Julianna Margulies: “Negli Stati Uniti i filopalestinesi neri e Lgbt hanno subito un lavaggio del cervello”

L'attrice di The Morning Show si sfoga sul conflitto Israele-Palestina. Sui social volano le critiche da parte degli utenti: "discorso razzista, triste e controproducente", "non ho mai sentito qualcuno con più voglia di sparare un insulto"

Julianna Margulies ha denunciato la mancanza di sostegno della comunità nera e Lgbtqia+ a Israele nella sua lotta contro Hamas e ha suggerito che alle persone pro Palestina è stato fatto il “lavaggio del cervello”. Queste sue dichiarazioni sono del 21 novembre, quando l’attrice è stata ospite del podcast The Back Room with Andy Ostroy.

Prima che il suo sfogo sul conflitto tra Israele e Hamas prendesse il sopravvento, Margulies ha parlato del suo ruolo in The Morning Show. L’attrice ha esordito dicendo che secondo lei l’aumento dell’antisemitismo negli Stati Uniti in queste ultime settimane è stato favorito da Donald Trump, che ha legittimato i manifestanti neonazisti di Charlottesville nel 2017.

Lo sfogo di Margulies

L’attrice si è detta intristita dal fatto che la comunità nera e quella Lgbtqia+ non si siano schierate con Israele, quando negli Stati Uniti gli ebrei hanno sempre sostenuto le lotte delle altre minoranze. “Ho marciato per Black Lives Matter. Quando c’è stato il caso di George Floyd, ho messo una schermata nera sul mio Instagram, per sostenere i miei fratelli e sorelle neri”, ha detto Margulies.

“Quando le persone queer vengono attaccate, io corro. Ho fatto uno spot per i matrimoni omosessuali con mio marito nel 2012. Sono la prima a saltare su quando qualcosa non va, come credo sia la maggior parte degli ebrei, perché siamo stati perseguitati dall’inizio dei tempi, non solo dalla seconda guerra mondiale, ma davvero dall’inizio dei tempi, quando abbiamo vissuto in Israele molto prima di chiunque altro”.

L’attacco a TikTok

Margulies ha poi affermato che l’attuale sentimento anti-israeliano tra i giovani è dovuto a TikTok. “Immagino cosa stia succedendo ai pazzi là fuori che si informano su TikTok, che secondo me – dopo tutta questa storia della lettera di Osama bin Laden – dovrebbe essere vietato”.

L’attrice ha in seguito lanciato un monito anche ai giovani progressisti: “Sono proprio quei ragazzi, quelli che usano i pronomi, che sputano questo odio antisemita e non hanno idea di che cosa gli succederebbe se mettessero piede in un paese islamico. Queste persone che vogliono che li chiamiamo con il “they/them”, o in qualunque modo vogliono essere chiamati, cosa che io ho fatto con rispetto perché sono dell’idea che ognuno sia chiunque voglia essere. Sono quelle persone che saranno le prime a essere decapitate e le cui teste saranno usate come pallone da calcio. Terroristi che non vogliono che le donne abbiano i loro diritti, non vogliono che le persone queer li abbiano. È questo che state sostenendo?”.

Margulies contro la comunità nera

Margulies ha continuato durante l’episodio a lanciare invettive. “Sapete, c’era un film proiettato da un club di lesbiche nere nel campus della Columbia e hanno messo dei cartelli che dicevano che gli ebrei non erano ammessi”, ha ricordato facendo riferimento a un articolo del New York Post. “E come persona che interpreta una giornalista lesbica in The Morning Show, sono più offesa da questo fatto come lesbica che come ebrea, ad essere onesti”.

Ha continuato: “Voglio dire a queste persone: ‘Idiote del cazzo, non esistete per Hamas. Siete ancora più in basso degli ebrei, per Hamas. A) Siete nere. B) Siete gay, e state voltando le spalle alle persone che vi sostengono. Perché gli ebrei si stringono attorno a tutti’”.

Margulies ha anche usato parole dure nei confronti di Hollywood per non essersi schierata più apertamente a favore di Israele, dicendosi “sbalordita dal settore”. “Riuscite a immaginare la WGA che non rilascia una dichiarazione dopo George Floyd?”, ha detto. “E invece, quando si è trattato degli ebrei è successo. A proposito, tutto il nostro grande materiale televisivo proviene in gran parte dagli ebrei”. Si è detta anche disgustata dal silenzio del movimento MeToo sugli attacchi di Hamas.

La denuncia: è un problema di istruzione

La conversazione si è poi spostata sulla formazione scolastica e sulla presunta mancanza di istruzione sull’Olocausto negli Stati Uniti. Margulies ha parlato a lungo del documentario di Ken Burns The U.S. and the Holocaust, che mostra come Adolf Hitler abbia guardato al Sud degli Stati Uniti dell’era Jim Crow per trovare idee sulle politiche razziali in Germania negli anni Trenta, che avrebbero poi portato all’Olocausto.

Si è soffermata quindi sul Movimento per i diritti civili e ha affermato che “gli ebrei sono stati quelli che hanno camminato fianco a fianco con i neri per combattere per i loro diritti. E ora la comunità nera non ci accetta e non ci dice ‘siamo al vostro fianco come voi siete stati al nostro fianco’? Gli ebrei sono morti per la loro causa. Dov’è la lezione di storia in questo? Chi la insegna a questi ragazzi?”.

E ha aggiunto: “Perché il fatto che l’intera comunità nera non sia al nostro fianco, per me, vuol dire che non lo sanno o che gli è stato fatto il lavaggio del cervello per odiare gli ebrei”.

Una Margulies decisamente arrabbiata ha poi esclamato: “Ecco cosa mi uccide. Questi ragazzi chiamano gli ebrei colonialisti. Se volete fare questo ragionamento, ragazzi, allora andatevene dall’America. Perché non siete arrivati per primi. I nativi americani erano qui per primi e voi dovete loro delle fottute scuse”.

La reazione sui social network

Sebbene la puntata del podcast sia stata pubblicata il 21 novembre, gli spezzoni dell’episodio sono stati diffusi sui social media solo giovedì 30 novembre e hanno suscitato una reazione furiosa su X, Instagram e altre piattaforme, con molti che hanno criticato il tono di Margulies nel parlare della comunità nera e Lgbtqia+ e l’idea che la solidarietà dovrebbe essere incondizionata.

Scrivendo su X, l’editorialista del Washington Post Karen Attiah ha scritto: “Vorrei poter dire che la sfuriata razzista di Julianna Margulies contro i neri è un caso isolato. Ma come ho già detto, ho sentito questo stesso sentimento da ambienti apparentemente liberal. La solidarietà con i neri è di facciata. Dovremmo essere grati destinatari di gesti caritatevoli”.

“Non ho mai sentito qualcuno con più voglia di sparare un insulto di Julianna Margulies in quel piccolo podcast che ha fatto”, ha twittato Joel Kim Booster, stand-up comedian e sceneggiatore e protagonista di Fire Island, nominato a due Emmy Awards.

 

Eric Deggans, critico di Npr, ha scritto su X: “Coloro che traggono vantaggio dall’oppressione di gruppi emarginati vogliono che litighiamo tra di noi su chi è più oppresso invece di combattere loro. Quindi i suoi commenti, se sono veri, sono controproducenti e tristi”.

The Hollywood Reporter ha contattato i rappresentanti di Margulies per un commento sulle critiche e per un chiarimento sulle sue osservazioni sul sostegno dei neri alla Palestina, senza ricevere risposta.

 

Traduzione di Nadia Cazzaniga