Sciopero WGA e SAG-AFTRA: sono 45 mila i posti di lavoro persi durante i picchetti

Secondo i dati raccolti dall'Ufficio statistico del lavoro degli Stati Uniti, il settore cinematografico e televisivo non è uscito indenne dalle manifestazioni. Ma una ripresa è ancora possibile

Lo sciopero della WGA (il sindacato degli sceneggiatori) è terminato e sembrano esserci progressi nelle trattative tra SAG-AFTRA (il sincato degli attori) e l’associazione dei produttori, AMPTP, ma l’impatto delle manifestazioni sul settore dello spettacolo si potrà valutare realmente solo a lungo termine.

L’Ufficio statistico del lavoro degli Stati Uniti ha pubblicato venerdì 6 ottobre il rapporto sui posti di lavoro relativo al mese di settembre che, pur essendo positivo per il paese (gli Stati Uniti hanno aggiunto complessivamente 336 mila posti di lavoro, con un tasso di disoccupazione stabile), mostra anche le prime conseguenze degli scioperi.

Secondo i dati raccolti, il settore cinematografico e televisivo ha perso altri 7 mila posti di lavoro a settembre, dopo averne persi 17 mila ad agosto. L’occupazione nel settore “è diminuita di 45 mila unità da maggio, ovvero da quando è iniziato lo sciopero della WGA”.

Gran parte dell’industria dell’intrattenimento, cioè, si è fermata a causa degli scioperi degli sceneggiatori e degli attori, perdendo un numero di posti di lavoro pari quasi alla capienza di uno stadio. Al contrario, il mese scorso il settore dell’editoria è riuscito a creare 6 mila posti di lavoro in più, mentre il settore delle telecomunicazioni è rimasto praticamente immobile.

La buona notizia è che, con la fine dello sciopero della WGA, le produzioni stanno lentamente tornando al lavoro (i late shows, i programmi televisivi di varietà in seconda serata, sono già tornati in onda) e, una volta terminato lo sciopero della SAG-AFTRA, si prevede che le produzioni riprenderanno rapidamente.

Resta da determinare se il tumulto estivo stabilirà o meno una perdita permanente dei posti di lavoro, o se la ripresa delle produzioni riuscirà a contenere i danni. Per saperlo bisognerà attendere un futuro rapporto dell’Ufficio statistico del lavoro.

Traduzione di Pietro Cecioni