Maria De Filippi e il mistero buffo del trionfale successo di Tu Si Que Vales

Il caterpillar del sabato sera di Canale5 è da 10 anni un trionfo certificato, pur non avendo chissà quali apparenti meriti. A Milly Carlucci, da sabato prossimo, il compito di provare a fermarlo

Esattamente 10 anni fa, era il 2013, Canale 5 perdeva una delle sue galline dalle uova d’oro, ovvero Italia’s Got Talent, versione nostrana del format anglo-statunitense Got Talent ideato da Simon Cowell. Cinque trionfali edizioni con picchi da 9 milioni di telespettatori e il 35% di share, per poi passare a Sky e finire più o meno nel dimenticatoio. La Sanguinaria detta Maria De Filippi non si è certamente data per sconfitta, mettendosi subito alla ricerca di un format simile a quello ormai perduto, riciclando un programma che in Spagna, su Telecinco, aveva appena smesso di esistere. Tu Si Que Vales.

Mantenuta la medesima giuria per provare a raccogliere quanto seminato nel precedente lustro, De Filippi è riuscita nel miracolo di replicare i numeri Auditel delle precedenti stagioni con un format vagamente diverso, dal titolo straniero, mantenendo inalterato l’interesse nei confronti di un ripetitivo circo in cui Corrida e Got Talent si incontrano, facendo quasi unicamente leva sulla personalità dei suoi giurati. Conduttori? No grazie

Tu Si Que Vales, un unicum

Ovvero la stessa Maria De Filippi, Gerry Scotti, Rudy Zerbi e la new entry Luciana Littizzetto, ai quali si sono alternati negli anni i giurati “popolari” Mara Venier, televisivamente parlando letteralmente rinata, Iva Zanicchi e Sabrina Ferilli, con l’aggiunta dell’insostenibile disturbatore Giovannino, vero e proprio incrocio tra Twin Peaks e Il Gabibbo sceneggiato da un bambino di 6 anni.

Da un punto di vista prettamente televisivo, Tu Si Que Vales è un unicum assoluto, con i suoi applausi fastidiosamente registrati, le ingombranti musichette, le antiestetiche poltrone in pelle umana da megadirettore di fantozziana memoria e quei conduttori del tutto inutili estratti a sorte dal sacchetto della tombola. Un ex rugbista (Martín Castrogiovanni), un ex pugile (Alessio Sakara) e una ballerina (Giulia Stabile). Sembrerebbe l’incipit di una barzelletta sconcia se solo i tre non fossero seduti dietro a un tavolo su cui si può testualmente leggere a lettere cubitali “conduttori”, a volerlo quasi ricordare non solo al pubblico da casa ma anche ai diretti interessati, nel caso in cui dovessero chiedersi cosa stiano facendo microfonati davanti a delle telecamere.

Nel mezzo, nel corso di una puntata dall’infinita durata di 180 minuti, si alternano i concorrenti più disparati con le esibizioni più assurde su piazza, tra clessidre che macinano secondi e bacchette che a seconda del volere dei giurati aumentano o diminuiscono il tempo a disposizione di chi si esibisce al loro cospetto.

Le differenze con Italia’s Got Talent sono minime ma sostanziali, abbracciando non solo il famigerato meccanismo della clessidra ma anche la presenza della giuria popolare e la votazione del pubblico, totalmente assenti nel format ideato da Simon Cowell, nato prima, subito esploso anche in Italia ma sorpassato a destra da quello che pareva il suo parente povero. Perché se di Italia’s Got Talent, quest’anno finito su Disney+ dopo anni di niente su Sky, non parla più nessuno, Tu Si Que Vales è magicamente diventato punto fermo della programmazione Mediaset nonché insaziabile bacino d’ascolti, senza reali ed apparenti motivi.

Il trionfo di Maria De Filippi

Un trionfo, ma perché? Perché i siparietti tra i giudici sono sempre i medesimi, le incursioni di Giovannino si ripetono stancamente con la povera Ferilli costretta a subirne le conseguenze, le ‘sboccate’ battute delle Mara Venier o Luciana Littizzetto di turno si auto-clonano di settimana in settimana, le litigate tra Teo Mammuccari e Rudy Zerbi sono più telefonate di un call center in un Sanremo qualsiasi degli anni Novanta, mentre le esibizioni, vero punto d’incontro tra Scommettiamo Che e Guinness World Record, si fanno sempre meno stupefacenti e più legate al mondo social, con la chiara ambizione di diventare virali tra TikTok, Instagram e Twitter.

Eppure Tu Si Que Vales è una macchina da guerra inarrestabile, in grado di battere tutti, sempre e comunque, con Maria De Filippi visibilmente divertita e perché no sinceramente divertente nell’assistere a cotanta cagnara catodica. Perché è proprio lei, la cosiddetta Sanguinaria, la vera artefice di un inspiegabile successo che in mano a chiunque altro farebbe la metà degli ascolti. Se in C’è Posta per te percorre chilometri leggendo infinite lettere, a Uomini e Donne è a rischio scoliosi causa scomodo gradino in cui stare centinaia di ore seduta e ad Amici deve necessariamente dirigere il traffico tra adolescenti, professori e carte rotanti, Tu Si Qui Vales è il suo Gardaland, la sua Fabbrica di Cioccolato, la sua ora d’aria, il suo pigiama party.

Spaparanzata su una di quelle poltrone vibranti che sembrano uscite da una televendita di Giorgio Mastrota in onda alle 3 di notte su Rete4, qui Maria De Filippi parrebbe solo apparentemente non avere responsabilità alcuna, pur essendo proprio lei centro universale di un programma che vola sulle ali di un entusiasmo di carta, in cui la visibile finzione di fondo viene sapientemente coperta da una sana caciara, che a Roma e provincia vuol dire “Tu Si Que Vales”.

Un caterpillar col pilota automatico

Da 10 anni a questa parte chi guarda il talent di Canale5 vuole evidentemente staccare totalmente la spina, spedire le sinapsi in vacanza, cedere all’intrattenimento puro e privo di chissà quale sopraffina scrittura, ammirando colei che storicamente non sorride mai mentre si sganascia nel pieno di un remake televisivo di Amici Miei sotto forma di talent. Tu Si Que Vales è un caterpillar con il pilota automatico che riesce sempre e comunque ad arrivare primo, pur facendo il solito percorso alla medesima velocità e con gli abituali piloti. Chiunque osi sfidarlo sa già che andrà incontro a sconfitta certificata, chiedendosi puntualmente come sia possibile.

È il contenitore per famiglie che riesce a mantenersi su ascolti elevatissimi pur avendo la sua deus ex machina solo apparentemente in disparte, sorprendentemente co-protagonista, monolite che per una volta proietta luce di riflesso.

E gli ascolti, come ogni anno, sono li a certificarlo. La prima puntata della nuova stagione andata in onda il 23 settembre ha sbancato l’Auditel, con 4.191.000 spettatori e uno share del 31%, picchi oltre i 5 milioni e share al 38.5% dopo la mezzanotte e mezza. Numeri incredibili, che ad oggi solo Sanremo è in grado di superare.

Il 30 settembre la 2a puntata è stata vista da altri 3.904.000 telespettatori, con uno share del 30.3%, mentre la 3a del 7 ottobre è scesa ai 3.713.000 telespettatori, con uno share del 28.5%. L’ultima puntata andata in onda, sabato 14 ottobre, ha invece registrato 3 milioni e 940 mila telespettatori, con il 29.72% di share, tenendo botta persino alla nazionale italiana chiamata a battere Malta su Rai1, con 5.658.000 spettatori e il 31.2% di share.

A Milly Carlucci, da sabato prossimo in onda con Ballando con le Stelle, il compito di provare l’impossibile. Fermare Tu Si Qui Vales, mistero buffo del palinsesto nazionale.

Il programma della settimana è stato Fratelli di Crozza, su Nove