Ad un anno di distanza da Belli ciao, di cui erano co-sceneggiatori insieme a Gennaro Nunziante, il duo comico Pio e Amedeo torna sul grande schermo con Come può uno scoglio, in sala dal 28 dicembre con Vision Distribution. Dietro la macchina da presa sempre Nunziante per la storia di Pio, ragazzo dal carattere debole e impacciato, al quale il defunto padre, ricco costruttore, ha imposto le sue scelte. Avvocato e ora anche presidente dell’azienda di famiglia, Pio – su richiesta del parroco del paese – assume come autista Amedeo, un ragazzo dal passato turbolento che l’ha visto spesso finire in carcere e che sta cercando di reinserirsi nel mondo del lavoro. L’incontro tra i due porterà Pio metterà in discussione la sua vita e a provate a fare pace con i suoi desideri.
L’indole disobbediente
È proprio il parroco, Don Boschin, ha pronunciare una frase – “bisogna essere disobbedienti” – alla quale il duo comico sente di riconoscersi. “Noi disobbediamo sempre alle regole della comunicazione, a quello che ci dicono che è meglio non fare. È quasi prassi. Bisogna essere sovversivi. Un po’ è la nostra indole, un po’ viviamo in un’epoca in cui si assottigliano sempre di più i confini di quello che si può fare e si può dire” racconta a THR Roma Amedeo. “Ci prendiamo la responsabilità anche di farci piovere addosso delle polemiche ma anche di affrontare degli argomenti spinosi. La comicità non dovrebbe mai essere accusata di niente. Dovrebbe essere un terreno franco. O, per lo meno, il tentativo di fare comicità. Scherzare su una cosa non significa non cercare di risolvere quel problema. Non è che se non ne parli si eclissa”.
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Una fotografia dell’Italia, nel bene e nel male
Boss latitanti, bullismo, omertà, politica, religione. Come può uno scoglio tocca moltissimi punti che fotografano un’Italia immobile. Ma c’è anche l’altra faccia del paese rappresentata da una parentesi che vede protagonista un personaggio che ha deciso di intraprendere un percorso di transizione di genere.
“Ognuno deve essere libero di fare ciò che vuole. L’importante è che in qualsiasi cosa si faccia ci sia sempre il rispetto. Abbiamo fortemente voluto che fosse un’attrice che avesse fatto questo stesso percorso a interpretare il ruolo” sottolinea Pio. “Avremmo potuto prendere un attore ma ne sarebbe venuta fuori una macchietta e non ci sembrava rispettosa per il tipo di messaggio che volevamo dare”.
Pio e Amedeo: scrivere per il cinema
Protagonisti, oltre che al cinema, anche in teatro e in televisione con spettacoli comici, Pio e Amedeo devono destreggiarsi con medium diversi che corrispondono ad altrettanti approcci di scrittura. “È completamente diverso perché sei dentro una storia e stai interpretando dei personaggi. Quando andiamo in teatro siamo io e Amedeo che diciamo quello che pensiamo cercando un filo conduttore per inanellare una gag all’altra” afferma Amedeo. “Al cinema devi stare dentro un racconto e le caratteristiche di un dato personaggio. È molto più complicato anche essere scorretti. Qualsiasi cosa tu faccia può sembrare finta perché stai interpretando un ruolo. Il nostro non è un film cattivo. Anzi, è un film per tutti. Ci sono dei graffi, per chi li coglie. Però è fruibile da tutti”.
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