Talento europeo e sguardo internazionale. Lo stato della produzione secondo Incontri

Giunto alla sua 13ª edizione l'appuntamento ideato e organizzato da IDM Film Commission Südtirol dedicato ai professionisti dell’industria cinematografica e televisiva. Una “bolla” in cui ci si dimentica di ruoli e posizioni e si guarda, insieme, al presente del mercato audiovisivo immaginando le direzioni future

Risate. Se si dovesse isolare un elemento dai panel di Incontri, l’appuntamento ideato e organizzato da IDM Film Commission Südtirol che ogni anno richiama professionisti del campo cinematografico e televisivo in Alto Adige per dialogare e confrontarsi sui temi più attuali del settore, sarebbe proprio il suono delle risate di chi è sul palco e in platea. E questo non perché gli argomenti trattati non siano seri o affrontati con leggerezza, ma perché il clima che si respira è basato sull’informalità. Un approccio molto diverso da altre realtà nelle quali è richiesto un certo grado di compostezza che non lascia molto spazio al fattore umano.

“Non ho mai perso un’edizione”. “Non c’è lo stress di Cannes o Berlino”. “Negli anni ho dato dei consigli spassionati e li hanno messi in campo molto bene”. Sono solo alcune delle frasi pronunciate dai partecipanti della 13ª edizione che quest’anno è stata ospitata nell’hotel My Arbor che sovrasta Bressanone. Padrona di casa Birgit Oberkofler, Head Film Fund & Commission dell’IDM Film Commission Südtirol.

Al Munteanu, Ceo di SquareOne Entertainment, e Eric Welbers, ceo di Bravado Media durante Incontri

Al Munteanu, Ceo di SquareOne Entertainment, e Eric Welbers, ceo di Bravado Media durante Incontri. Courtesy of Asia De Lorenzi

L’atmosfera è intima e, da oltre dieci anni, fa da ponte tra i mercati europei di lingua tedesca e italiana. Tre giorni in cui, agli appuntamenti ufficiali, si accostano quelli che nascono spontanei. Magari in una delle networking dinner organizzate dal team di Incontri in cui, per incoraggiare lo scambio umano e professionale, bisogna pescare un numeretto che corrisponde ad un tavolo. Così ecco che un produttore inglese siede accanto a un collega tedesco o italiano con il quale non aveva mai parlato prima.

Una “bolla” – con tanto di pomeriggio passato tutti insieme sulla Plose – in cui ci si dimentica di ruoli e posizioni e si guarda, insieme, al presente del mercato audiovisivo immaginando la direzione che potrebbe prendere il futuro. “Il prossimo anno potrebbe essere tutto diverso. E tra due chissà come sarà il nostro lavoro” ipotizza a cena, tra l’affascinato e il preoccupato, James Richardson di Vertigo Films riferendosi alla velocità con cui si evolve l’intelligenza artificiale, al centro – solo qualche ora prima – del primo panel di Incontri tenuto dalla professoressa Sylvia Rothe, a capo di una cattedra sull’IA nella produzione multimediale della HFF University of Television and Film di Monaco.

Gli ospiti di Incontri sul monte Plose

Gli ospiti di Incontri sulla Plose. Courtesy of Asia De Lorenzi

“Quello che oggi è realtà potrebbe cambiare”. Una frase pronunciata da Al Munteanu, Ceo di SquareOne Entertainment, uno dei distributori indipendenti più importanti in Germania, nel corso di un panel intitolato New Paths to Capital. “Bisogna investire nel futuro, in produzioni europee esportabili negli Stati Uniti. Avere quindi un DNA internazionale ma con una rilevanza locale”. A fianco a Munteanu sul palco anche Eric Welbers, ceo di Bravado Media, contenhouse tedesca che aiuta produttori e broadcasters a far decollare i loro progetti. “Il mercato è imprevedibile, bisogna prendersi dei rischi e trasformare una sfida in un’opportunità, portare prodotti diversi sul mercato”.

Ma Incontri #13 è stata anche l’opportunità di presentare i titoli di Racconti IDM Script Lab, un laboratorio riservato allo sviluppo di quattro progetti annuali ad altro potenziale produttivo. Al centro della sua dodicesima edizione Boulevard of Broken Dreams di Aoife Bradshaw, Immaculate Hearts di Martin Alan Tranquillini, Close to thwe Wind di Ivana Marinić Kragić e Voce di Margherita Paninzon presentati ad una platea di possibili produttori interessati a finanziarli.

Gabriele Mainetti

Gabriele Mainetti. Courtesy of Asia De Lorenzi

E poi, ancora, il racconto del making of di Woodwalkers di Damian John Harper, family fantasy prodotto da blue eyes Ficton in co-produzione con Dor Film e Filmvergnuegen basato sul libro di Katja Brandis, di Supersex, serie Netflix dedicata alla vita di Rocco Siffredi prodotta da The Apartment e raccontata dalle parole della development supervisor Francesca De Lisi, o l’incontro con Gabriele Mainetti chiamato a parlare del suo lavoro come produttore, da Tiger Boy a Freaks Out.

Un programma ricco di voci e realtà diverse dalle quali è venuta a galla un’esigenza comune. Quella cioè di concentrasi sul racconto locale, capace di dare spazio a storie nate dalla professionalità e dal talento europei, ma che sappiano avere un respiro e uno sguardo più ampi in grado di far viaggiare quei racconti oltre i nostri confini e (di)mostrare la qualità delle nostre produzioni. O chissà, magari, co-produzioni. Nate proprio a Incontri.