Hollywood: così lo sciopero ha influenzato i red carpet. Ma non solo per gli attori (vedi alla voce stylist)

Ilaria Urbanati, Jessica Paster e Zadrian Smith, stylist personali di diverse star, raccontano come si sono destreggiate tra gli eventi annullati e come il loro lavoro per i tour promozionali sia ricominciato immediatamente dopo i nuovi contratti

Quando a luglio la SAG-AFTRA (il sindacato degli attori) ha annunciato che i suoi membri avrebbero scioperato per la prima volta in più di 40 anni, la stylist Jessica Paster ha dato un’occhiata allo scaffale dei vestiti nel suo studio. Vi erano appesi cinque look da red carpet previsti per una delle sue clienti più richieste di Hollywood, Emily Blunt. Nessuno di quei capi è stato indossato durante l’estate: l’attrice e co-protagonista di Oppenheimer faceva parte del cast che ha abbandonato il red carpet londinese del film quando il 14 luglio è stato indetto lo sciopero.

Paster sapeva però che alla fine il suo lavoro, che comprendeva la creazione di look su misura per Blunt non sarebbe andato sprecato. “Ricordo di aver guardato lo scaffale e di aver detto: non preoccupatevi, sarete indossati tutti”, racconta a The Hollywood Reporter.

L’interruzione improvvisa del lavoro

Gli stilisti di Hollywood lavorano in genere settimane o mesi in anticipo rispetto alle prime, ai press tour e ad altri eventi, coordinando campioni di tessuti, adattandoli ai clienti e talvolta lavorando a stretto contatto con le case di moda per creare look personalizzati da capo a piedi. Il doppio sciopero della Writers Guild of America (il sindacato degli autori e sceneggiatori), iniziato il 2 maggio, e della SAG-AFTRA ha innegabilmente influito su questi piani.

“Nel momento in cui è scoppiato lo sciopero degli sceneggiatori, è stato quasi come una nuova pandemia”, afferma Ilaria Urbanati, la cui lista di clienti comprende gli attori Barry Keoghan, Chris Evans e Ramy Youssef, tutti destinati a presenze di alto profilo sul red carpet per i rispettivi ruoli in Saltburn, Pain Hustlers – Il business del dolore e Povere creature!. “Nel giro di un giorno dall’annuncio della WGA, quattro tour promozionali sono stati cancellati. Naturalmente gli attori volevano mostrare solidarietà e a maggio, giugno e luglio sono rimasti completamente fermi. Non credo di aver mai lavorato di meno”.

Mentre gli scioperi si protraevano fino all’autunno, sia Paster che Urbinati si sono concentrate su progetti personali e hanno rinunciato a pianificare un ritorno ai red carpet. “Non volevo sprecare tempo ed energie nella speranza che lo sciopero finisse presto”, afferma Paster. “Mi sembrava inutile in quel momento”.

Zadrian Smith è d’accordo. “Tutto quello che potevamo fare era aspettare”, osserva. Insieme a Sarah Edmiston, lavora nel duo di stilisti Zadrian + Sarah; tra i clienti della coppia c’è Ariana DeBose, che doveva presentare i Tony Awards dell’11 giugno per il secondo anno consecutivo, mentre il suo press tour di novembre per Wish della Disney è stato compromesso dagli scioperi.

“Poiché il press tour di Wish non sarebbe dovuto iniziare prima di novembre, a maggio era ancora molto presto per fare un’eccezione, anche se sapevamo che stava per arrivare. Ma quando c’è stato lo sciopero, non ci è stato permesso di contattare nessuno dei designer, né di parlare con loro. Capiamo il motivo, ma avevamo le mani legate”. Dato che i Tony Awards, invece, hanno ricevuto una deroga dalla Writers Guild, sia la cerimonia che la conduzione di Debose sono state autorizzate a procedere.

La fine dello sciopero a Hollywood e la pressione degli Studios

“Abbiamo trovato le case di moda e i pubblicitari incredibilmente solidali e accomodanti”, conferma Smith. “Avevamo lavorato anche con Prada su un look personalizzato per i Tony Awards, prima ancora di sapere se Ariana DeBole avrebbe potuto condurre la serata. Ma in buona fede, Prada ha realizzato ugualmente il look personalizzato”.

Lo sciopero della SAG-AFTRA è terminato il 9 novembre a mezzanotte. Due minuti dopo Paster aveva già inviato le prime email per riprendere il lavoro dove era stato interrotto: “Volevo essere pronta a partire”, afferma. E Urbinati aggiunge: “La fretta di ripartire è stata immediata. Abbiamo fatto miracoli in poche ore”, anche con la pressione degli Studios per i nuovi press tour.  Solo per quello di Wish, con DeBose, è stato necessario mobilitare rapidamente un team di 15 persone per 30 look.

Traduzione di Pietro Cecioni