Le gemelle di Diane Arbus, lo sguardo di Max Ophüls, le ninfe di Balthus: tutti gli artisti che hanno influenzato Stanley Kubrick

Fotografia, letteratura, pittura, architettura. Il cinema del più grande regista della storia è ricco di suggestioni artistiche, riferimenti filmici, citazioni esplicite che hanno contribuito a renderlo una stella polare per chiunque decida di prendere in mano una macchina da presa e raccontare storie

Il più grande regista della storia del cinema. Una responsabilità non da poco quella di Stanley Kubrick che, a venticinque anni dalla sua morte – era il 7 marzo del 1999 – non è ancora stato raggiunto, men che meno, superato da nessun altro cineasta, Christopher Nolan e Paul Thomas Anderson compresi. Tredici film, tra cui Paura e desiderio, il rinnegato esordio del 1953 considerato “il disegno di un bambino sul frigorifero” di cui fece ritirare le copie dal mercato per scongiurare fosse visto, in cui ha spaziato con ogni genere. Dramma, fantascienza, horror, thriller, peplum, noir, film storico e di guerra. Una stella polare per chiunque decida di prendere in mano una macchina da presa e raccontare storie.

“If you have to hate me, please try to like me also”. Una frase pronunciata da uno dei protagonisti proprio di quel debutto firmato poco più che ventenne. Un film di guerra dall’impronta esistenzialista con una giovanissima Vivian Leight realizzato grazie al prestito di uno zio che, già all’epoca, conteneva i semi di quelli che sarebbero stati i temi del suo cinema. Quello del doppio, da Il bacio dell’assassino a Shining, e la riflessione sulla guerra che sarà al centro di Orizzonti di gloria, Il dottor Stranamore e Full Metal Jacket. Ma se l’opera cinematografica di Kubrick continua, ad oltre vent’anni dalla sua morte, ad essere seminale, quali sono gli artisti che hanno influenzato il regista statunitense?

Un giovane Stanley Kubrick fotografo

Un giovane Stanley Kubrick fotografo

Da Arthur Fellig a Diane Arbus, una questione di obiettivi

Studente svogliato di New York, con una macchina da presa sempre in un sacchetto di carta per non venir scambiato per un turista, il diciassettenne Stanley Kubrick nel 1945 realizza lo scatto che cambierà il corso della sua vita. Quello di un’edicolante in lacrime per la morte di Franklin D. Roosevelt che la rivista Look decide di acquistare per 25 dollari mettendo quel ragazzino con l’aria seria sotto contratto. Il più giovane della redazione.

È in questi anni che entra in contatto con alcuni fotografi, da Arthur Fellig – in seguito chiamato come consulente per Il dottor Stranamore – a Bert Stern – lo stesso che scatterà l’immagine scelta come locandina per Lolita – e Diane Arbus, la fotografa dei “freaks” morta suicida nel 1971 che il regista omaggerà in Shining. Le bambine gemelle che turbano il piccolo Danny altro non sono che un riferimento a una celebre foto di Arbus, Identical Twins, del 1967. Così come la donna cadavere della camera 237 dell’Overlook Hotel altro non sarebbe che un rimando alla fotografa che si tagliò le vene in una vasca per essere rinvenuta solo diversi giorni dopo, ormai in stato di decomposizione.

Pie Fight. Scatto commissionato da Stanley Kubrick ad Arthur Fellig per documentare la produzione de Il dottor Stranamore

Pie Fight. Scatto commissionato da Stanley Kubrick ad Arthur Fellig per documentare la produzione de Il dottor Stranamore

È proprio nel corso degli anni passati come fotoreporter per Look che Stanley Kubrick inizia a studiare gli obiettivi per filmare immagini in movimento e a vedere dozzine di film che analizza in ogni minimo dettaglio. Tra i cineasti che, più di tutti, avranno una forte rilevanza nel modo di immaginare l’inquadratura il regista francese Max Ophüls e l’americano Elia Kazan, così come il russo Sergei Eisenstein.

Stanley Kubrick e la letteratura

Fatta eccezione per i primi due titoli della sua filmografia, tutte le sceneggiature dei film di Kubrick sono ispirate da opere letterarie. Clean Break di Lionel White è stata la base da cui partire per Rapina a mano armata, l’omonimo romanzo di Humphrey Cobb quella per Orizzonti di Gloria, il volume di Howard Fost quella per Spartacus, il classico di Vladimir Nabokov ha portato alla trasposizione di Lolita, Red Alert di Peter George a quella de Il dottor Stranamore. Per 2001: Odissea nello spazio, invece, il cineasta lavorò con l’autore di fantascienza Arthur C. Clarke che, da quel successo, diede vita a un romanzo pubblicato nel 1968.

Nel 1971 sceglie il romanzo distopico di Anthony Burgess per Arancia meccanica mentre per Barry Lyndon, Kubrick ha tratto ispirazione dal romanzo picaresco Le memorie di Barry Lyndon di William Makepeace Thackeray. Stephen King e uno dei suoi lavori più celebri hanno ispirato il regista per la realizzazione di Shining che per una delle sequenze più iconiche – quella in cui Jack Torrance distrugge con l’accetta la porta del bagno in cui è nascosta la moglie Wendy – ha preso spunto dal film dello svedese Victor Sjostrom, The Phantom Carriage – Il carretto fantasma, in cui è presente una scena molto simile.

Le copertine di Lolita, Arancia meccanica e Shining

Le copertine di Lolita, Arancia meccanica e Shining

Il libro scritto dall’ex-marine Gustav Hasford, Nato per uccidere, ha invece dato vita a Full Metal Jacket. Infine per Eyes Wide Shut, Kubrick si ispira liberamente a Doppio sogno di Arthur Schnitzler.

Ma l’influenza letteraria nei film del regista non si è limitata solamente ai titoli realizzati. Tra i numerosi film immaginati, abbandonati o sui quali ha lavorato per lunghi periodi, la base letteraria è quasi sempre stata al centro del progetto. Ne sono un esempio la pellicola su Napoleone basata su centinaia di libri letti e archiviati – trasformata in una serie prodotta da Steven Spielberg secondo quanto lo stesso regista ha annunciato alla Berlinale 2023 – o I Stole 16 Million Dollars, adattamento delle memorie dell’assassino Herbert Emerson Wilson fino a I due volti della vendetta, western tratto da The Authentic Death of Hendry Jones di Charles Neider, che finì per essere la prima e unica regia di Marlon Brando.

Quadri, pittori e architetture: l’immagine si fa movimento

Il cinema altro non è che immagini in movimento. Ma per realizzarle molto spesso Stanley Kubrick si è lasciato influenzare dalla prima forma di fotografia esistente: la pittura. Una sorta di cerchio che racchiude tutta la sua arte filmica. Tra le sue pellicole quella che spicca per la sua natura più smaccatamente pittorica è naturalmente Barry Lyndon in cui il regista guarda ai pittori del Settecento, da Johann Heinrich Füssli a William Hogarth passando per Thomas Gainsborough per la rappresentazione della società aristocratica fino a John Constable per i paesaggi.

Mr e Mrs Andrews di Thomas Gainsborough

Mr e Mrs Andrews di Thomas Gainsborough, tra le ispirazioni di Stanley Kubrick per Barry Lyndon

Se per Arancia meccanica i riferimenti sono Vincent Van Gogh e Roy Lichtenstein è l’aeropittura di Gerardo Dottori a caratterizzare la citazione della scena iniziale di Shining in cui la famiglia Torrance si dirige in macchina verso l’Overlook Hotel, a sua volta ispirato alle architetture realizzate da Frank Lloyd Wright per l’Imperial Hotel di Tokyo.

Per 2001: Odissea nello spazio ecco che il regista guarda a Caspar David Friedrich e al suo Tomba megalitica in autunno per la realizzazione del deserto mentre Mondrian è l’ispirazione principale per i paesaggi. È, invece, Space columns di Peter Kolisnyk realizzata nel 1968, stesso anno dell’uscita in sala del film, il rimando artistico del monolito nero.

Balthus, il pittore francese di origine polacca con Girl With a Cat è il controverso riferimento usato da Kubrick per Lolita mentre la sua ultima pellicola, Eyes Wide Shut, porta il regista americano a confrontarsi con l’uso del colore oro tipico della pittura di Gustave Klimt e i quadri di James Ensor, principale rimando per le maschere indossate nella sequenza dell’orgia.