Cailee Spaeny: “Non l’ho mai detto a nessuno, ma mentre parlavo con Priscilla Presley, è partita la voce di Elvis alla radio”

Dal debutto con Pacific Rim - La rivolta del 2018 al film che le ha fatto incontrare Kirsten Dunst, Civil War di Alex Garland. La giovane attrice, cresciuta "da una fan sfegatata" del re del rock'n'roll racconta come è stato lavorare con la regista dei suoi sogni e su cosa ha significato confrontarsi con l'icona (e la donna) che ha dovuto interpretare

Il ruolo da protagonista di Cailee Spaeny nei panni di Priscilla Presley nel film Priscilla di Sofia Coppola non sorprenderà chi ha seguito finora la sua carriera. La nativa di Springfield, Missouri, ha sempre rubato la scena fin dal suo debutto nel film Pacific Rim – La rivolta del 2018, e ha continuato a farlo con una grande varietà di ruoli in 7 sconosciuti a El Royale, How It Ends e Omicidio a Easttown. La rapida ascesa di Spaeny è ancora più impressionante se si considera che all’inizio si era trasferita a Los Angeles con un altro sogno, quello di diventare una popstar.

Prima di Priscilla, il suo ruolo più acclamato è stato quello di Lyndon in Devs, la miniserie di fantascienza di Alex Garland che il network FX on Hulu ha trasmesso a marzo 2020. Garland era talmente innamorato di Spaeny e del resto del cast da esprimere il desiderio di riunirsi insieme a loro anche in futuro, e ha iniziato subito a scrivere altro materiale pensando al cast.

Spaeny e molti altri interpreti di Devs sono stati infatti scritturati per il suo prossimo film d’azione della A24, Civil War, ma è stato l’arrivo nel cast di Kirsten Dunst a cambiare la vita della giovane attrice. Dunst è rimasta talmente colpita dal lavoro di Spaeny sul set che l’ha raccomandata a Sofia Coppola, proprio quando sapeva che stava cercando un’attrice per il ruolo di Priscilla.

“Kirsten ha creduto in me e ha apprezzato quello che ho fatto in Civil War, e ovviamente è la musa di Sofia Coppola. Quindi entrare in questo film con un simile punto di partenza è stato speciale”, racconta Spaeny a The Hollywood Reporter.

Jacob Elordi, Cailee Spaeny, Priscilla Presley e Sofia Coppola alla première di Priscilla a Venezia80

Jacob Elordi, Cailee Spaeny, Priscilla Presley e Sofia Coppola alla première di Priscilla a Venezia80

Spaeny è stata colta di sorpresa dalla rapidità e informalità dell’audizione. Non ha nemmeno dovuto fare una lettura del copione con il co-protagonista Jacob Elordi, che interpreta Elvis Presley, per verificare la compatibilità tra di loro. L’interprete ha ricevuto la notizia di aver ottenuto il ruolo mentre era ancora impegnata nelle riprese di Civil War, così ha potuto festeggiare con Kirsten Dunst ed esprimerle la sua gratitudine.

“Non c’è stato alcun processo di audizione, in realtà. Ho semplicemente incontrato Sofia”, racconta Spaeny. “Poi ho incontrato Kirsten il giorno in cui l’ho saputo, ed è stato travolgente e surreale vederla e avere la conferma di ciò che era successo. L’ho abbracciata e ho iniziato ad affrontare questa sfida con la regista dei miei sogni”.

Curiosamente, quello di Priscilla Presley è il quarto ruolo biografico che Spaeny ha interpretato negli ultimi cinque anni, ma non aveva mai avuto modo di interagire con la persona che interpretava come con Priscilla. Spaeny e Presley hanno parlato a lungo al telefono e Priscilla ha accolto con piacere le sue domande. Durante una conversazione telefonica, Spaeny ha sentito Presley sussultare quando la radio dietro di lei ha cominciato a suonare Elvis in sottofondo. A dispetto di quanto si potrebbe pensare, questo non è un evento comune.

“Eravamo al telefono e ha sussultato: ‘Lo senti? È alla radio’”, racconta. “Poi ha messo il telefono in vivavoce e le ho chiesto: ‘Lo senti spesso alla radio?’. E lei ha risposto: ‘No. È un po’ strano'”.

Cailee Spaeny sarà protagonista anche del nuovo film della saga di Alien di Fede Álvarez, in uscita nel 2024.

Dobbiamo ringraziare Kirsten Dunst per aver smosso le cose a suo favore?

Sicuramente non ha danneggiato il processo, questo è certo. Credo che Kirsten abbia creduto in me e abbia apprezzato quello che ho fatto in Civil War di Alex Garland. E ovviamente è la musa di Sofia Coppola. Ha interpretato Maria Antonietta in Marie Antoinette quando aveva circa 23 anni, io ho fatto questo film a 24 anni. È stato divertente che le nostre strade si siano incrociate.

E bisogna anche dare merito ad Alex Garland, che aveva detto che avrebbe richiamato molti dei suoi attori di Devs ed è stato di parola.

Sì, credo che funzioni così, no? Fai il tuo lavoro, e se ti comporti bene e sei un bravo attore, e cerchi di essere gentile e di studiare e di fare del tuo meglio, speri ti torni indietro qualcosa.

Quando ha ricevuto la telefonata con cui ha saputo che Sofia era interessata a parlare di Priscilla, ha avuto la stessa reazione di Priscilla quando l’ha chiamata per la prima volta Elvis? 

Qualcosa di simile. Ero anche scioccata dal fatto che fosse successo così in fretta. Non c’è stato alcun processo di audizione, in realtà. Ho semplicemente incontrato Sofia per il ruolo. Poi ho visto Kirsten il giorno stesso in cui l’ho ottenuto, ed è stato travolgente e surreale vederla e avere la conferma di cosa era successo. L’ho abbracciata e ho iniziato ad affrontare questa sfida enorme con quella che è davvero la regista dei miei sogni. Da adolescente è grazie a lei se mi sono avvicinata al cinema indipendente ed è guardando uno dei suoi film che mi sono chiesta per la prima volta chi ci fosse dietro la macchina da presa. È stata una chiamata incredibile, ma anche terrificante. La paura è subentrata quasi subito.

Lei e Jacob Elordi avete fatto una lettura del copione insieme prima che le cose si mettessero ufficialmente in moto, o Sofia ha semplicemente scommesso su di voi?

C’è stata una conversazione sulla possibilità di fare una sorta di lettura per vedere se c’era chimica, poi credo che si sentisse semplicemente sicura delle sue scelte e abbia detto: “Facciamolo e basta. Andiamo”. Non so come siano state le conversazioni a porte chiuse e perché abbia deciso di non farlo, ma questo è il punto di forza di Sofia. Ha una visione molto precisa ed è davvero sicura di quello che sta facendo, e lo fa restando umile. È molto dolce e incredibilmente gentile, e sa esattamente quello che vuole. Quando metti su un film di Sofia Coppola, sai che è un film di Sofia Coppola, ed è difficile trovare queste visioni così sicure e distinte nei registi. Mi sento fortunata ad averne fatto parte. E la vita è molto più facile quando il tuo regista sa cosa vuole.

Per quanto riguarda la preparazione, si è basata sul libro Elvis e io, sulla sceneggiatura e su alcune opere letterarie dell’epoca, ma ha anche trascorso del tempo con la vera Priscilla. Che tipo di domande le ha fatto?

Volevo che si sentisse al sicuro e non avesse la sensazione che stessi scavando nella storia. Volevo che sentisse di poter andare al suo ritmo nel raccontare il suo passato, visto che erano eventi molto emotivi quelli che le chiedevo di rivivere. Ho cercato di fare attenzione. Volevo che si sentisse nelle mani giuste, protetta. Il nostro primo incontro è durato circa quattro ore, cosa che mi ha scioccato, ma lei è stata molto gentile nel dedicarmi il suo tempo. Ho lasciato che le cose andassero come dovevano andare e la cosa più importante per me è stata riuscire a sedermi di fronte a lei e a cogliere la sua personalità e la maniera in cui si comporta. Ho trovato delle chicche lungo il percorso, per esempio come si è sentita la prima sera che si sono incontrati o le battute che facevano tra loro. Lei parlava di qualcosa che lui aveva fatto o detto, e faceva una risatina mentre ripensava a quel giorno.

Un'immagine del film Priscilla di Sofia Coppola

Un’immagine del film Priscilla di Sofia Coppola

Sono stati momenti davvero speciali da vivere e da ricordare con lei. Sono stata fortunata ad avere il suo sostegno e a sentirmi dire cose come: “Puoi chiamarmi quando vuoi. Sono a disposizione per parlare di tutto ciò di cui hai bisogno, che si tratti del film o di qualsiasi altra cosa. Voglio solo che tu sappia che sono qui”. Ovviamente il fatto di interpretare una persona reale mette molto in soggezione, insieme alla consapevolezza che prima o poi questa persona avrebbe visto il film, ma lei non avrebbe potuto essere più solidale. Volevo fare questo film per lei. Raramente si è vista la sua di storia e meritava di sentirsi protetta e al sicuro durante questo processo.

Sofia aveva fatto vedere il film a Priscilla prima della première a Venezia80. Durante la proiezione ha guardato verso di lei per vedere le sue reazioni? O ha fissato lo schermo per tutto il tempo?

Non avevo intenzione di guardare il film. Non mi piace riguardarmi. Ero così nervosa a Venezia, c’era tutto un piano che prevedeva che me ne andassi e poi tornassi per la fine del film. Ma prima di entrare ho guardato Sofia e le ho detto: “Secondo te cosa dovrei fare? Dovrei guardarlo o no?”. Lei mi ha risposto: “Non voglio che tu rimpianga di non averlo visto alla Mostra del Cinema di Venezia. È un momento davvero speciale”. Così l’ho fatto, ma è stato strano. È stato surreale guardare questo film per la prima volta con Priscilla seduta accanto a me. Jacob era in mezzo a noi, quindi a un certo punto mi sono girata verso di lui e ho chiesto: “Che faccia sta facendo? Ti sembra che stia bene?” (ride, ndr.). Lui guardava e mi diceva: “Sì, sì, sembra che le piaccia”. Ma Venezia è stata la prima volta che si è girata verso di me e mi ha detto: “Ottima performance. Ho visto la mia vita attraverso di te e hai fatto un lavoro incredibile”. Era l’unica cosa che avevo bisogno di sentire, e non importa quello che dicono gli altri. Voglio dire, sono molto grata del fatto che l’accoglienza sia stata per lo più positiva, ma sinceramente il solo fatto di sentirmelo dire da lei significa tutto per me.

Pensa che Priscilla si sia mai sentita veramente a casa a Graceland?

Mi è sembrato fosse più un’ospite, e questo viene raccontato in tanti modi bellissimi. Sofia ha fatto un ottimo lavoro nel dire così tanto con così poco e nel lasciare sospese le inquadrature di questa ragazza che cerca di trovare la sua strada in questa casa solitaria. Una casa da sogno, ma soffocante. Per quanto riguarda Priscilla stessa, è lecito chiedersi se si sia mai sentita a casa sua. Sono sicura che alla fine ci sia arrivata, ma per quanto riguarda la realizzazione di questo film e ciò che viene raccontato attraverso le immagini, ci siamo decisamente concentrati sulla sua sensazione di isolamento e solitudine.

Viveva sempre in un mondo maschile, ed è stato sicuramente una parte importante della storia vederla mentre cercava di essere la moglie perfetta, ma anche capire come relazionarsi con i ragazzi. È una cosa che abbiamo discusso io e Priscilla. Le ho chiesto: “Hai mai scherzato con loro?”. Era uno strano equilibrio tra l’essere una specie di principessa e il frequentare solo questi uomini, e non si sentiva nemmeno in grado di avvicinarsi alle loro mogli. Alla fine mi ha detto che sapeva che gli amici di Elvis avevano delle relazioni extraconiugali. Questi dettagli sono stati elementi importanti per cercare di mettere insieme i pezzi del puzzle su come non si sia mai sentita al suo posto in quel mondo.

È successo qualcosa di insolito sul set di Priscilla?

Non sul set, ma c’è una cosa che ancora non ho detto a nessuno. Una volta, mentre ero al telefono con Priscilla, è partito Elvis alla radio. È così divertente che non ho ancora avuto l’opportunità di raccontarlo, ma io e lei eravamo al telefono e ha esclamato: “Lo senti?”. Io ho risposto: “Cosa?” E lei: “È alla radio”. Poi ha messo il telefono in vivavoce e credo che fosse Love Me Tender o qualcosa del genere. Era una delle sue canzoni lente. Poi le ho chiesto: “Succede spesso? Lo senti spesso alla radio?”. Ha risposto: “No”. E allora ha pensato: “Mmmh, è un po’ strano”. È stato un momento e un’interazione molto interessante, anche per come lei ha reagito sentendolo alla radio. Sono sicura che sia una cosa a cui abbiamo pensato tutti: che cosa prova quando lo sente alla radio o in TV? Così ho vissuto questa esperienza in prima persona con lei e ho avuto la sensazione lo trovasse un po’ inquietante.

È bizzarro ricreare il matrimonio di qualcuno, soprattutto se si tratta di una delle cerimonie più famose della cultura pop?

Lo è stato. Ci sono pochissimi filmati di lei in quel periodo, ma il matrimonio era molto ben documentato. Oggi ne parla e dice che se potesse rifarlo, vorrebbe che la stampa si occupasse meno del loro matrimonio. Ci sono tonnellate di filmati e di fotografie. È stato sicuramente interessante da guardare ed ha aiutato la ricostruzione. Quando loro sono di fronte alle telecamere sembra un po’ una performance, sembrano molto nervosi. Lei racconta di come avrebbe voluto passare più tempo con suo marito quel giorno. Inoltre è stato molto divertente far ricreare a Chanel il suo abito da sposa. L’atmosfera sul set era davvero intensa e sembrava quasi un vero matrimonio. Le aspettative erano molto alte e tutti hanno dato il meglio per cercare di far sembrare ogni particolare perfetto. È un momento bellissimo del film.

Finora ha interpretato quattro persone realmente esistite (Priscilla Presley, Lynne Cheney, Anna Eleanor Roosevelt, Jane Ginsburg). Quando ha iniziato a recitare, sette anni fa, avrebbe mai immaginato di farsi un nome con questi ruoli biografici?

Assolutamente no. Sono stata cresciuta nel Sud da una fan sfegatata di Elvis. Mia madre collezionava cimeli di Elvis e da bambina andò a Graceland in vacanza. Quindi la combinazione di tutto questo e il fatto di trovarmi nella mia stanza a 14 anni e guardare l’intera filmografia di Sofia Coppola e cambiare completamente il mio modo di vedere il cinema, e poi ricevere la benedizione di Kirsten Dunst, tutto si è unito in un modo davvero magico che non avrei mai potuto immaginare. Ma è così che funziona questa piccola e divertente industria. È un effetto domino. Mi sento molto fortunata ad aver avuto questa opportunità e sono contenta che il film sia stato accolto bene. Vedremo cosa succederà, sono entusiasta di scoprire dove mi porterà.

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L’uscita nelle sale americane di Priscilla è stata il 3 novembre 2023. Questa intervista è stata editata per ragioni di lunghezza e chiarezza.

Traduzione di Nadia Cazzaniga