The Morning Show 3, Jon Hamm come Elon Musk era “l’unica scelta possibile

La star, nota per il suo Don Draper in Mad Man, interpreta un magnate della tecnologia. La terza stagione dello show tratta della crisi del giornalismo nell'industria dei media e dell'intrattenimento

L’ombra di Elon Musk entra in un dei maggiori successi televisivi del momento. Nel primo episodio dell’ultima stagione di The Morning Show, il personaggio di Jennifer Aniston descrive il nuovo titano della tecnologia interpretato da Jon Hamm come un “duro della Silicon Valley che vuole sempre fare le cose velocemente”. La conduttrice del notiziario dell’emittente Uba Alex Levy (Aniston) incontra il curioso personaggio mentre si prepara a lanciarla nello spazio. Il miliardario Paul Marks (Hamm) l’ha reclutata per il viaggio inaugurale del suo razzo suborbitale Hyperion One, che segnerà il suo ingresso nella corsa al volo spaziale.

I paragoni con Elon Musk sono immediati. “Paul Marks è un personaggio che è un’amalgama di molti individui diversi”, spiega però la produttrice esecutiva Lauren Neustadter a The Hollywood Reporter. “È anche incredibilmente concreto e autentico, secondo lo stile di Charlotte Stoudt”.

Neustadter, che produce la serie con la star Reese Witherspoon e la sua Hello Sunshine, attribuisce a Stoudt, la nuova showrunner della terza stagione, il merito della riuscita dei dieci episodi. “È ovviamente un individuo controverso e una persona che funge da catalizzatore per gran parte del dramma e del conflitto all’interno della stagione”, dichiara, “ma è anche un essere umano vivo e vegeto che sovverte le aspettative in modi interessanti”.

Il produttore esecutivo di Media Res, Michael Ellenberg, afferma che Paul Marks è stato concepito per fare da contrappunto a molti dei personaggi di The Morning Show, in una stagione che affronta un panorama mediatico in crisi. Nei primi episodi Alex scopre che il boss della Uba Cory Ellison (Billy Crudup) ha contattato Paul come possibile acquirente dell’azienda mediatica. Questa storia, così come l’evoluzione del suo rapporto con Alex, è il filo conduttore degli episodi.

“L’intera stagione ruota attorno alle sue mosse”, afferma Ellenberg. “Il pubblico vedrà la dinamica tra lui e Alex Levy, complicata ed emotiva. Volevamo anche qualcuno che fosse alla pari con Billy Crudup e Greta Lee, che interpreta la presidente dell’Uba, Stella Bak. È arrivato un nuovo personaggio che può dare a tutti quello che vogliono, questo però ha un prezzo da pagare. Non so se per quel ruolo avremmo potuto trovare qualcuno più adatto di Jon Hamm”.

Jon Hamm, da Mad Men a The Morning Show

“La lista di chi avrebbe dovuto interpretare Paul era composta da un solo nome”, rivela la produttrice esecutiva Kristin Hahn a THR. “Jennifer Aniston e Jon Hamm sono amici da anni e volevano lavorare insieme da un po’. Era un po’ rischioso perché se avesse detto di no, non so cosa avremmo fatto. O così o niente. Per fortuna ha detto di sì”.

Kristin Hahn, socio produttore di Aniston con la Echo Films, ha definito Hamm un professionista che si è buttato a capofitto nell’ensemble. Afferma Hahn: “Ci si chiede sempre: Paul è dalla parte giusta? O vuole solo far implodere il mondo del giornalismo?”.

Ellenberg, che in precedenza aveva ipotizzato che Paul Marks sarebbe stato o l’eroe che avrebbe salvato l’Uba o l’anticonformista che l’avrebbe distrutta, attribuisce ad Hamm la forza trainante del personaggio. “Credo che l’opportunità di accedere al retaggio di Don Draper, ma in modo nuovo, sia stata per noi innegabile”, dichiara a proposito dell’iconico personaggio in Mad Men. “Paul è un uomo molto potente e ricco. Ha cuore ed è molto bello”.

Attraverso la figura di Paul, la terza stagione di The Morning Show affronta un network in difficoltà e le sue limitate possibilità di sopravvivenza in un panorama mediatico in continua evoluzione nell’era dello streaming. “Paul Marks ha intenzione di trasformare la divisione news in un algoritmo, o di renderla un portavoce della sua società, Hyperion. In ogni caso, siamo fottuti”, afferma Alex a un certo punto, dopo aver abbandonato il volo spaziale e aver messo in guardia da un accordo incombente con il miliardario.

“Certamente, quando si pensava all’Uba e al futuro della rete, ma anche alle entità radiotelevisive e alle aziende mediatiche in generale, si guardava molto al futuro e alle immagini, ma c’era anche una forte intenzione di raccontare queste storie e di pensare a queste cose da prospettive sfumate e varie”, spiega Neustadter.

Il futuro della serie

The Morning Show è già stato rinnovato per una quarta stagione, ma a causa degli scioperi in corso della WGA e della SAG-AFTRA, i professionisti dello show non hanno ancora iniziato a tracciare i piani per la prossima stagione. “La quarta stagione è in arrivo. Ma nel panorama mediatico attuale, in continua evoluzione, stiamo affrontando una massiccia azione sindacale, quindi per il momento siamo in attesa”, afferma Ellenberg.

La serie, che tratta temi di attualità, ha già affrontato il movimento #MeToo, l’epidemia di Covid e, in un episodio, il rovesciamento della Roe vs Wade, ossia la sentenza statunitense sull’aborto. Nel futuro non si esclude che potrebbe tenere conto delle attuali lotte sindacali di Hollywood . A questo proposito Ellenberg afferma: “La persona giusta a cui chiederlo è Charlotte, che non può essere qui per questo motivo. Quello che posso dire al riguardo è che lo show ha affrontato sempre le questioni più importanti che si vivono nell’atturalità, e lo sciopero riflette certamente alcuni dei temi di questa stagione”.

Continua: “I media stanno cambiando rapidamente, chi ha davvero il controllo? Chi dovrebbe avere il controllo? Come dovrebbero essere governati? Cosa vuole il pubblico? Cosa vogliono le persone che li producono? È tutto in evoluzione. Ci sono questioni molto specifiche legate alle richieste dei sindacati e alla posizione del network, ma la questione globale è un vero e proprio dibattito sul futuro dei media stessi. La terza stagione esplora questo aspetto e sono sicura che continueremo nelle stagioni future”.

Ellenberg sceglie di essere ottimista in un periodo di pessimismo. “Spero che quando usciremo da questa situazione l’industria sia complessivamente più sostenibile, sia per le persone che producono gli show sia per quelle che li finanziano”, dichiara. “Il momento attuale è difficile, ma credo che al termine di questa fase l’industria avrà basi più sane e non vedo l’ora che ciò accada”.

Traduzione di Pietro Cecioni