Da Sherlock a Barbie, dall’emo all’hip hop: nessuna regola per Billie Eilish, idolo della Gen Z

Due premi Oscar alla miglior canzone originale, la sua voce inconfondibile in True Detective e Heartstopper, un’immagine costruita con cura, fra musica, social, televisione e cinema: fenomenologia della cantautrice statunitense che torna con il terzo album in studio, Hit Me Hard And Soft e un tour mondiale

“In a world of locked rooms, the man with the key is king. And honey, you should see me in a crown”, questa è la battuta pronunciata da Andrew Scott, nei panni del Professor Moriarty in Sherlock, che ispira Billie Eilish per una delle sue canzoni più note. Forse quella che la rivela al grande pubblico, nel 2018, se si vuole trovare un punto di inizio del fenomeno-Eilish.

Fan della serie con Benedict Cumberbatch la cantautrice, allora diciassettenne, trasforma quella battuta in un manifesto, anche visivo, della sua identità: sensuale ma inquietante, delicata e aggressiva, spaventata ma allo stesso tempo terrificante. Una strega e una principessa. O una piratessa, come uno dei suoi nomi (Billie Eilish Pirate Baird O’Connell) per cui non esistono etichette o regole, ma è lei a crearle.

Impossibile, infatti, dimenticare la tarantola che sgattaiola via dalla sua bocca nel video di You Should See Me in a Crown. Nessun effetto speciale, ha dichiarato Billie Eilish: ha veramente voluto imparare a farlo. Sul motivo è facile immaginare che sia un modo, il suo modo, per creare un’immagine che al tempo stesso stuzzichi la curiosità del pubblico ma la protegga la persona, creando una corazza spaventosa.

Screenshot del vertical video di You Should See Me in a Crown di Billie Eilish

Screenshot del vertical video di You Should See Me in a Crown di Billie Eilish

Billie Eilish e l’immaginario emo-horror

L’immaginario horror, che lei fa spesso coincidere con lo sguardo vitreo di una bambola assassina, è anche un modo per ribaltare su chi l’ascolta le sue stesse insicurezze e i suoi traumi. È per questo, probabilmente, che Donald Glover la sceglie per un piccolo ma significativo ruolo del suo Sciame (Swarm), la serie Amazon che segna il debutto della cantautrice come attrice.

Solo il volto rassicurante e allo stesso tempo angosciante di Billie Eilish, insieme all’immagine che di sé lei ha costruito, può portare il pubblico a stare in allarme fin dal primo momento in cui compare in scena. È con la quarta stagione di True Detective, tuttavia, che un nuovo tipo pubblico arriva a comprendere la potenza evocativa del personaggio che negli anni Billie Eilish ha costruito, e della musica.

Bury a Friend, la versione di True Detective

La sequenza dei titoli di apertura della serie con Jodie Foster, infatti, è accompagnata da Bury a Friend, brano che non solo fa riferimento ad alcuni dettagli della serie, ma si armonizza sulla sua atmosfera. O, persino, la crea. Lo stesso incubo popolato dai fantasmi che racconta Billie Eilish nel testo e nel video ufficiale della canzone (2019) si riflette cinque anni dopo nella trama di True Detective, aggiungendo anche un nuovo significato a un singolo che aveva avuto già un senso importante all’interno del percorso di Billie Eilish.

Da quell’ho paura, verso bisbigliato in Ocean Eyes (2016), suo primo brano virale, a Non ti faccio paura? cantato nella visione mostruosa di Bury a Friend  passano “solo” tre anni di adolescenza, tre anni in cui però la sua inquietudine diventa l’inno di un’intera generazione. Quella che crede di essere l’ultima, con il peso di un mondo intero che crolla sulle spalle (Eilish è anche un’attivista per il clima, oltre che per i diritti civili e la tutela del diritto di aborto). E che non viene nemmeno capita fino in fondo dai vicini millennials, più affezionati – su un simile stile – a Lana Del Rey.

Una scena del videoclip di Bury a Friend, Billie Eilish

Una scena del videoclip di Bury a Friend, Billie Eilish

Questo perché Billie Eilish rimescola le carte, si impossessa dello stile e dei temi dell’emo pop e lo trasforma in qualcosa di nuovo con l’estetica dell’hip hop. Oro e diamanti sui denti, unghie lunghissime come Cardi B, tute larghe, cappelli e bandane si abbinano a tinte fluorescenti per capelli o a melodie tormentate e cantate con un filo di voce.

Il punto di riferimento dell’ultima generazione

Nella, voluta, assenza di categorie e definizioni, Billie Eilish è diventata nel tempo il riferimento della Gen Z ed è anche per questo che la sua voce è entrata almeno in due grandi show televisivi dedicati ai ventenni di oggi: Euphoria (sia con You Should See Me in a Crown sia con il duetto Lo vas a olvidar, insieme a Rosalía) e Heartstopper.

Nel trailer di quest’ultima serie Netflix, a sorpresa, ha presentato un’anteprima del brano Birds of a Feather, del nuovo album Hit Me Hard and Soft da cui ha scelto di non fare uscire singoli. Anche questa una scelta ribelle nel mercato discografico attuale.

Pure ribelle, tuttavia, è un’etichetta e anche da questa Billie Eillish rifugge. La sua forza è nell’ossimoro, nella coesistenza di opposti impossibili da conciliare, ma che in lei vivono come se fosse la prima volta.

 

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E di prime volte Billie Eilish ne ha raggiunte e conquistate tante di grande spessore: è stata la prima artista nata nel ventunesimo secolo a raggiungere la vetta della classifica Billboard Hot 100 e a vincere un premio Oscar. È la più giovane di sempre ad aver vinto un Academy Award due volte, per No Time to Die e Barbie, così come la più giovane vincitrice delle quattro maggiori categorie dei Grammy nello stesso anno, compreso quella del miglior artista emergente.

Billie Eilish, un mistero irrisolto

C’è un mistero in Billie Eilish che ancora sbalordisce e che non si esaurisce. Forse è tutto nella forza e nella delicatezza con cui riesce a sussurrare le prime note di What I Was Made For?, trasformando in un attimo l’intero film di Greta Gerwig in una struggente ricerca dell’identità. Solo attraverso un bisbiglio. O in quel talento innato e irripetibile che le permette di sentire il rumore di un semaforo per strada e trasformarlo nella base di una hit come Bad Guy.

Qualsiasi cosa sia, Billie Eilish non ha ancora finito di dimostrarlo ed è pronta a colpire ancora, hard e soft, come è nel suo stile.