Hollywood: dopo lo sciopero gli Studios ripristinano i primi contratti degli sceneggiatori

Case di produzione e piattaforme richiamano gli autori e gli showrunner che avevano sospeso per tagliare i costi. Warner Bros prova a riavvicinarsi a J.J. Abrams per la nuova serie sulla Justice League

Mercoledì 27 settembre, poche ore dopo la fine ufficiale dello sciopero della Writers Guild of America (WGA, il sindacato degli sceneggiatori), i dirigenti degli Studios e del settore streaming hanno ricominciato a contattare decine di scrittori e produttori i cui contratti erano stati sospesi durante i cinque mesi di sciopero.

A questo scopo, fonti affermano che la Warner Bros. sta revocando le sospensioni che erano state emesse nei confronti dei migliori showrunner, tra cui Greg Berlanti, J.J. Abrams e molti altri, a partire da giovedì 28 settembre, mentre alcune lettere devono ancora essere inviate al resto della scuderia di sceneggiatori dello studio guidato da Channing Dungey. Altri Studios, secondo le fonti, hanno già iniziato a revocare le sospensioni e si prevede che il tutto proseguirà fino all’inizio della prossima settimana.

La prima ondata di sospensioni di contratti risale alla primavera, poco dopo l’inizio dello sciopero di maggio. Tale ondata comprendeva la maggior parte dei contratti con gli autori e la maggior parte delle major e coinvolgeva Mike Schur e Sam Esmail alla NbcUniversal e Chuck Lorre e John Wells alla Warners. Il 6 settembre, Warner ha sospeso il resto della sua scuderia – compresi Berlanti, Bill Lawrence e Mindy Kaling – tranne che per tre che avevano show in post-produzione. Sebbene nessuno di loro avesse lavorato come sceneggiatore, erano obbligati per contratto a continuare a lavorare in qualità di produttori.

Una questione in sospeso

Una questione fondamentale, tuttavia, rimane aperta mentre gli sceneggiatori televisivi di Hollywood tornano al lavoro dopo il secondo sciopero più lungo della storia della WGA: se i contratti verranno estesi per recuperare il tempo perduto con la sospensione. Secondo le fonti, molti produttori di spicco – si pensi a Berlanti e Abrams – hanno contratti con clausole che aggiungono automaticamente il tempo necessario a recuperare quello perso a causa della sospensione. Altri invece potrebbero non avere garanzie da questo punto di vista, rimanendo in una posizione precaria. Se un contratto, ad esempio, è scaduto durante l’estate, gli Studios potrebbero decidere di non includere i mesi dello sciopero, il contratto potrebbe essere considerato scaduto e il tempo ma soprattutto il denaro che ne deriva, persi per sempre.

Uno sguardo al prossimo futuro

Resta comunque il fatto che i 148 giorni di sciopero della WGA non hanno visto l’annullamento di un singolo contratto complessivo o di prima visione – alla data di pubblicazione di questo articolo – in base alle cause di forza maggiore che consentirebbero agli Studios e alle piattaforme di farlo se lo desiderassero. Come THR ha riportato all’inizio del mese, diverse fonti degli Studios e degli operatori di streaming hanno dichiarato che le loro liste di accordi erano già state ridotte prima dello sciopero.

La maggior parte dei contratti generali rimasti erano quelli più forti sul mercato, che gli Studios non avrebbero voluto perdere in ogni caso. Per quanto riguarda gli accordi che gli Studios non vogliono più – anche per una questione di immagine – i dirigenti li lasceranno probabilmente scadere piuttosto che interromperli attivamente, come dichiarato in precedenza a THR.

Le sospensioni sono state una manovra degli Studios e dei canali di streaming per tagliare i costi durante l’interruzione del lavoro. Con la conclusione dello sciopero della WGA, inizia ora la corsa al ripristino dei contratti e alla ripresa della produzione di serie e film, mentre il sindacato degli interpreti, SAG-AFTRA, rimane in sciopero.

Traduzione di Pietro Cecioni