Hollywood in scompiglio: lo sciopero degli sceneggiatori e attori potrebbe influire sugli Oscar?

Dal Museum Gala ai Governors Awards, gli eventi più importanti del cinema e delle serie tv sono seriamente a rischio. Per prepararsi al meglio ai prossimi mesi, è bene tornare indietro ai picchetti del 1960

Poche cose a Hollywood non hanno subito l’impatto degli scioperi di sceneggiatori e attori. In effetti, gran parte dell’industria audiovisiva è rimasta completamente bloccata. Con l’ipotesi che l’interruzione del lavoro possa protrarsi per tutto il 2023, gli organizzatori di molti dei prossimi eventi del settore sono costretti a valutare come, o addirittura se, andare avanti.

L’Academy of Motion Picture Arts and Sciences non fa eccezione. È l’organizzazione che si occupa non solo dell’assegnazione annuale degli Oscar, ma anche di numerose altre manifestazioni. Due di questi eventi – il Museum Gala dell’Academy e i Governors Awards – si sono sempre svolti in autunno, ma quest’anno la loro realizzazione è a rischio.

Il Museum Gala è una raccolta fondi d’importanza cruciale diventata rapidamente un Met Gala per la costa occidentale. Attirando nomi importanti e grandi sfilate di moda, in occasione della prima edizione del settembre 2021, la serata ha raccolto più di 11 milioni di dollari. Secondo quanto appreso da THR, la terza edizione avrebbe dovuto svolgersi il 14 ottobre, ma i piani sono ancora in alto mare.

Data la motivazione filantropica del Museum Gala e la posizione neutrale nei confronti degli scioperi da parte dell’Academy – che si è ritirata dalle dispute sindacali circa 90 anni fa – sembra improbabile che i sindacati in sciopero vietino ai loro membri di partecipare o prendano di mira l’evento. Ma se lo sciopero dovesse essere ancora in corso al momento della cerimonia, i membri stessi potrebbero decidere di non partecipare.

Molti invitati, tra cui più di qualche aspirante all’Oscar, partecipano ogni anno come ospiti degli Studios che distribuiscono il film per il quale sono in lizza. Sono gli stessi Studios che si fanno carico dei costi considerevoli per i tavoli (dai 250.000 ai 500.000 dollari) o per i posti individuali (25.000 dollari). L’imbarazzo di doversi confrontare con i dirigenti delle aziende contro cui si sta lottando e l’ottica di partecipare a un evento di lusso mentre la stragrande maggioranza dei propri colleghi è in difficoltà, saranno sicuramente motivo di riflessione per molti.

Costi e presenze agli eventi autunnali più importanti dell’anno

Ci sono poi i Governors Awards, una cena di gala annuale in cui il consiglio di amministrazione dell’Academy premia quattro persone della comunità cinematografica con onorificenze speciali. Questo evento – la cui 14ª edizione è già stata annunciata pubblicamente per il 18 novembre – non è trasmesso in televisione ed è organizzato dai lavoratori iscritti al sindacato (dagli sceneggiatori alla troupe), due punti che apparentemente sarebbero a favore delle corporazioni. Ma le cose si complicano.

I Governors Awards si tengono nel pieno della stagione degli Oscar, perché l’Academy ha calcolato (in modo piuttosto brillante, a quanto pare) che programmarli in quel periodo avrebbe reso l’evento un punto caldo per i grandi nomi attualmente in lizza per la statuetta, che avrebbero potuto farsi vedere, fotografare o intrattenersi con i membri dell’Academy. In effetti, oggi sono più numerose le star che partecipano ai Governors Awards che agli Oscar, non da ultimo perché nessuno è stato eliminato dalla competizione al momento in cui si tengono.

Ma il conto salato per la partecipazione ai Governors Awards – 75.000 dollari per un tavolo o 7.500 dollari per un posto individuale – è quasi sempre a carico di uno studio, che riempie il suo tavolo invitando i principali collaboratori dei suoi film in lizza, compresi attori e sceneggiatori a sedersi lì accanto ai massimi dirigenti dello studio. Questa dinamica sarebbe attualmente insostenibile.

Inoltre, due dei quattro premiati ai Governors Awards di quest’anno sono attori: Angela Bassett e Mel Brooks (anche sceneggiatore), entrambi destinati a ricevere l’Oscar ad honorem. E se, come sembra probabile, i due attori esprimessero delle riserve sulla loro presenza all’evento durante lo sciopero degli attori, è difficile immaginare che l’Academy possa procedere. Gli altri due premiati di quest’anno – l’editrice cinematografica Carol Littleton, anch’ella destinata a un Oscar ad honorem, e la fondatrice del Sundance Institute Michelle Satter, scelta per il Jean Hersholt Humanitarian Award – pur essendo molto illustri, non sono esattamente “star” che potrebbero spingere indipendentemente le vendite dei biglietti.

A complicare ulteriormente le cose per l’Academy, c’è il fatto che, se l’evento dovesse essere rimandato, non potrebbe essere spostato oltre il 16 gennaio 2024 (data in cui si chiuderanno le votazioni per determinare le candidature ai 96° Oscar) senza perdere l’incentivo principale per le attuali star del cinema a presentarsi. Abbiamo già visto cosa succede: la dodicesima edizione dei Governors Awards è stata posticipata, a causa della pandemia, al venerdì precedente la domenica degli Oscar nel 2022, e le star presenti sono state molto meno numerose rispetto agli altri anni.

Cosa accadde durante lo sciopero del 1960 agli Oscar?

A proposito della domenica degli Oscar, la 96ª edizione degli Academy Awards andrà attualmente in onda sulla ABC, di proprietà della Disney, il 10 marzo 2024. Anche se scrittori e attori stanno scioperando contro le case di produzione, e il capo della Disney Bob Iger si è involontariamente fatto portavoce degli Studios nella disputa in corso, è molto difficile immaginare che gli Oscar non si terranno in quella data. Perché? In parte perché sembra probabile che l’intero settore sarebbe decimato se gli scioperi si protraessero fino a marzo. E in parte perché uno sciopero, anche se in corso, non ha mai fatto deragliare gli Oscar.

La 32a edizione degli Oscar si tenne il 4 aprile 1960, nel bel mezzo dell’ultimo sciopero degli sceneggiatori e degli attori prima di questo (che si risolse 14 giorni dopo). Quella sera, il conduttore Bob Hope iniziò il suo monologo dicendo: “Benvenuti alla riunione sindacale più glamour di Hollywood”, aggiungendo poi: “Non avrei mai pensato di vedere il giorno in cui Ronald Reagan (interprete di film di serie B e allora presidente della Screen Actors Guild) sarebbe stato l’unico attore a lavorare” e “Entrambe le fazioni degli scioperi sono qui stasera. Le migliori performance attoriali dell’anno si stanno svolgendo proprio tra il pubblico”.

Sette anni dopo, la 39esima edizione degli Oscar fu quasi interrotta da uno sciopero dell’America Federation of Television and Radio Artists, a sostegno del quale la Directors Guild of America diede istruzioni ai suoi membri di non svolgere alcun lavoro. L’American Federation of Musicians chiese ai suoi membri di non oltrepassare i picchetti, e la stessa Academy dichiarò: “Se gli scioperi saranno ancora in corso, lo spettacolo non andrà avanti”.

Tuttavia, dopo 13 giorni, lo sciopero si risolse a poche ore dall’inizio della trasmissione degli Oscar, il 10 aprile 1967, e lo spettacolo andò in scena. Hope, ancora una volta conduttore, nel suo monologo disse: “Buonasera a tutti. Benvenuti alla 39esima edizione degli Academy Awards. Questa è la grande serata, e che tensione, che dramma, che suspense. In realtà, abbiamo ricevuto la notizia circa mezz’ora fa, e spero che il gobbo sappia che gli scioperi sono finiti. Questa potrebbe essere la prima pausa pubblicitaria di due ore. Le incriminazioni, i sospetti e la rabbia sono ormai alle spalle. Ora inizia la vera lotta”.

Traduzione di Pietro Cecioni