L’origine del mondo, ritratto di un interno: l’approdo di Concita De Gregorio a teatro “con un testo profetico”

Arriva all'Argentina di Roma, dal 22 al 28 marzo, lo spettacolo - scritto e diretto da Lucia Calamaro - rivisitato e con un nuovo cast. De Gregorio: "Fare cose belle, piene di senso, è una cura". In scena con la giornalista Lucia Mascino e Alice Redini

Uno fa fatica però vive. Alla fine, è la conclusione più antica della storia ed è il principio dell’universo. Da Euripide a Pirandello il teatro tenta di rispondere a un’unica domanda, la sola che abbia un senso. Questo dunque cerca di fare, appunto, l’Origine del mondo, ritratto di un interno, lo spettacolo scritto e diretto da Lucia Calamaro con Concita De Gregorio, Lucia Mascino, Alice Redini in scena al Teatro Argentina di Roma dal 22 al 28 marzo. Poi in tournée in autunno approderà anche al Piccolo di Milano.

“Uno fa fatica però vive, trova strategie, si inventa”, scrive Calamaro nelle note di regia. “Di fronte al tempo, alle crisi, alle mutazioni esistenziali, magari sotto pressione, impotente, spesso isolato”. Rintanato, chiuso in un interno, nella casa, dove anche il rapporto con “io”, a volte, tra auto-psicanalisi e flussi di coscienza, diventa una non facile convivenza, un’amorevole contestazione.

Uno spettacolo che al tempo ha resistito, dal 2011 quando il primo testo ha visto la luce, vincendo nel 2012 tre premi Ubu, a oggi che torna in una versione rivisitata e con un nuovo cast. Tre atti per raccontare il presente, Donna melanconica al frigorifero, Certe domeniche in pigiama, Il silenzio dell’analista. Tre donne, tre voci, tre generazioni, nonna, mamma, figlia.

 

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“Un testo profetico, anche, perché dieci anni prima del Covid parlava di reclusione, dolore del mondo, stati depressivi, disturbi alimentari, impotenza ma anche di possibile redenzione”, ha detto Concita De Gregorio. Da sempre affascinata dal teatro, De Gregorio è giornalista, scrittrice e volto televisivo. Editorialista di El País e di Repubblica, per cui ha fatto l’inviata sin dagli anni ’90, già direttrice de l’Unità e di The Hollywood Reporter Roma, ha scritto oltre dieci libri, alcuni dei quali letti da lei stessa in podcast. Per lei è la prima volta sul palcoscenico dietro a un personaggio di finzione. Finora aveva portato in scena i suoi testi, anche se già nel più recente, Un’ultima cosa, accompagnata dalla cantautrice Erica Mou, si è trattato di recitare.

Il teatro per lei è una cura, “una felicità inattesa e improvvisa, realizzare un sogno che avevo da ragazzina”. Al personaggio che interpreta si sente molto legata. La sua donna vive un momento di stasi, una fase in cui ci si sveglia ma ci si sente incapaci di alzarsi dal letto. Una condizione, racconta, che ha vissuto lei stessa quando, durante la convalescenza dopo un tumore, Lucia Calamaro le propose di partecipare.

L’azione inizia quando comincia la parola. Così ne L’origine del mondo ecco prendere forma i legami familiari in cui si nasce e si capita, fondamentali e perversi ma anche ironici. “Una storia, quella con mia madre e con mia figlia, circolare e bellissima che fa molto ridere”. Un dramma di fronte ai monumenti della quotidianità, ingombranti elettrodomestici con cui confrontarsi. Tutte le volte che il frigo si apre e si chiude, la sua luce al neon illumina debolezze, fragilità e solitudine. Rincuorata solo da quella parola umoristica, confortata a volte da quei legami, seppure sgangherati. Insomma, uno fa fatica però vive.