Pilar Fogliati dopo il cinema si prende (anche) la tv: “Mi attrae tutto quel che è pop. Sanremo? Non mi fa paura”

L'attrice e regista di Romantiche, presto in sala con tre film, torna su Rai1 dal 1 ottobre con la seconda stagione della fiction Cuori: "Inutile lamentarsi che mancano bei ruoli per le donne, se quando te li offrono non li accetti"

Pilar Fogliati non ci sta. Nel senso che non c’entra, non calza: nel cinema italiano fa caso a parte. Trent’anni, talento da caratterista, volto bello e irregolare, scrive, interpreta, dirige, fa (quasi) tutto da sé. Sarebbe la nostra Phoebe Waller-Bridge – l’autrice di Fleabag – se nel cinema e nella tv italiana ci fosse posto per una Phoebe Waller-Bridge. Il paragone più vicino e più frequente, invece, è quello con Carlo Verdone. Non proprio la stessa cosa, ma ci sta: la romanità, il talento per i caratteri, l’esordio alla regia a trent’anni, Sergio Leone padrino di lui, Giovanni Veronesi di lei. 

Dopo il cinema con Romantiche – one woman show ora su Prime Video, dove Fogliati dirige e interpreta, Veronesi co-sceneggia – l’attrice tornerà da domenica 1 ottobre su Rai1 nella seconda stagione di Cuori, la fiction ambientata nelle corsie di un ospedale anni sessanta (la media della prima stagione sfiorò i 4 milioni, col 18,9% di share).

Nel futuro di Fogliati tre film – due commedie, Finchè notte non ci separi di Riccardo Antonaroli e Romeo è Giulietta di Giovanni Veronesi, e un film drammatico, Confidenza di Daniele Luchetti – ma soprattutto un obiettivo. Portare i suoi personaggi sul palco più difficile che c’è: quello di Sanremo. 

Per lei c’è la fila. A che le serve una fiction adesso?

Guardi che Cuori è molto importante per me. Sono attratta da tutto ciò che è pop: questo progetto mi permetteva di entrare, con la storia giusta, nelle case delle persone. E poi si dice sempre che mancano dei bei ruoli femminili, che bisognerebbe scrivere per le donne: la mia Delia, in Cuori, è un gran bel personaggio.

Ha dovuto rinunciare a qualcosa per girarla?

Il lavoro è durato sei mesi. Ma se cominci a pensare che una cosa non la devi fare perché magari te ne arriva un’altra, inquini un sentimento onesto. Facile da dire, difficile da applicare: me ne rendo conto. Ma la prima stagione è piaciuta e ha mantenuto il suo pubblico. Di solito col passaggio alla seconda stagione cambia il team creativo o il regista. Invece nessuno ha rinunciato, è un buon segnale.

Lei, però, è cambiata: è arrivato il successo.

Vero. Sento di aver avuto fortuna. 

Fortuna?

Sì, perché ho potuto sperimentare cose diverse. Non è che tutti abbiano la possibilità di dire: “Sto capendo cosa voglio fare attraverso i miei lavori” (in falsetto, ndr). È un privilegio. 

Tante attrici oggi vogliono esordire alla regia. Come mai?

Non può essere un caso. Mi fa sorridere che stiano esordendo una dopo l’altra. Sembra quasi che ci sia bisogno che una rompa il muro perché le altre dicano: “lo faccio anche io”.

Pensa di averlo rotto lei, il muro?

No, assolutamente no. Però, senza rendermene conto, mi sono ritrovata a essere d’esempio. Ed è andata bene. Io non sono Micaela Ramazzotti o Paola Cortellesi, che sono donne su cui fare un investimento più sicuro. Sono attrici di successo: io, fossi un produttore, su di loro ci scommetterei subito. 

Pilar Fogliati e Alessandro Tersigni in Cuori 2

Pilar Fogliati e Alessandro Tersigni in Cuori 2

La paragonano a Verdone: che effetto le fa?

Un paragone troppo grande, è il mio mito. Del resto perché non avrei dovuto ispirarmi a lui? Mi piace il genere di cinema che faceva, quello con i caratteri esasperati. Ed era tantissimo tempo che non ci provava nessuno. Me l’ha detto proprio lui: mentre scrivevo il mio film, Veronesi, che è suo amico, l’ha chiamato e me l’ha passato. “Fate un buon lavoro, che sono 40 anni che non ci prova nessuno”. Poi è venuto alla prima. 

Quattro anni fa condusse Extra Factor con Achille Lauro. Tornerebbe a presentare?

Sì, ma col programma giusto. Extra Factor è stato una grande esperienza. Mi piaceva sbirciare nel dietro le quinte, vedere i provini, i personaggi, quella che si porta appresso la pietra “perché mi dà energia” (imposta la voce, ndr). Ma era un programma di musica, e più di tanto non potevo dare. È stato difficile. Però non escluderei di tornare a condurre.

Le sono arrivate proposte?

Mi sono capitate. Ho detto no perché ero impegnata con Cuori. Ecco: in effetti a qualcosa ho rinunciato.

Achille Lauro lo sente ancora?

Ogni tanto. Quando facevo Extra Factor era il caso del momento. C’era una grande curiosità intorno a lui. La gente non mi chiedeva se a X Factor fosse tutto finto. No, volevano sapere com’era Lauro.

A X Factor è tutto finto?

Tutto vero, incredibilmente. Sono nudi davanti alle telecamere.

A Sanremo ci pensa?

Mi piacerebbe tantissimo. Se andassi lì e portassi i personaggi di Romantiche, per esempio, non mi farebbe nemmeno paura. Ci andrei di corsa e sarei felicissima di starci: Sanremo è la festa dell’Italia che si rivede su quel palco. 

Pilar Fogliati in Cuori 2

Pilar Fogliati in Cuori 2

È finita al Quirinale. Due volte: una per condurre la cerimonia di presentazione dei candidati ai David. 

Fece da tramite una giornalista, Maria Latella, che ogni tanto mi chiamava per fare delle imitazioni in radio. Un giorno mi scrisse un messaggio:  “Il Quirinale è interessato a te”. Cercavano un’attrice giovane ed esordiente per condurre la cerimonia. Ho provato il discorso a casa: avevo il terrore di sbagliare il nome di Mattarella. Però devo dire di non essermi mai sentita cittadina italiana come in quel momento.

E poi è diventata Cavaliere della Repubblica. Come è successo?

Da quel che ho capito, l’onorificenza viene attribuita se presti un servizio allo Stato: alla cerimonia sono stata brava e non ho sbagliato nemmeno un nome. Ma non è che diventi cavaliere in automatico: almeno così mi hanno detto loro. Forse l’hanno detto solo per farmi sentire più figa. 

Nella commedia di Veronesi sarà Giulietta o Romeo? 

Sono sul set in questi giorni. Non posso rispondere precisamente. Diciamo che potrei essere entrambi.

Il film di Luchetti: avrà un ruolo drammatico?

Confidenza è un film stupendo, molto conturbante e drammatico. Il protagonista è Elio Germano. Io interpreto una giornalista molto ambiziosa, che si mangerebbe chiunque per arrivare al Quirinale. Lo vede? Di nuovo il Quirinale. Ormai sono una donna di Stato.