Sì, è un momento positivo per la televisione europea. Ma il calo potrebbe essere in arrivo

I dati forniti dall'European Audiovisual Observatory (Eao) mostrano che gli investimenti per le nuove serie del continente mantengono il settore in crescita (873 serie prodotte nel 2022 contro le 775 del 2021), resta il timore di una flessione simile a quella statunitense: "Troppi streamer ancora non redditizi"

La televisione europea non ha raggiunto il picco. Almeno non ancora. Mentre il settore televisivo statunitense ha subito una brusca flessione, con un calo del numero di serie commissionate e trasmesse e licenziamenti di primo piano nei principali Studios, la produzione televisiva europea è ancora in crescita, secondo un nuovo rapporto del think tank European Audiovisual Observatory (Eao), che ha presentato i suoi risultati martedì 19 marzo in occasione di un evento nell’ambito del festival televisivo SeriesMania.

Nel 2022 – l’ultimo anno per il quale l’Eao dispone di dati – sono state prodotte 873 serie per le piattaforme di trasmissione e streaming in Europa, rispetto alle 775 del 2021, registrando un nuovo record. Un dato che si contrappone al calo, da 600 a 516, delle nuove serie di fiction prodotte negli Stati Uniti, secondo i dati di Fx.

L’Europa può ringraziare le piattaforme di streaming per questi risultati. L’Eao ha rilevato che la spesa proveniente da queste piattaforme è aumentata del 70% rispetto all’anno precedente, il 2022, raggiungendo i 4,9 miliardi di euro, pari a poco meno di un quarto di tutta la spesa per i contenuti originali europei. La spinta dello streaming – guidata sia dal tentativo di acquisire quote di mercato sia dalla necessità di soddisfare le normative europee sulle quote di contenuti europei – è stata universalmente positiva, dato che anche le emittenti concorrenti, sia pubbliche che private, hanno investito più denaro nella produzione per stare al passo.

Un calo, forse, in arrivo

Tuttavia, l’Eao avverte che l’Europa potrebbe essere solo in ritardo rispetto agli Stati Uniti e che il calo è in arrivo. Il rapporto rileva che alcune piattaforme di streaming hanno annunciato che limiteranno i loro investimenti in contenuti non statunitensi. Sebbene ci sia stata una forte crescita nominale nel settore televisivo europeo – il mercato audiovisivo è cresciuto del 5,6% nel 2022, superando di poco 130 miliardi di euro – il 60% di questa crescita è derivata dal boom dello streaming e, aggiustato per l’inflazione, il settore rimanente è in declino a lungo termine.

La ricchezza dello streaming è stata anche distribuita in modo non uniforme in Europa, con le produzioni del Regno Unito e della Spagna che insieme rappresentano più della metà (55%) della spesa globale degli streamer per i contenuti originali europei. In particolare, il boom della televisione spagnola trainato da Netflix – si pensi al successo globale di La casa di carta e alla sua recente serie spin-off Berlino – potrebbe rendere l’industria locale particolarmente vulnerabile a una flessione.

L’Eao ha lanciato un avvertimento simile alle società di produzione europee, tra cui i giganti Itv Studios, BBC Studios, Fremantle di RTL e la francese Banijay, che hanno vissuto un periodo di boom grazie alle piattaforme di streaming e all’aumento delle commissioni. Ma “la crescita degli investimenti degli streamer in opere europee non dovrebbe essere data per scontata in un momento in cui la maggior parte di essi non è ancora redditizia”, si legge nel rapporto dell’Eao.

Traduzione di Pietro Cecioni