Il sindaco di Roma racconta la trasformazione della Città Eterna in una “capitale globale del cinema”

Roberto Gualtieri parla con THR del motivo per cui Hollywood sta affollando la capitale italiana, della rinascita dei famosi studi di Cinecittà e del perché Io Capitano di Matteo Garrone, candidato all'Oscar, è un film che "doveva essere fatto"

Di seguito l’intervista che The Hollywood reporter Usa ha fatto in esclusiva al sindaco di Roma Roberto Gualtieri

Era dai tempi di Ben-Hur, Cleopatra e di classici felliniani come La Dolce Vita che Roma non godeva del boom di produzione cinematografica che sta vivendo in questo momento. Da Tom Cruise che sfreccia tra i vicoli della città eterna in Mission Impossible – Dead Reckoning Parte Uno al dramma sui migranti Io Capitano di Matteo Garrone, candidato all’Oscar, la capitale italiana è nel pieno di una rinascita che ricorda i tempi d’oro della “Hollywood sul Tevere”.

Al centro di tutta questa attività c’è Cinecittà, il famoso studio di produzione che ora, dopo anni di inattività, sta operando al 100% della sua capacità grazie a una serie di aggiornamenti tecnici, a spazi più ampi e a un incentivo fiscale che offre ai produttori uno sconto del 40% sulle spese di produzione.

Lo studio ha recentemente ospitato una serie di produzioni di alto profilo, tra cui Queer di Luca Guadagnino, tratto dall’omonimo romanzo di William S. Burroughs e interpretato da Daniel Craig, l’imminente serie sui gladiatori Those About to Die di Roland Emmerich, con Anthony Hopkins, e la serie limitata in otto episodi M. Il figlio del secolo di Jo Wright, sull’ascesa di Mussolini.

In qualità di sindaco della capitale d’Italia, Roberto Gualtieri ha svolto un ruolo chiave nella rinascita della città, sia migliorandone il profilo come destinazione attraente ed efficiente per le riprese, sia investendo nelle infrastrutture necessarie per renderla sostenibile.

Gualtieri, che prima di entrare in politica era un musicista semi-professionista di bossa nova, ha recentemente parlato su Zoom con The Hollywood Reporter dalla sede di THR Roma dei vari fattori dietro l’attuale boom, di cosa significhi per l’Italia la nomination agli Oscar di Io Capitano e del suo recente viaggio a Los Angeles per promuovere Roma presso gli addetti ai lavori di Hollywood e partecipare alla cerimonia dei Golden Globes.

Come ha fatto Cinecittà riempirsi così rapidamente? Due anni fa gli studi erano occupati al 30% e ora sono al 100%, giusto?

Roma sta assistendo a una rinascita che è simile all’età d’oro del cinema. È una delle capitali mondiali del cinema. Stiamo cercando di rilanciare Roma nel suo complesso come città dell’innovazione e della sostenibilità. Il ruolo del cinema è molto importante in questo senso. Credo che la ragione [della rinascita] sia molto pratica, perché quando ero ministro delle Finanze, insieme ai miei colleghi, abbiamo deciso di creare un credito d’imposta molto potente.

Abbiamo quindi deciso di investire nell’industria audiovisiva e di rendere il credito d’imposta più efficace. E naturalmente questo crea un grande incentivo a girare a Roma perché c’è il tax credit, ma anche a livello locale c’è stato un grande investimento per ingrandire Cinecittà perché, come ha detto lei, siamo al 100% della capacità.

Roma è anche un ottimo set: nel 2023 abbiamo dato il permesso per le riprese in esterna [della città]. Il che significa che ogni giorno ci sono sei riprese in contemporanea per le strade di Roma.

83 film e 66 serie sono stati girati a Roma nel 2023 grazie a questa autorizzazione.

Dev’essere estremamente complicato girare a Roma scene come l’inseguimento in auto di Mission Impossible. Com’è il processo di autorizzazione? È stato snellito?

Posso farle degli esempi concreti. Per Fast X abbiamo deciso di creare una task force proprio per rendere le cose più semplici. Perché è molto complicato, soprattutto quando ci sono delle esplosioni: bisogna negoziare facendo in modo di preservare i monumenti, ma questo è ovviamente il motivo per cui vogliono venire qui.

Non è stato semplice, ma tutto è andato bene, quindi abbiamo deciso di mettere più persone in questo ufficio per snellire la procedura. Non è semplice girare in un’area antica dove ci sono monumenti. Ma è per questo che abbiamo dedicato così tanto tempo ed energia, perché pensiamo che sia una cosa molto buona per un blockbuster del genere girare a Roma. Immaginate avere sei riprese al giorno in città.

Il problema del traffico a Roma è enorme, come nella maggior parte delle capitali. Ma in un certo senso Roma è simile a Los Angeles: è molto grande ma non densamente popolata. Roma è circa dieci volte più grande di Parigi, ma ha solo 2,8 milioni di abitanti. Stiamo investendo in infrastrutture di mobilità: stiamo rifacendo la metropolitana, il tram, le strade.

Stiamo facendo molto per risolvere il problema del traffico. Stiamo cercando di modernizzare la città e di renderla più verde e meno inquinata. Questo è un altro settore in cui stiamo investendo.

Che cosa state facendo per affrontare le problematiche ambientali, ora che vi state espandendo come location per le riprese?

Siamo stati selezionati [dall’UE] come una delle 100 città europee che dovranno raggiungere la neutralità carbonica. Abbiamo appena aggiornato il nostro piano per il clima e ci proponiamo di ridurre le emissioni di CO2 del 66,6% entro il 2030. Questo vale anche per gli studi cinematografici, che dovranno avere un’impronta carbonica ridotta.

Quindi in ogni settore stiamo lavorando sulla mitigazione e sull’adattamento. Per noi la politica climatica è al centro di tutto. Deve esserlo. Cinecittà si è dotata di un programma dedicato, Cinecittà Regeneration, una serie di misure e politiche basate su principi scientifici e standard internazionali, che hanno non solo l’obiettivo di ridurre progressivamente l’impatto ambientale e arrivare a zero emissioni nette entro il 2050, ma anche quello più ambizioso di attuare un approccio circolare e rigenerativo.

Per i prossimi anni, Cinecittà vuole essere un modello per l’intera industria creativa e per un percorso verde e sostenibile della produzione audiovisiva. Un approccio sostenibile che tocca anche il tema dell’inclusività.

In mezzo a tutte queste attività avete anche iniziative per la formazione dei lavoratori della produzione?

Sì, con il nostro programma Next generation insieme al Centro Sperimentale di Cinematografia stiamo formando esperti in vari settori dell’industria audiovisiva. Riteniamo, e i dati sembrano confermarlo, che l’investimento nel cinema sia un potente moltiplicatore. È un moltiplicatore di tre a uno. Se si investe un euro di risorse, si ha un effetto sull’economia. Si ottiene un beneficio superiore al costo dell’investimento.

Il boom della produzione ha avuto un impatto sul turismo?

La gente e i turisti sono abituati a vedere la Roma dei film. La Roma stereotipata del buon cibo, del vino e del Colosseo, che i vecchi blockbuster hanno scolpito nell’inconscio. Ma Roma sta diventando una grande città tecnologica, con la rete 5G più avanzata al mondo, che permetterà di connettersi all’intrattenimento di questo grande museo a cielo aperto.

I 31 eventi di cinema contemporaneo durante l’estate soddisfano i gusti di tutti i cittadini e dei turisti perché sono molto tematici e in lingua originale.

Quanto del budget di tre miliardi di euro per il Giubileo del 2025 è destinato alla cultura?

Il denaro pubblico ammonta a 1,3 miliardi di euro, quindi abbiamo un po’ di soldi per la cultura. I fondi per il Giubileo servono più che altro per le infrastrutture e la logistica. Cinecittà è uno dei nostri grandi investimenti.

Un altro investimento è il quartiere Testaccio, che diventerà un grande centro culturale. [Nell’autunno dello scorso anno il Comune ha annunciato una seconda ondata di riqualificazione urbana dell’area, che vedrà anche l’insediamento della nuova Accademia di Belle Arti].

Lei fa parte del Partito Democratico, ma l’Italia è governata da un partito conservatore. Ha avuto problemi con il finanziamento dei suoi progetti da parte del governo attuale?

Io sono un democratico. Quindi, ovviamente, abbiamo punti di vista diversi, sia in materia culturale che istituzionale. C’è collaborazione perché sono anche il commissario governativo per il Giubileo, quindi in questo settore di investimenti non abbiamo problemi pratici.

Non sono d’accordo con il governo su questioni politiche perché sono un progressista, ma non c’è una lotta, o una guerra diciamo, per impedirmi di fare queste cose. Non mi sento in pericolo per quello che faccio.

Non c’è un’ingerenza del governo negli affari di Roma e in quello che state cercando di fare?

In alcune aree possiamo essere in disaccordo, ma sulle cose principali non posso dire di essere sotto attacco. Naturalmente non sono d’accordo con alcune delle cose che stanno facendo e loro non sono contenti di alcune delle cose più sociali o diciamo più progressiste che sto facendo. Su alcune cose abbiamo opinioni molto, molto diverse.

Cosa significa per lei e per l’Italia la nomination all’Oscar per Io Capitano?

È fantastico. Sono felicissimo perché Matteo se lo merita. È un capolavoro. È uno dei film più belli che abbia visto negli ultimi anni. È davvero un film che doveva essere fatto. È un film necessario. Mostra la realtà dell’immigrazione.

È un film fantastico perché è realistico e poetico allo stesso tempo. Lui ha fatto una poesia della realtà. È un capolavoro artistico. Siamo quindi molto felici per lui, per Roma, ma anche perché è un film importante. Era moralmente, o eticamente, necessario fare un film del genere. C’è anche C’è ancora domani.

È un film in bianco e nero sulla violenza contro le donne, ed è diventato un film adorato dalla critica ma anche dal pubblico, che ha battuto Barbie al botteghino.

Recentemente lei è stato a Los Angeles dove ha partecipato ai Golden Globes. Può parlarci un po’ di questa esperienza?

Gli attori e i registi che amo come cinefilo erano tutti concentrati lì, nella stessa stanza. È stato davvero emozionante. Io ero lì, ovviamente, per sostenere Matteo. È stata un’esperienza fantastica, molto divertente. Ho avuto l’opportunità di parlare con molte persone molto interessanti.

Qualche interazione degna di nota con le celebrità?

Essere presentato a Dua Lipa e poterla salutare è stato un grande piacere e un onore perché è una cantante che mi piace molto. È molto simpatica e gentile. Ero un po’ sopraffatto da tutte le persone presenti. Non sono una persona che socializza molto, ma è stato speciale.

C’è qualche argomento che non abbiamo toccato e che vorrebbe menzionare?

L’altra cosa di cui vorrei parlare è il futuro. La rete 5G più avanzata al mondo permetterà di connettersi all’intrattenimento di questo grande museo a cielo aperto. E il cinema è una grande parte del passato e del futuro. Nostro e di questa città.

Traduzione di Nadia Cazzaniga