Troppo forte, Verdone: “Ormai faccio meta-cinema: un po’ mi sento Mastroianni in 8 ½”

Il regista a ruota libera mentre presenta la seconda stagione di Vita da Carlo: "La mia serie è cinema nel cinema nel cinema. Barbie? È un successo, ma non aiuta la settima arte nel nostro paese: sono uscito dalla sala com'ero entrato". Nel cast della serie numerosi cameo, da Sangiovanni a Maria De FIlippi, passando per Ibrahimovic e Christian De Sica

“Mi sento un po’ Mastroianni in 8 ½ di Fellini, tormentato dalla sua opera, senza pace”. Carlo Verdone va a ruota libera. L’occasione è la presentazione di Vita da Carlo 2, acquisita da Paramount+ e arrivata alla seconda stagione: “Questa serie è cinema nel cinema nel cinema. È una vita, la mia, fatta di belle cose ma anche di fatiche. Però alla fine va bene così, perché se non le avessi attraversate non avrei lasciato il segno. Forse sarei rimasto un attore come tanti altri”.

Il regista ne ha per tutti: con la serie tenta di giocare sul politically correct, di svecchiare e rinvigorire il cinema italiano e di contrastare l’egemonia di blockbuster e titoli in streaming. “Fare Vita da Carlo 2 mi spaventava, perché di solito le seconde volte sono sempre peggiori delle prime. Invece sono profondamente convinto del risultato. Posso dire che dal quinto e sesto episodio ci sarà una sterzata definitiva”, ha dichiarato il regista e protagonista.

La serie è un’opera meta-cinematografica. Verdone veste ancora una volta i panni di se stesso: dopo aver scritto un romanzo, decide di dedicarsi a una storia autobiografica per farne un film.  L’intento esplicito per la seconda serie è quello di ringiovanire il pubblico. “Coniugare la fascia dei giovani alle grandi stelle del cinema” spiega Antonella Dominici, vice presidente senior di Paramount+. Ne è prova la scelta della teen star Sangiovanni nei panni di un giovane Carlo nel film sulla sua vita.

La serie, che è la prima produzione comedy italiana di Paramount+, si  propone di rinvigorire la comicità che è stata cifra del nostro cinema per decenni. “La commedia all’italiana ha sempre avuto la capacità di unire dramma e risate: si vedano film come Il sorpasso o Amici miei. Verdone è uno degli esponenti diretti di questa commistione”, ha spiegato Aurelio De Laurentiis, produttore della serie insieme al fratello e socio Luigi.

Il cinema italiano, un’industria in crisi

Le fatiche si riflettono anche sul lavoro. Il riferimento è al quadro non proprio luminoso del cinema italiano contemporaneo. “La situazione si è risollevata, sì, indubbiamente. Ma solo grazie a Barbie e Oppenheimer, due film non italiani e ad altissimo costo. Invece servirebbe un cambiamento nell’ottica e nella scrittura. Barbie è un successo per le sale e per gli esercenti, ma non lo è per il cinema italiano, che non riesce comunque a risollevarsi. Io sono uscito dalla sala esattamente così com’ero prima di entrarci. Il problema dei nostri film è che non riescono a invogliare il pubblico. Eppure abbiamo tantissimi bravi attori”.

Aurelio De Laurentiis ha sostenuto lo stesso concetto di Verdone con toni più schietti e duri. “Bisogna ammettere che i film italiani sono molto brutti ultimamente. Qual è un prodotto italiano degli ultimi due o tre anni che vorresti rivedere? Nessuno. Il cinema deve tener conto delle necessità del pubblico. Il film deve connettersi con lo spettatore, altrimenti non riesce a svolgere la funzione fondamentale del cinema: quella sociale”.

E sulla questione della qualità dei prodotti in sala, il produttore ha aggiunto: “È sbagliato condannare i grandi film ad altissimo costo, etichettandoli come commerciali. Ne hanno fatti anche De Sica, Fellini o Kubrick. E sono mostri sacri”.

Carlo Verdone e Max Tortora in una scena di Vita da Carlo 2

Carlo Verdone e Max Tortora in una scena di Vita da Carlo 2

Verdone si è poi pronunciato sulla polemica innescata da Pierfrancesco Favino (alla Mostra del Cinema di Venezia l’attore ha detto che avrebbe preferito vedere un italiano interpretare Enzo Ferrari  piuttosto che il californiano Adam Driver ). “Nella stesura della serie ci siamo spesso fermati di fronte all’impossibilità di dire o rappresentare certe cose per via del politically correct. Gli estremismi sono ridicoli. La cancel culture è una moda evidentemente americana. Penso che stiamo esagerando. Chissà, magari un giorno considereranno il crocifisso un elemento pornografico”.

Film d’autore e Vita da Carlo 3

Per quanto riguarda i progetti futuri, Verdone sogna un altro film “d’autore”, dopo l’impegno nella serie, che definisce “faticosa” ma anche “soddisfacente” nella stesura, per la grande libertà avuta in scrittura. “Mi piacerebbe che il mio prossimo progetto fosse un’opera da co-protagonista con mio cognato (Christian De Sica, in un cameo anche nella serie: un tributo a una scena cult di Borotalco, ndr). L’incontro con la prostituta alla base del meta-film della serie, poi, è davvero accaduto. Era il soggetto per un possibile film futuro. E invece, temo di essermela bruciata così (ride)”.

Il secondo capitolo di Vita da Carlo sarà disponibile in streaming a partire dal 15 settembre, ma c’è alle porte una terza stagione pronta per essere girata a novembre. Dopo essere stato candidato sindaco di Roma nella prima stagione, ed essere diventato scrittore di successo nella seconda, qualcuno ha suggerito che Carlo possa mettersi in gioco come allenatore della Roma nella terza.  Ma il protagonista ha fermamente negato, senza esitare: “Mai nella vita”.