte ma non è mai arrivato sullo schermo, aggiungendo che il suo team si sta mettendo in contatto con i cineasti nella speranza che le sue copiose interviste possano influenzare le sceneggiature. “Tutti hanno sentito parlare della leggenda dei Beatles, ma le storie delle loro vite sono importanti e poco conosciute”, afferma Spitz. “L’idea di Sam è un grande progetto e vorrei averci pensato io”.

L’avvocato James Sammataro – partner di Pryor Cashman, che rappresenta etichette discografiche tra cui Sony Music – definisce i Beatles e Michael Jackson “i due Sacri Graal delle biografie musicali” per la loro elusività e per il costo dei diritti musicali che i registi devono sostenere. Il film di Lionsgate su Michael Jackson, interpretato dal nipote della superstar Jaafar Jackson, è in uscita l’anno prossimo. (Sony Music ha acquisito i diritti della maggior parte delle canzoni dei Beatles dalla proprietà di Jackson nel 2016).

“Storicamente, per gli artisti non c’erano molti vantaggi nei biopic”, afferma Sammataro, riferendosi all’impatto dei film sulle vendite delle canzoni. “Il recente orientamento verso i biopic è legato a un cambiamento generale del punto di vista sulla monetizzazione della musica, che è il seguente: più esposizione c’è, meglio è”.

I biopic tornano in tendenza

L’avvocato ha inoltre osservato che l’accesso ai cataloghi di canzoni avviene sempre più spesso con il coinvolgimento creativo degli artisti o delle loro proprietà. Tra questi, Dr. Dre e Ice Cube sono stati produttori di Straight Outta Compton, che raccontava la storia del loro gruppo rap N.W.A, e i membri dei Queen Brian May e Roger Taylor hanno prodotto Bohemian Rhapsody. Questa tendenza comporta una discussione sulla sterilizzazione degli elementi meno gradevoli delle storie.

“Ziggy Marley, figlio di Bob, è produttore di Bob Marley: One Love, che segue diversi tentativi falliti da parte di registi famosi, tra cui Martin Scorsese, di ottenere il permesso per utilizzare la musica di Bob”, racconta Sammataro. Un critico ha biasimato la presentazione di Marley in stile “Hallmark Channel” nel film, osservando che “praticamente non c’è un parente che non sia stato accreditato come produttore associato”.

Nonostante il dibattito su alcuni elementi fattuali, gli addetti ai lavori indicano Bohemian Rhapsody della 20th Century Fox come un film che ha contribuito a riaccendere il genere. Il lungometraggio del 2018 firmato da Bryan Singer sul frontman dei Queen Freddie Mercury ha incassato 903 milioni di dollari a livello globale e ha vinto quattro Oscar, tra cui quello per il miglior attore per la star Rami Malek. Da allora, altri biopic musicali di alto profilo sono stati Rocketman (2019), con Taron Egerton nel ruolo di Elton John; Elvis (2022), con Austin Butler nel ruolo di Elvis Presley; e Whitney Houston: I Wanna Dance With Somebody (2022), con Naomi Ackie nel ruolo di Whitney Houston.

“È un genere eterno”, afferma Rothman. “I film con forti elementi musicali sono sempre stati rilevanti e lo sono oggi ancora di più in ambito cinematografico, perché questo rende l’esperienza collettiva”.

Industria in cerca di cambiamento

Sebbene i Beatles, in quanto gruppo musicale più venduto di tutti i tempi, secondo la RIAA, abbiano schiere di fan devoti, motivare il pubblico di oggi a lasciare il divano per quattro film interconnessi di qualsiasi tipo potrebbe essere un’impresa ardua.

Tuttavia, una fonte del settore suggerisce che tali film sono più adatti allo streaming e paragona la scommessa all-in alla saga Horizon di Kevin Costner, con la Warner Bros. che intende distribuire i primi due film western nelle sale quest’anno prima di farne seguire altri due. A proposito del progetto di un quartetto di film sui Beatles, Rothman afferma: “È un progetto audace per un sottoinsieme di fan”.

Rothman ritiene che i grandi cambiamenti siano ciò di cui l’industria ha bisogno per rimettersi in piedi. “Gran parte di ciò che ci affligge in questo momento nel nostro settore è la familiarità”, afferma. “Quanto spesso capita di avere un approccio del tutto originale?”.

Traduzione di Pietro Cecioni