Sanremo 2024: Amadeus V beatificato in diretta dal Dio Auditel, è il festival ecumenico (per la gioia universale)

I vertici Rai in stato di estasi per lo share al 65,1% e i dieci milioni e mezzo di ascoltatori in media, mentre il sommo direttore ha buone parole per tutto e tutti: per l'appello al cessate il fuoco di Dargen D'Amico, per i trattori, per la libertà di pensiero, per tutti i cantanti nessuno escluso. Ma le vere notizie sono due: il ritorno di Morandi e l'arrivo in città della mucca Ercolina

Geniale, fantastico, bellissimo, straordinario, universale. Amore a prescindere. Leggerezza, serenità, libertà, pluralità, famiglia, giovani, record. Grazie grazie grazie grazie. Sono le parole più gettonate, ripetute e ribadite alla solenne cerimonia quotidiana presso il Roof dell’Ariston che passa erroneamente sotto il nome di conferenza stampa. Ovvio, direte voi: avendo la prima serata di Sanremo 2024 conquistato l’Olimpo sacro del Dio Auditel con una media di oltre 10 milioni e mezzo di telespettatori con uno share bulgaro del 65,1%, una vetta insuperata dal Pippo Baudo del 1995, Re Amadeus è stato beatificato Sant’Amadeus senza soluzione di continuità. I vertici Rai in stato di estasi, dati d’ascolto sviscerati sin nel dettaglio, a loro modo rivelatori. Primo, il picco d’ascolto – 16 milioni d 768 mila spettatori – si è raggiunto alle 22.09 quando sul palco sanremese è arrivata Daniela Di Maggio, madre di Giò Giò, il musicista ventiquattrenne ucciso lo scorso agosto a Napoli. Secondo, lo share ha raggiunto il suo vertice assoluto alle 00.15, durante l’esibizione di BigMama: un abnorme 70,1%.

Amadeus alla conduzione di Sanremo 2024

Amadeus alla conduzione di Sanremo 2024

Nel mondo amadeico vuol dire gli opportuni e commoventi sentimenti di giustizia (oppure, per dirla con le parole dell’ad Rai Roberto Sergio in una sontuosa dichiarazione gli “spunti di riflessione sul tempo che stiamo vivendo”) che abbracciano l’iconicità queer, vuol dire due delle tante anime dello spirito universalista del festival, dove si incontrano i trattori in rivolta, Bella Ciao cantata ad uso e consumo dei titoli dei giornali del giorno dopo (“Il Festival dell’Unità” titola a tutta pagina Libero), la serenità familiare, l’amore, il luccichìo del palco blu elettrico, la vasta riconquista del pubblico giovanile, tornato nella grande comunione sanremese grazie alla sistematica accoglienza di Alfa, Ghali, Rose Villain, Geolier, Sangiovanni e via dicendo. Dio Auditel è stato prodigo di doni: tra gli spettatori ventenni lo share ha toccato il 78%. “Il festival si è ringiovanito, ci sono i bambini”, si entusiasma Marcello Ciannamea, direttore Intrattenimento Prime time. “E’ grande modo di fare servizio pubblico quello di Amadeus, è un linguaggio in grado di arrivare a tutti”, gongola. Sanremo 2024, grida una Rai come elettrificata dal responso degli ascolti è “l’evento lineare più fruito di sempre”. Poffarbacco.

Entusiasmi sfrenati a parte, è chiaro che la prima vera notizia del giorno è che la mucca Ercolina 2, il “simbolo simpatico” della protesta dei trattori, è già arrivata a Sanremo. Qualcuno ironizzava: se la fanno salire sul palco non c’è il rischio di sgradevoli incidenti fisiologici? (Amadeus intanto conferma l’invito ai contadini furenti).

La seconda notizia più rilevante è l’epifania, annunciata a giornalisti increduli per tanta munificenza, di Gianni Morandi: “Ho sentito Gianni e gli ho detto: se non hai impegni, fallo un salto”, sorride Amadeus, e Gianni ha detto sì. Anzi, quest’ultimo su Instagram ha fulmineamente specificato che “Sanremo mi piace! Belle le canzoni e forti sti due!”: appuntamento alla serata del giovedì.

“Ama”, come lo chiamano affettuosamente quasi tutti i giornalisti presenti, ha ovviamente buone parole per tutti. “Non sapevo che Dargen D’Amico avrebbe fatto un appello contro la guerra, ma ha detto una cosa bellissima che ho condiviso totalmente”, sospira il santo conduttore a proposito dell’appello al cessate il fuoco lanciato dal palco dell’Ariston da Dargen D’Amico. “I bambini sono sacri – annuisce con aria pensosa il direttore artistico – ci sono bambini fortunati e altri che sono sotto la minaccia dell’onda alta”. Dominano i buoni sentimenti, “non avrei potuto lavorare in serenità senza la vicinanza ed il sostegno di mia moglie e della mia famiglia”, s’illumina Amadeus.

Marco Mengoni, Dargen D'Amico e Amadeus

Marco Mengoni, Dargen D’Amico e Amadeus – Rai

E proprio il festival della fu canzone italiana nella variante amadeica sarebbe la prova della non esistenza di “TeleMeloni”. Incalza ancora Ciannamea che “la Rai è inclusiva, aperta a tutti, lo si vede nell’offerta editoriale, di approfondimento, nello spazio che dà a tutti. Le voci che la Rai include sono tante, tutte diverse, ognuno ha la libertà di esprimere il proprio pensiero. Difendiamo assolutamente la pluralità di espressioni, la libertà di stampa nella maniera più assoluta in tutte le espressioni aziendali, editoriali e non”: la tirata è in risposta ad una domanda sul sit-in del Pd annunciato per oggi a Viale Mazzini. “Io sono per la libertà a prescindere, di pensiero, parola, idea”, si sente in obbligo di assicurare il sommo direttore artistico, il quale per commentare i fantasmagorici dati d’ascolto dice solo “io semplicemente farei un applauso alla musica”. Quanta modestia.

Ultimo siparietto molto edificante, l’intervento di una giornalista della Georgia: “Siamo presenti per la prima volta da 74 anni, ringraziamo la Rai, Amadeus e tutti i responsabili, questo che si sta creando è un ponte che avvicina due paesi così lontani geograficamente ma uniti dalla passione per le canzoni italiane”. Folgorante senso di sintesi di Sant’Amadeus: “Sanremo è la nazione della musica”. E’ vero: nel mondo parallelo del festival oggi è una giornata meravigliosa, fantastica, piena di gioia, incredibile, strepitosa. Amen.