Sangiuliano: “Denunciamo sprechi e abusi del tax credit”. Ma il cinema italiano aspetta ancora il decreto

"Il settore sta rinascendo, è importante non dissipare risorse in progetti non sempre a livello adeguato né dal punto di vista artistico né tantomeno commerciale", scrive il ministro della cultura in un articolo sul Foglio

“Il pieno riconoscimento del valore culturale ed economico del cinema non può esimerci dal denunciare, con forza, le storture e i veri e propri abusi che si sono generati in questi ultimi anni nell’ambito degli aiuti che lo stato riconosce al cinema che, ricordiamolo sempre, sono soldi dei cittadini italiani”. Scrive così il ministro della cultura Gennaro Sangiuliano in un articolo pubblicato sul Foglio, in riferimento alla nuova legge sul tax credit che la scorsa settimana ha cominciato il suo iter nel nuovo Consiglio superiore del cinema.

Un documento, quello del nuovo credito d’imposta, che la stessa sottosegretaria al MiC con delega al cinema Lucia Borgonzoni specifica – in un’anticipazione pubblicata sul Corriere della Seranon è da intendersi come una “spedizione punitiva”. “Le nuove norme servono a impedire che si possano fare film tanto per farli, magari anche con produttori improvvisati”.

Secondo quanto pubblicato dal Corriere, il nuovo decreto distinguerà tra aiuti pubblici per opere commerciali, opere prime e seconde, e le pellicole da festival, definite dal dicastero come film dal linguaggio “difficile”.

Nei piani c’è anche un finanziamento ad hoc di 53 milioni per storie di “grandi italiani” realizzate nel nostro paese, con attori e registi nostrani. L’1% del fondo per il cinema andrà inoltre all’assunzione di personale che velocizzerà il controllo delle pratiche amministrative.

Sangiuliano contro gli sprechi

Nell’articolo pubblicato sul giornale diretto da Claudio Cerasa, Sangiuliano scrive che le risorse dedicate al settore rimangono “invariate”. “Fatta eccezione per un lieve taglio che vale per tutti gli ambiti del ministero, per esigenze di finanza pubblica”. Il fondo destinato al cinema è infatti diminuito da 746 milioni di euro dello scorso anno a 696 milioni.

Il ministro si scaglia quindi contro i film che hanno preso finanziamenti pubblici e che non sono mai andati in sala, “misteriosamente”, oppure opere che hanno registrato “poche decine di spettatori”, per poi non essere mai trasmesse né su piattaforme né in tv.

“Provare a correggere le storture di questo sistema – continua Sangiuliano – non significa voler limitare l’intervento pubblico, sia sotto forma di aiuti selettivi che di tax credit, ma solo evitare sprechi, addirittura vere e proprie truffe, e riportare tutto quanto in un quadro di legalità”.

“Da diversi anni il cinema italiano sta conoscendo un’autentica rinascita ed è tornato a essere capace di parlare al mondo”, aggiunge. “Per questo motivo ora è importante non sprecare il nostro talento dissipando risorse in progetti cinematografici non sempre a livello adeguato né dal punto di vista artistico né tantomeno commerciale”.

Dei 459 film sostenuti tra il 2022 e il 2023 con il tax credit, oltre 345 non sono mai usciti in sala. “Ciò non è solo un antieconomico spreco di denaro pubblico, ma anche un disincentivo alla vera creatività, che rischia di affogare in un mare di mediocrità”, conclude il ministro della cultura.

L’allarme del settore

L’articolo del ministro della cultura arriva dopo una partecipata manifestazione al cinema Adriano di Roma venerdì 5 aprile. Il settore si è infatti riunito per lanciare l’allarme sulle incertezze normative e la mancanza di decreti attuativi, in un evento intitolato Vogliamo che ci sia ancora un domani.

Oltre 1500 persone si erano riunite in cinque sale del cinema di piazza Cavour, in un incontro promosso da Anica, Anac, Unita, 100Autori, Wgi e Agici, tra le altre. La mancanza di decreti attuativi, oggi, per gli addetti ai lavori è “una vera e propria situazione di emergenza”. Ciò è causato non soltanto da un blocco dei fondi pubblici, ma anche dalla concomitante contrazione del mercato.

Anche gli investimenti esteri “rischiano di essere dirottati in altri paesi in assenza di chiarezza su risorse, regole e tempistiche”, affermano ancora le associazioni in un comunicato.

In Italia, secondo i dati mostrati nell’incontro al cinema Adriano, sono operative 9mila imprese (per lo più piccole e medie imprese molto colpite dai ritardi), che creano 65mila posti di lavoro, più ulteriori 114mila nelle filiere connesse. Il fatturato totale è di 13 miliardi l’anno. C’è poi il cosiddetto effetto moltiplicatore, cioè per ogni euro speso da investimenti pubblici o privati sul settore, si genera un ritorno di 3,54 euro.