Primo e Uno Maggio: tra mondine, operai e cantautori. Quando la canzone è un’arma di protesta sociale

Negli anni di piena contestazione, Rino Gaetano racconta di quel fratello figlio unico “sfruttato, mal pagato e frustrato”. L'arte, come sempre, fa da voce a chi l’ha persa, a chi non sa come esprimerla. Ne sono prova i due grandi concerti di Roma e Taranto, che animeranno le piazze italiane, come occasione di riflessione sulle condizioni lavorative attuali

“Gli operai hanno addosso una forza tremenda, che può rovesciare questo mondo di merda che noi alimentiamo e non si ferma mai”, cantava Giorgio Gaber nel suo Dialogo tra un impegnato e un non so, un racconto operaio figlio degli anni Settanta e dell’attivismo politico di quegli anni, in cui il cantautore milanese racconta la working class e lo sfruttamento filtrati dall’ironia e dalla retorica.  Segno che la scrittura in musica, espressione collettiva per antonomasia, sa essere anche – o forse, innanzitutto – rappresentazione, generazione di unità. Soprattutto il Primo Maggio.

Sin da sempre la musica si lega alle lotte operaie. Parla di lavoro, ma lo crea anche: racconta le idiosincrasie dei sistemi e le decostruisce. Si pensi ai canti di protesta dei minatori nel diciannovesimo secolo o delle mondine, al blues degli schiavi nei campi di cotone, alle ballate folk degli anni Sessanta e alle prime work anthems di Bob Dylan. La musica è la più diretta tra le messe in atto dell’energia e delle cause motrici della classe operaia e dei lavoratori.

Lavoratori e musica: un sodalizio inestricabile

Ecco allora che le canzoni diventano fogli per dar vita a singole esistenze che si fanno collettive, e non serve andare oltreoceano per vederle rappresentate. Negli anni di piena contestazione e di rivolta sociale, Rino Gaetano racconta di quel fratello figlio unico “sfruttato, mal pagato e frustrato”. O la storia di Agapito Malteni, che “era un ferroviere, viveva a Manfredonia giù nel Tavoliere” e “ricorda nei suoi occhi nel suo cuore errante Il misero guadagno di un bracciante”, riprendendo in un’operazione meta-musicale La Locomotiva di Guccini. La stessa che “sembrava fosse un mostro strano che l’uomo dominava con il pensiero e con la mano”, nella storia di uno, nessuno e centomila uomini sconosciuti, uniti dalla sola professione.

Fabrizio De André importa in Italia il concetto di concept album, e lo fa con il capolavoro di Storia di un impiegato, lp aperto da Canzone del maggio – e da quel famoso “Per quanto voi vi crediate assolti siete per sempre coinvolti” – e chiuso da Nella mia ora di libertà – di una prigionia non così dissimile dalla vita di fabbrica -, quasi a rappresentare il ciclo produttivo costituito da una vita umana. E ancora la presa di coscienza delle derive del capitalismo di Franco Battiato in Gente in progresso, che chiede al suo interlocutore “E tu che fai di sabato in questa città dove c’è gente che lavora per avere un mese all’anno di ferie?”

Rino Gaetano a Sanremo 1978

Rino Gaetano a Sanremo 1978

Musica e lavoro si intersecano, si raccontano a vicenda. E l’arte, come sempre, fa da voce a chi l’ha persa, a chi non sa come esprimerla. II Primo Maggio, in questo senso, è espressione diretta di questa forza: ne sono prova i due grandi concerti di Roma e Taranto che animano le piazze nazionali nel giorno della festa dei lavoratori: occasioni di riflessione sulle condizioni di lavoro e di giustizia sociale del nostro paese, con la musica come denominatore comune trainante.

Ermal Meta

Ermal Meta conduttore del Primo Maggio

Il concerto del Primo Maggio di Roma: nove ore di musica

Il concerto del Primo Maggio è diventato nel corso degli anni un appuntamento fisso per celebrare la festa dei lavoratori. Dopo tre decadi in piazza San Giovanni, il consueto Concertone si trasferisce ora al Circo Massimo. “Costruiamo insieme un’Europa di pace, lavoro e giustizia sociale” è la call to action del Primo Maggio 2024, e nove ore di musica comporranno la lineup della trentaduesima edizione del live gratuito più grande d’Europa, che affronterà il tema della sicurezza sul lavoro e delle condizioni fatiscenti di tante infrastrutture professionali.

Achille Lauro

Achille Lauro

Sul palco si alterneranno: Achille Lauro, Alda, Anna Castiglia, Ariete, Bigmama, Bloom, Caffellatte & Giuze, Chiamamifaro, Coez & Frah Quintale, Colapesce Dimartino, Cor VelenoCosmoDargen D’amicoDitonellapiaga, Ermal Meta, Ex-Otago, Geolier, La Municipal, La Rappresentante Di Lista, Leo Gassmann, Lina Simons, Mahmood, Malika Ayane, Maria Antonietta E Colombre, Mazzariello, Mille, Morgan, MottaNegramaroNoemi, Olly, Piero Pelù, Piotta, Rosa Linn, Rose Villain, Santi Francesi, Stefano Massini e Paolo Jannacci, Tananai, Teseghella, Tripolare, Tropico, Ultimo, Uzi Lvke, Vale Lp.

Noemi

Noemi conduttrice del Primo Maggio

Uno Maggio illumina Taranto: musica, impegno e solidarietà

L’altro grande evento musicale è Uno Maggio.Taranto, con la sua incombente eredità industriale costituisce un centro di riflessione nevralgico e fondamentale per la tematica del lavoro. “In un momento buio come quello che stiamo vivendo, Uno Maggio Taranto vuole essere più che mai un grido di resistenza, presenza civica, vicinanza ai movimenti che lottano ogni giorno”, hanno detto i direttori artistici Antonio Diodato, Roy Paci e Michele Riondino per lanciare l’evento.

I direttori artistici dell'Uno Maggio a Taranto: Antonio Diodato, Michele Riondino e Roy Paci

I direttori artistici dell’Uno Maggio a Taranto: Antonio Diodato, Michele Riondino e Roy Paci

Tra gli artisti che si esibiranno: Area (in occasione dell’anniversario dalla scomparsa di Demetrio Stratos), Brunori Sas, Serena Brancale, Cristiano Cosa, Frenetik, Valerio Lundini e I VazzaNikki, Mannarino, Mama Marias & Don Ciccio, Marlene Kuntz, Gabriella Martinelli, Francesca Michielin, N.A.I.P., Emma Nolde, Willie Peyote, Selton, Terraross, Tre allegri ragazzi morti e i vincitori del contest Musica ControLeMafie, i Malvax. Ad accompagnarli, la Uno Maggio Orchestra, con Roberto Angelini alle chitarre, Fabio Rondanini alla batteria, Gabriele Lazzarotti al basso, Adriano Viterbini alle chitarre, Andrea “Fish” Pesce alle tastiere, Rodrigo D’Erasmo al violino, Vincenzo Lato alle percussioni, Francesco Fratini alla tromba, Simone Alessandrini al sax e Tahnee Rodriguez ai cori.

Valerio Lundini

Valerio Lundini

“Vogliamo poter dire con fiducia a chi guarda al domani: ‘Sogna, ragazzo sogna!’”, ha spiegato il Comitato dei Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, citando una bella canzone di Roberto Vecchioni. Proprio per ritornare a quel concetto di musica collettiva, come espressione di giustizia sociale, affinché: “la cultura sia l’arma unica ed efficace per difendere la pace. Che restituisca l’importanza cruciale alla memoria affinché quello che è stato non debba ripetersi mai più”.