Karlovy Vary: dal declino del cinema alla crescita dello streaming. Un rapporto analizza i consumatori dell’UE

"L'attenzione è diventata una risorsa molto rara nell'era dei contenuti abbondanti" ha dichiarato Martin Dawson, vice capo dell'unità dell'industria audiovisiva e dei programmi di sostegno ai media, presentando i risultati dell'European Media Industry Outlook

Quali sono i contenuti che il pubblico vuole, ama e guarda? È una domanda che produttori, Studios, network, operatori di streaming, star e altri si pongono costantemente. Il programma industriale Eastern Promises del Karlovy Vary International Film Festival ha cercato di dare delle risposte in un incontro dedicato alla recente pubblicazione del rapporto European Media Industry Outlook, presentato nella città ceca dalla commissione europea. I risultati dell’indagine multinazionale sui consumatori e l’analisi dei dati di streaming e di consumo nei 27 Paesi dell’Unione Europea sono stati condotti nel corso dell’ultimo anno per fornire una panoramica completa del mercato.

Un elemento importante: il cinema sta perdendo terreno, non riuscendo a tornare ai livelli di incassi precedenti alla pandemia del Covid, mentre lo streaming ha guadagnato terreno e la tv tradizionale è rimasta più o meno stabile.

Dopo l’introduzione di Martina Dlabajová, membro del Parlamento europeo, Martin Dawson, vice capo dell’unità dei programmi di sostegno all’industria audiovisiva e ai media della Commissione europea (Dg Cnect), ha condiviso con il pubblico dei Karlovy Vary Industry Days alcuni dei punti chiave dello studio.

La crescita rapida dei videogiochi

Il settore dei media audiovisivi, che comprende film e tv, è valutato in 91,4 miliardi di euro, i videogiochi in 23,5 miliardi e i news media in 19,8 miliardi. “I videogiochi presentano la crescita più rapida, il settore audiovisivo si riprende gradualmente dalla pandemia Covid e alcune aree dei mezzi di informazione si riducono”, riassume il rapporto dell’UE.

Nel 2021 i ricavi complessivi dell’industria audiovisiva sono aumentati dell’8%, ma le tendenze all’interno del settore sono molto diverse. Il broadcasting rappresenta l’83,7% delle entrate del 2021 ed è rimasto stabile negli ultimi anni dal 2017, lo streaming rappresenta il 12,8% delle entrate, crescendo rapidamente rispetto al 4% del 2017, mentre il cinema rappresenta il 2,5%, in calo rispetto al 7% del 2017. Ciò significa che i ricavi del cinema si aggirano intorno ai 2,29 miliardi di euro.

“Il cinema ha registrato una tendenza al ribasso”, ha sottolineato l’esperto. “La tv è il mezzo di comunicazione preferito per film e serie ed è tra le fonti di informazione più affidabili” in tutta l’UE. Ad esempio, il 71% degli intervistati ha dichiarato di guardare film o serie in tv almeno una volta al mese. Ma oltre il 40% degli utenti dello streaming ha dichiarato di avere intenzione di utilizzare lo streaming sempre di più nel corso del prossimo anno.

La fruizione del cinema

Per quanto riguarda la fruizione dei cinema, il 6% delle persone ha dichiarato che prevede di farlo “molto più spesso” nel prossimo anno, mentre l’8% ha affermato che lo farà “molto meno spesso”. Il 21% ha previsto di andare al cinema “un po’ più spesso”, mentre il 15% prevede di andarci “un po’ meno spesso”. Ha concluso Dawson: “Quindi, facendo un po’ di aritmetica elementare, si vede quello che ho detto all’inizio: lo streaming è in crescita, mentre la tv è stabile e il cinema, a seconda dei Paesi, è stabile o in calo”.

Che tipo di programmazione amano i consumatori dell’UE? I tre generi di contenuti più popolari sono crime/mystery/thriller, l’action e la commedia, seguiti da fantascienza e dramma.

Il dominio degli Stati Uniti è molto marcato nel settore dello streaming. Il rapporto comunitario ha rilevato che le produzioni americane rappresentano il 47% dei contenuti complessivamente disponibili e il 59% del volume degli ascolti. I titoli nazionali hanno rappresentato il 14% dei titoli disponibili e il 9% degli ascolti. I contenuti del Regno Unito hanno ottenuto il 9% in ogni parametro e le “altre opere dell’UE” hanno rappresentato il 14% dei titoli disponibili e il 9% degli ascolti.

Tre operatori statunitensi si aggiudicano anche il 71% degli abbonamenti allo streaming. Dawson non ha fatto nomi, ma in un altro momento della sua presentazione ha citato Amazon, Disney+ e Netflix come giganti del settore.

Fra le guerre dello streaming e l’ampia varietà di opzioni mediatiche e di intrattenimento offerte al giorno d’oggi, c’è molta competizione non solo per il denaro dei consumatori, ma soprattutto per il tempo. “L’attenzione è diventata una risorsa rara nell’era dei contenuti abbondanti”, ha affermato Dawson. “La domanda è: come si fa a catturare l’attenzione e a mantenerla mentre gli utenti si spostano sempre più online?”.