David Fincher invita Hollywood a “tornare al lavoro, molto presto”

"Il cinema si è evoluto e continuerà a farlo, ma dobbiamo spingerlo, testare la sua resistenza alla trazione e non esitare a mettere in discussione i suoi effetti e la sua validità" ha dichiarato il regista, tra i protagonisti del LACMA Art+Film Gala a Los Angeles

David Fincher, Leonardo DiCaprio, Kim Kardashian, Brad Pitt, A$AP Rocky, Rosé delle Blackpink, Billie Eilish, Keanu Reeves, Andrew Garfield, Jessica Chastain e Pedro Pascal erano solo alcuni dei nomi che si sono goduti il LACMA Art+Film Gala di sabato 4 novembre. La serata, che ha raccolto 5 milioni di dollari di fondi che andranno a sostenere la programmazione culturale del Los Angeles County Museum of Art incentrata sul cinema e la missione del museo, è stata sponsorizzata da Gucci.

Ogni anno, il LACMA Art+Film Gala – co-presieduto da DiCaprio ed Eva Chow – celebra un artista visivo e un regista cinematografico e mette insieme il mondo del cinema e quello delle belle arti. I premiati di quest’anno sono stati David Fincher – il cui ultimo film The Killer è interpretato da Michael Fassbender – e l’artista e attivista Judy Baca, famosa per il suo murale lungo mezzo miglio, il Great Wall of Los Angeles, una delle opere d’arte più lunghe del mondo.

Le conversazioni si sono spesso focalizzate sullo sciopero SAG-AFTRA in corso e sulla sua futura risoluzione, argomento affrontato da Fincher nel suo discorso dal palco. “Dobbiamo far tornare al lavoro queste persone di grande talento. Dobbiamo farlo molto presto”, ha detto il regista, introdotto da Brad Pitt, che ha recitato in tre film del regista.

Brad Pitt si prende gioco di Fincher

Pitt ha scherzato sugli standard elevati di Fincher durante le riprese. “Ecco alcune frasi che potreste sentire sul set di un film di David Fincher: ‘Giriamo subito prima che tutti perdano interesse a vivere’, ‘Ok, abbiamo la versione sfocata. Ora proviamo a metterla a fuoco, ‘Questa era una merda, ma non per colpa mia’. E il mio preferito: ‘Voglio che vi divertiate, ma per quello ci sono il sabato e la domenica’”. L’attore ha poi elogiato il regista: “Lavorando con lui, saprete cosa vuol dire l’eccellenza. I suoi film hanno sempre sfidato il nostro senso di sicurezza. Come dice lui, ‘se non siamo là fuori a destreggiarci con le motoseghe, ci stiamo rendendo un cattivo servizio'”.

Ha anche elogiato Fincher per “gli innumerevoli progressi tecnici che ha portato nel nostro settore”, per aver aiutato a far progredire le carriere di numerosi direttori della fotografia e per tutti i consigli sulla carriera che ha generosamente dato ai “giovani aspiranti registi”. Pitt ha aggiunto, riferendosi a una popolare funzione di Netflix: “Ha persino creato il pulsante ‘Salta l’intro’ che probabilmente userete stasera”.

Il discorso di David Fincher

Nel suo discorso, Fincher ha ricordato quando da bambino voleva essere un artista – “prosciugavo in poco tempo le grosse penne a sfera di mio padre, mi perdevo per giorni in piccole gare di resistenza estetica” – ma aveva poi abbandonato il disegno. Per quanto riguarda la professione che ha scelto alla fine, “suppongo di non aver mai visto la regia come un lavoro artistico perché richiedeva così tanti artisti veri e propri anche solo per affrontare una giornata”, ha detto Fincher.

Tuttavia, da allora si è ricreduto sull’argomento. “Ho incontrato più artisti con la A maiuscola a Los Angeles che in qualsiasi altro posto in cui abbia vissuto o lavorato… Il deserto qui ha assorbito il sudore e le lacrime di generazioni di artigiani del cinema, persone con una comprensione innata del loro mestiere, uno stile all’apparenza semplice, persone capaci di intuizioni liriche e soluzioni approfondite”.

In un’apparente replica ai recenti commenti di Martin Scorsese sullo stato moribondo del cinema, Fincher ha continuato: “Vorrei anche cogliere l’occasione per ribadire che il cinema non è morto. Non è nemmeno vicino alla morte. L’uomo ha dipinto per più di 30.000 anni, e ha giocato con i mattoncini del cinema per poco più di 100 anni. Siamo a malapena in grado di tenere la testa eretta o di rotolare. Non siamo nemmeno capaci di gattonare. Il vero cinema, il gioco di risonanza delle idee e dei comportamenti contro le strutture di una storia, forgiate, implicite o persino ignorate, non è stato sminuito dall’avvento del sonoro o del colore o dello streaming. Si è evoluto e continuerà a farlo, ma dobbiamo spingerlo, testare la sua resistenza alla trazione e non esitare a mettere in discussione i suoi effetti e la sua validità”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga