Staz Nair: “Il mio Tarak in Rebel Moon è un uomo che ritrova la redenzione e la libertà”

L'attore, già noto per il ruolo di un guerriero Dothraki ne Il trono di spade, nel film Netflix di Zack Snyder interpreta un ex principe ridotto in schiavitù che si unisce alla rivoluzione

Ogni film di Zack Snyder ha almeno una sequenza che anche i suoi critici più feroci non possono fare a meno di ammirare, e nel caso di Rebel Moon, Staz Nair potrebbe essere protagonista della più entusiasmante di tutte.

Nair, la cui precedente grande occasione sul piccolo schermo è stato il ruolo di un guerriero Dothraki nelle ultime stagioni di Il trono di spade, ora veste i panni di Tarak Decimus, un ex principe che ha perso la strada per ragioni che diventeranno evidenti nella seconda parte di Rebel Moon, The Scargiver e nelle probabili versioni estese (i director’s cut di Snyder) che seguiranno.

Chi è Tarak Decimus in Rebel Moon

Il pubblico incontra per la prima volta Tarak come schiavo nel ranch di Hickman (Ray Porter) a Neu-Wodi, mentre Kora (Sofia Boutella) e Gunnar (Michiel Huisman) sperano di reclutarlo nella loro ribellione contro la presa di potere dell’ammiraglio Noble (Ed Skrein), che ha conquistato il loro villaggio d’origine, sul pianeta Veldt.

Per guadagnarsi la libertà e cancellare il suo debito con Hickman, Tarak accetta una sfida con un Bennu selvaggio da addomesticare, ma Hickman non sa che Tarak ha già una lunga storia con la mitica creatura simile a un uccello, sul suo pianeta natale. Il risultato è la sequenza mozzafiato del “Volo del Bennu”, che non solo fa guadagnare a Tarak la libertà, ma anche una possibilità di redenzione, attraverso la rivoluzione, insieme a Kora e ai suoi ribelli.

“Quando ho provato la scena con Zack Snyder l’ho fatto pensando che Tarak stesse parlando tanto a se stesso quanto alla creatura”, racconta Nair a The Hollywood Reporter. “Penso che il Bennu rappresenti una vita ormai passata. È un altro legame con il suo mondo natale, così quando Tarak ha la possibilità di liberarlo, in realtà libera se stesso, letteralmente e metaforicamente. C’è una simbiosi tra i due che va oltre il fatto che vengano dallo stesso pianeta: si trovano nella stessa posizione”.

Da Gerard Butler in 300 a Henry Cavill in L’uomo d’acciaio, la forma fisica è stata una componente fondamentale della filmografia di Snyder, e così il cast di Rebel Moon ha dovuto seguirne l’esempio. Fortunatamente, le loro estenuanti sessioni di allenamento hanno creato un legame genuino, tanto che la perdita di un personaggio importante (nella trama del film) ha spinto il cast a immaginare scherzosamente un’alternativa pur di non doversi separare nelle riprese successive.

Non ci sarà solo un personaggio a cui dire addio in Rebel Moon: alcune scene, presenti per esempio nel trailer, sono state riservate per la seconda parte o per la versione estesa di Snyder. “La Parte uno è solo un quarto dell’insieme”, non la metà come ci si aspetterebbe, afferma Neir facendo pensare che le versioni estese avranno durata doppia rispetto ai due film Netflix. “Si spera che questo dia al pubblico una visione reale dell’ascesa e della caduta di Tarak, del punto di partenza e del punto di arrivo”, prosegue.

L’intervista con THR

Nair si pronuncia Ne’er o Nye-ear?

Nye-ear, ma per essere onesti, mi sono chiamato “Ne’er” per anni per anglicizzare il mio cognome. Con gli anni ho capito che pronunciato così sembrava il nome di una crema depilatoria (per l’assonanza con “no hair”, ndr) e che dovrei anche amare, accettare e capire la mia cultura d’origine, essendo io russo-indiano, e pronunciarlo come si dice in indiano, cioè Nye-ear.

Lei ha un ruolo interessante in Rebel Moon, ma saprà anche che adesso tutti aspettano la versione estesa di Snyder. 

Anche io l’aspetto, in realtà.  Sarà un’immersione ancora più profonda non solo nei personaggi e nei mondi creati, ma anche nella mente di Zack. Si tratta di qualcosa che ha creato per oltre tre decenni, quindi è tutto molto personale.

Di solito gli attori iniziano con un piccolo ruolo, ma la sua prima serie televisiva è stata Il trono di spade e il suo primo film hollywoodiano è un’epopea fantascientifica di Zack Snyder. Non c’è niente di più grande.

Sì, c’è del vero in questo. Ho avuto un ruolo in Tyrant (serie FX) anche se poi la mia parte è stata tagliata, e ho iniziato a lavorare già da bambino come attore. Ho partecipato a una produzione teatrale del West End di Un ispettore in casa Birling. Inoltre mi ritengo portato per le arti creative, suono il pianoforte, compongo musica, ho un rapporto profondo con la creatività sia nella mia vita professionale sia in quella personale.

Ma la mia prima grande occasione è stata fortunata. Vivevo da un mio amico quando sono stato scelto per Il trono di spade. Dormivo sul pavimento. È stata una svolta bizzarra, ed è stato surreale passare dal dormire per terra a un lavoro e a un progetto enorme come Il trono di spade.

Quanto è stato lungo il processo di casting per Rebel Moon?

Non così lungo come avevo previsto. Con il Covid, è nato un nuovo strumento per i provini, quindi non ho nemmeno incontrato Zack di persona. Abbiamo fatto una splendida videochiamata su Zoom in cui Snyder ha spiegato chiaramente cosa voleva, cosa che mi piace molto di lui. Nella sua mente la storia di questo mondo abbraccia centinaia di anni. Voleva innanzitutto parlarmi, e capire chi fossi, il che è stato molto piacevole.

Abbiamo trascorso i primi dieci minuti a chiacchierare di qualsiasi cosa, anche dei miei cani.  Tutto il resto è proseguito in modo lineare, ci siamo trovati d’accordo con l’idea del personaggio e anche i produttori hanno pensato che fossi la persona giusta per interpretarlo. Sono stato molto fortunato, per qualche motivo. I produttori e Zack hanno immaginato Tarak con la stessa personalità ed essenza che sono riuscito a portare nel provino.

Una scena di Rebel Moon

Una scena di Rebel Moon

Quando le hanno detto che il suo personaggio avrebbe ricevuto solo una piccola parte del budget per il guardaroba del film (un riferimento al fatto che Tarak è spesso seminudo, ndr)?

(Ride, ndr) Sono stato informato abbastanza rapidamente. Indipendentemente dal ruolo che si ricopre in un film di Zack Snyder, l’estetica e l’etica necessarie alla creazione di una presenza fisica possente sono molto presenti nel suo lavoro. Ed è qualcosa che va oltre i semplici attributi fisici e oggettivi. È l’opportunità di incarnare fisicamente gli attributi che un personaggio come Tarak avrebbe. L’aspetto finisce per plasmare il tuo lavoro emotivo e psicologico, a causa del livello di disciplina, sacrificio, impegno e costanza necessari per portare a termine, per esempio, il regime di allenamento per sette o otto mesi.

Sono rimasto al 5-6% di grasso corporeo, il che, oltre a essere impressionante, è un processo duro e rigoroso. E questo ha molto influenzato il livello di disperazione, grinta e tenacia che il mio personaggio ha, quindi è stato meraviglioso. Inoltre c’è una storia dietro quell’aspetto, c’è una ragione per cui sono sempre mezzo nudo nel film e si scoprirà nella seconda parte. Tarak non è sempre stato senza vestiti e gli stracci che indossa sono talismani. Sono gli ultimi legami con il suo mondo schiavizzato da cui è dovuto fuggire.

Come ha detto, la forma fisica è una parte importante dell’estetica di Snyder. Avete sentito tutti la pressione di questo standard elevato mentre vi allenavate insieme?

Non so se abbiamo sentito pressione, ma certamente abbiamo sentito l’onore di mantenere quello standard. Quando avrò dei figli, nei prossimi cinque o dieci anni, voglio essere in grado di mostrare loro che lavorare duramente, applicarsi ed essere perseveranti in qualcosa che si vuole raggiungere a volte, non sempre, porta a qualcosa di cui essere orgogliosi. C’era quindi un sentimento comune di unità per la causa e per l’eredità di cui stavamo diventando parte.

C’è stato un momento, all’inizio della produzione, in cui ha capito perché Snyder ha la reputazione che ha?

Credo di averlo capito prima. Sono sempre stato un fan assoluto della capacità di Snyder di combinare bellezza e brutalità in modo così poetico. Visivamente i suoi film sono stupefacenti. Quando ero un senzatetto o vivevo sul divano o per terra, il tema di 300 era qualcosa che mi riguardava davvero: i pochi contro i molti e il raggiungimento dell’impossibile. Ho vissuto con due amici nella loro casa e ci siamo chiamati “gli spartani” per anni. Sono anche un grande appassionato di mitologia greca e romana. Ho letto quasi tutta l’Iliade. Non posso mentire e dire di averla letta tutta, è un tomo. Ma partendo da 300 e Watchmen e tutto il resto sono entrato in questo film con l’idea e la sensazione di essere fortunato a farne parte.

Sofia Boutella in Rebel Moon. Cr. Clay Enos/Netflix ©2023

Sofia Boutella in Rebel Moon

Come ha già accennato, incontriamo Tarak in un momento in cui è schiavo del personaggio di Ray Porter, Hickman. Ha un debito con lui. Ha un’idea di quale sia questo debito? Oppure una delle prossime uscite ci mostrerà come è finito in questa posizione?

Quello che verrà spiegato è come ci è arrivato. Non posso condividere la mia storia, ma verrà spiegato il contesto in cui è nato sul suo pianeta e perché è dovuto scappare. Il debito in sé è in qualche modo irrilevante. Per me quella situazione rappresenta un uomo che sceglie di essere lì, schiavo, per autoflagellarsi e assumersi delle responsabilità a causa di quel senso di colpa che si scoprirà nella seconda parte.

Immagino che Tarak, negli ultimi 10-12 anni, abbia passato la maggior parte del tempo a cercare di sfuggire al fatto di aver dovuto lasciare il suo mondo e a castigarsi per questo. Per molti di questi personaggi la redenzione è ovviamente il tema centrale.  Quindi il debito è rilevante solo per capire il tipo di persona che è Tarak, che ha scelto di rimanere in uno stato di sofferenza prima che di redenzione. Non crede di meritare nemmeno l’opportunità di redenzione, gli eventi cambieranno questa sua convinzione, portandolo nella ribellione. Scopriremo di più nel corso della costruzione del mondo di Rebel Moon.

Qual è stato il processo di ripresa del volo di Tarak sul Bennu?

Il processo fisico che ha portato al volo del Bennu è stato in realtà molto più pratico di quanto si possa pensare, ed è per questo che la CGI mescolata all’aspetto fisico lo rende così credibile visivamente. Ci siamo allenati come stunt per settimane prima e Snyder ha costruito una specie di toro meccanico. Si alzava fino a circa 7 metri in meno di uno o due secondi.

La squadra degli stunt è stata fenomenale e molto diligente nell’assicurarsi che fossi sempre al sicuro. Alla fine delle riprese aggiungevano la testa solo per i ragazzi della CGI, ma in alcuni momenti sembrava di essere sulle montagne russe. È stato fantastico per me come attore perché ha dato alcuni elementi fisici importanti alla mia interpretazione. Mi ha dato il vento e il movimento che mi hanno permesso di trovare il mio modo di cavalcare questa cosa piuttosto che immaginare come sarebbe stato. È stato molto divertente.

È vero che avete trovato un fossile o una specie di uovo vicino al ranch degli Hickman e che avete fatto un test molto particolare per capire cosa fosse. Qual è la storia?

In realtà ho chiesto a un paleontologo di controllare la cosa. Come molti sono un nerd per certe cose, e una delle mie passioni preferite è l’archeologia insieme alla paleontologia. Ho sempre avuto uno strano amore per la storia e per i fossili nello specifico. Così un mio amico mi ha insegnato – e anche i ricercatori dello Smithsonian sono d’accordo – a leccare una pietra o un qualche tipo di pietra per capire se si tratta di materia organica fossilizzata.

Cosa che ho fatto subito pensando di aver trovato un uovo di dinosauro. Ovviamente, purtroppo, non lo era però avevo ragione sulla sua natura fossile. Sul set mi hanno creduto pazzo perché ho iniziato a correre, urlare e leccare il fossile. In quel momento il mio ADHD era in piena esplosione, ma per me è stato un momento meraviglioso e una testimonianza del mio amore per l’archeologia.

I protagonisti di Rebel Moon di Zack Snyder

I protagonisti di Rebel Moon di Zack Snyder

Una domanda con spoiler. Considerando che tutti voi ragazzi del cast avete legato in palestra e sul set, l’inevitabile tradimento di Kai (Charlie Hunnam) che effetto vi ha fatto? Temevate il suo arrivo?

Certamente. Questo testimonia ancora una volta l’etica di Zack Snyder e il suo modo di lavorare. Mettendoci in formazione insieme, c’è stato un inevitabile livello di cameratismo che si è creato in modo naturale attraverso la “solidarietà della sofferenza”, come mi piace dire. C’era un’esperienza, una lotta, condivisa e necessaria. È stato fantastico e ci ha inevitabilmente avvicinati.

Al punto che il cast ha scherzato sul fatto che nella versione estesa potrebbe esserci o meno una battuta in cui Kai dice di avere un fratello gemello, solo per avere ancora Charlie Hunnam con noi. Abbiamo creato un meraviglioso legame. Alcuni attori sono persino venuti al mio matrimonio. Io e Charlie andavamo davvero d’accordo, e tutto è iniziato grazie alle sessioni di allenamento in palestra.

Lei e Michiel Huisman eravate entrambi presenti nell’episodio di Il trono di spade “Book of the Stranger”, in cui Daenerys (Emilia Clarke) brucia il tempio con tutti i Dothraki khal all’interno. E come è già stato sottolineato più volte, Michiel ha preso il posto di Daario dalla sua co-star di Rebel Moon, Ed Skrein. Ci sono state battute su questo argomento sul set?

Abbiamo lasciato che la cosa passasse in secondo piano. È stato nove anni fa, ma ci sono state un paio di battute qua e là. È stata una coincidenza? Era intenzionale? Snyder era solo un grande fan di Daario Naharis? Ma non c’era nulla di approfondito.

Infine, scopriamo anche che Tarak è un principe. È un reale. Nel primissimo teaser trailer, lo vediamo a un funerale reale e urlare su un campo di battaglia in abiti più eleganti, quindi la versione estesa della prima parte avrà questi elementi?

La prima parte è solo una faccia della medaglia, e sono certo che vedrete questi piccoli frammenti nella seconda. La prima parte è un quarto del tutto. Quindi alcune cose saranno spiegate e comprese nella seconda parte, soprattutto nelle versioni estese di entrambe. Quei momenti sono molto istruttivi per il mio personaggio e si spera che questo dia alla gente una visione reale dell’ascesa e della caduta di Tarak, del punto di partenza e del punto di arrivo. E nel corso del franchise, otterremo sempre più informazioni per colmare le lacune.

Traduzione di Pietro Cecioni