Quel pasticciaccio brutto in casa Marvel Studios. Cronaca di una crisi (passeggera?)

Dall'arresto di Jonathan Majors al licenziamento di Victoria Alonso passando per il calo degli incassi: la casa delle idee sta attraversando un momento critico. Solo una parentesi o l'indizio di un problema più grande?

Servirebbe uno schiocco di dita di Thanos per far scomparire tutti i guai in casa Marvel Studios. Perché? Come riporta Variety, Jonathan Majors – apparso nella prima stagione di Loki nei panni di Kang il Conquistatore – dopo l’arresto dello scorso 25 marzo a New York per violenza domestica, è stato accusato da altre presunte vittime che starebbero collaborando con l’ufficio del procuratore distrettuale di Manhattan. L’attore dovrà comparire il prossimo 8 maggio in tribunale mentre si rincorrono voci contrastanti che vorrebbero i vertici della casa di produzione di Burbank intenzionati a ricorrere a un recasting. Sì, perché l’attore, quest’anno protagonista anche di Creed III, era stato scelto come volto del nuovo villain della Fase 5 del cosiddetto Marvel Cinematic Universe.

Il futuro incerto dei Marvel Studios

Il suo Kang, che dopo Loki ha pure conquistato la scena centrale in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, sarebbe dovuto comparire in diverse altre produzioni Marvel, tra film e serie tv. Proprio a partire dalla seconda stagione della serie con Tom Hiddleston, la cui uscita è prevista in estate su Disney+, fino a Avengers: The Kang Dynasty, distribuito in sala per maggio 2025, e Avengers: Secret Wars, al cinema per l’anno successivo.

E invece qualcosa è andato (molto) storto, facendo del caso Majors – abbandonato dall’agenzia di management che lo rappresentava – il (momentaneo) capitolo finale di quel pasticciaccio brutto che ha visto negli ultimi mesi Marvel Studios nell’occhio di un ciclone mediatico.

Ombre sul licenziamento di Victoria Alonso

Era venuta a Roma lo scorso autunno per accompagnare Chloé Zhao, Angelina Jolie, Kit Harington e il resto del cast di Eternals sul red carpet della Festa del Cinema. Vice presidente e colonna portante della Marvel nel ruolo di responsabile di effetti visivi, animazione e post-produzione, Victoria Alonso è stata il simbolo di una rivoluzione produttiva fatta di incassi stratosferici e un’idea lucidissima quanto folle nata dalla visione di Kevin Feige.

Creare un universo cinematografico, il Marvel Cinematic Universe, e fare quello che nessuno aveva mai fatto prima. Da Iron Man, nel lontano 2008, a Ant-Man and the Wasp: Quantumania. In mezzo? Una pagina di storia del cinema.

Richard Madden e Gemma Chan in Eternals di Chloé Zhao

Richard Madden e Gemma Chan in Eternals di Chloé Zhao

Il caso Argentina, 1985

Ma poi è arrivato lo strappo. Subito dopo gli Oscar 2023 da oltreoceano arriva una di quelle notizie che lascia increduli: dopo diciassette anni alla Marvel, Victoria Alonso viene licenziata. La motivazione ufficiale? La sua partecipazione, in veste di produttrice, ad Argentina 1985, film diretto da Santiago Mitre candidato proprio agli Academy Awards come miglior film internazionale. Scelta che andava apertamente in contrasto alle sue clausole contrattuali.

Ma quasi subito arrivano notizie non confermate di motivazioni ufficiose. Accuse di ex dipendenti che puntano il dito contro Alonso per aver creato un vero e proprio ambiente di lavoro tossico e di essere la principale responsabile del calo di qualità degli effetti visivi dei film Marvel Studios.

La questione Lgbtq+

C’è dell’altro. Victoria Alonso, che non ha mai nascosto la sua omosessualità, si sarebbe bruscamente scontrata contro la volontà Marvel di censurare da Ant-Man and the Wasp: Quantumania dei riferimenti al Gay Pride che comparivano in una sequenza del film destinata al mercato mediorientale.

Inoltre, nel 2022, la produttrice aveva criticato pubblicamente, in occasione della cerimonia di assegnazione dei Glaad Awards, l’ex amministratore delegato della Disney Bob Chapek per non aver preso posizione contro la legge Don’t Say Gay promulgata in Florida. Legge che, fino alle terza elementare, vieta di parlare di orientamento sessuale e identità di genere nelle scuole.

“Victoria, una latina gay che ha avuto il coraggio di criticare Disney, è stata messa a tacere. Poi è stata licenziata quando si è rifiutata di fare qualcosa che riteneva riprovevole. Disney e Marvel hanno preso una decisione davvero sbagliata che avrà gravi conseguenze” ha tuonato, all’indomani del licenziamento, il legate di Alonso, Patty Glaser – che intanto ha concordato per la sua assistita un accordo multimilionario con l’azienda – in una dichiarazione affidata a Variety.

Ma è anche vero che negli ultimi anni Disney ha dato prova di una sempre maggiore attenzione all’inclusione creando personaggi apertamente gay (da Ethan Clade di Strange World a Phatos in Eternals) e ospitando, per i prossimi due anni, l’Out & Equal Workplace, la più grande conferenza Lgbtq+ al mondo nella sede di Disney World a Orlando.

Kathryn Newton e Paul Rudd in Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Kathryn Newton e Paul Rudd in Ant-Man and the Wasp: Quantumania

Assorbimenti aziendali e licenziamenti a tappeto

Come se il quadro non fosse già abbastanza scricchiolante ci si è messo anche l’assorbimento della Marvel Entertainment da parte di Disney con il ritorno di Bob Iger alla guida della multinazionale californiana. Amara ironia della sorte, questo ha portato al licenziamento di Ike Perlmutter, storico manager che, nel 2009, aveva venduto la Marvel a Disney per 4 miliardi di dollari.

Ma la notizia dell’uscita forzata di Perlmutter si preannuncia solo la punta dell’iceberg di un piano da settemila licenziamenti previsto per far risparmiare all’azienda 5,5 milioni di dollari.

I Marvel Studios e l’incognita incassi

C’è chi tra gli analisti dice che non bisogna preoccuparsi e chi, dati alla mano, nelle flessioni d’incasso degli ultimi titoli Marvel Studios vede un campanello d’allarme. L’ultimo in ordine di tempo Ant-Man and the Wasp: Quantumania considerato un “flop” da 474,398,914 milioni di dollari globali (Ant-Man and the Wasp, nel 2018 ne aveva incassati 622,674,139).

E per il futuro? Tra grande e piccolo schermo saranno diversi i titoli che cercheranno di riportare la Marvel ai fasti della Saga dell’infinito già dalla fine dell’anno. Come? Con la seconda stagione di Loki e Secret Invasion, serie incentrata su Nick Fury in uscita su Disney+ a giugno, oltre alle uscite cinematografiche di Guardiani della galassia vol. 3 a maggio e The Marvels a novembre.

Con Avengers: Endgame, nel 2019, si è concluso un capitolo fondamentale per i Marvel Studios. La nascita di Disney+ e la proliferazione di serie tv – molte delle quali ambiziose e sperimentali (su tutte WandaVision) – hanno contribuito a rendere ancora più ricca l’offerta narrativa ma, in alcuni casi, si è avuta la percezione di un eccesso di contenuti.

Se fino a quattro anni fa l’uscita di un titolo Marvel era un vero e proprio evento attorno a cui cresceva l’attesa, ora i tempi si sono accorciati e i titoli moltiplicati. Che la Marvel, forse, abbia bisogno di ripartire da un nuovo equilibrio? Magari proprio grazie con uno schiocco di dita che faccia sparire tutto il superfluo per concentrasi solo su quello che conta davvero. Le storie.