Ryan Reynolds riporta ALF sullo schermo: “Provo un amore irrefrenabile per il pupazzo”

La sitcom andrà su Maximum Effort, canale lanciato grazie ad un accordo stipulato dalla società con Fubo. L'attore è anche il protagonista di alcuni contenuti

ALF è tornato. Il pupazzo alieno (ALF è l’acronimo di Alien Life Form, forma di vita aliena) compare in pillole sul canale Maximum Effort di Ryan Reynolds. La rete, disponibile in streaming su piattaforme come Fubo, Amazon Freevee e Tubi, ha acquisito i diritti della sitcom degli anni ’80 che vede protagonista il pupazzo, nonché inediti segmenti sponsorizzati – che chiama “Maximum Moments” – nel corso degli episodi. La società ha collaborato con il creatore di ALF, Paul Fusco, e con gli Shout! Studios per sviluppare i segmenti sponsorizzati.

Tra i marchi che ALF promuoverà ci sono Mint Mobile (un altro marchio di proprietà di Ryan Reynolds, venduto a T-Mobile in un affare da un miliardo di dollari), Ring, il marchio di videocitofoni di proprietà di Amazon, HIMS, Fubo e MNTN. Gli spot inizieranno ad essere trasmessi durante una maratona di ALF il 29 luglio, soprannominata “Caturday”.

Ryan Reynolds: “Amiamo rischiare”

“Alla Maximum Effort amiamo rischiare e sconfinare tra spettacoli e sponsorizzazioni, perché crediamo che entrambi possano essere ugualmente divertenti”, ha dichiarato Reynolds in un comunicato. “Oltre al mio amore irrefrenabile per ALF da bambino, uno dei motivi per cui abbiamo acquisito la licenza di questo show è stato proprio il fatto che Paul, Shout! Studios e i nostri intrepidi partner hanno voluto collaborare con noi per riportare in vita ALF. Sintonizzatevi questo sabato!”.

Il Maximum Effort Channel è stato lanciato a giugno, nell’ambito di un accordo stipulato dalla società con Fubo. Reynolds è il protagonista stesso di alcuni contenuti, tra cui una serie in cui legge storie della buonanotte agli spettatori. Tuttavia, acquisire i diritti di una sitcom classica per poi integrare nuovi contenuti con il personaggio principale è un passo avanti per i canali di streaming gratuiti supportati dalla pubblicità, che si basano sì su programmi “classici” che vengono acquistati, ma che in genere si tengono alla larga dai contenuti originali.