Kanye West si scusa per i suoi commenti antisemiti. “Uno sfogo involontario”

"Il vostro perdono è importante per me e mi impegno a fare ammenda e a promuovere l'unità" ha scritto sui social il rapper, che ora si fa chiamare solo Ye, chiedendo perdono per alcune recenti dichiarazioni in vista dell'uscita del nuovo album Vultures

È apparsa direttamente in ebraico la dichiarazione che Ye, il rapper precedentemente noto come Kanye West, ha voluto rilasciare sul suo profilo Instagram per scusarsi dei suoi numerosi commenti antisemiti nel corso dell’ultimo anno.

Tra questi, uno dei più recenti risale all’inizio di dicembre a Las Vegas, dove invocando Hitler e Gesù Cristo ha parlato della perdita di sponsorizzazioni e collaborazioni in vista dell’uscita del nuovo album Vultures, come riportato da Rolling Stone.

Vultures e il cambio di rotta

Proprio il nuovo progetto discografico sembra il motivo del rapido cambio di passo del rapper. Per evitare un flop, forse. Dal titolo dell’album che uscirà il 12 gennaio, letteralmente avvoltoi, si può ipotizzare che Ye affronti proprio nei nuovi testi le precedenti critiche ricevute. Il progetto discografico, inoltre, vede la partecipazione di Ty Dolla $ign, Lil Durk e Bump J.

Ye, che ha cancellato tutti i suoi precedenti post su Instagram lasciando solo le sue recenti scuse, ha scritto martedì 26 dicembre di essersi pentito del suo “sfogo improvvisato”, alludendo apparentemente all’evento di Las Vegas, come tradotto dal Jerusalem Post.

“Mi scuso sinceramente con la comunità ebraica per il mio sfogo imprevisto dovuto alle mie parole o alle mie azioni. Non era mia intenzione ferire o mancare di rispetto e mi pento profondamente per il dolore che posso aver causato. Mi impegno a imparare da questa esperienza per garantire una maggiore sensibilità e comprensione in futuro. Il vostro perdono è importante per me e mi impegno a fare ammenda e a promuovere l’unità”.

Cosa è successo a Las Vegas

Durante l’evento di Las Vegas, Ye è stato ripreso mentre si rivolgeva a personaggi come Drake, Jay-Z, Travis Scott, Ari Emanuel e ad aziende come Balenciaga e Adidas (quest’ultima tra quelle che hanno abbandonato il rapper per i suoi commenti antisemiti l’anno scorso).

Nel suo discorso, Ye è arrivato ad affermare che la comunità “ebraico-sionista” controlla istituzioni come ospedali e scuole private. Ha attaccato le aziende che lo hanno abbandonato, rivolgendo la sua sfuriata direttamente ad Ari Emanuel, amministratore delegato della celebre agenzia William Morris, alimentando così un clima già teso nell’opinione pubblica statunitense, a causa della guerra tra Israele e Hamas. Nonostante i commenti di Ye risalgano anche a diversi mesi fa.

 Ye e le collaborazioni interrotte

Prima dell’evento di Vultures, Ye ha dovuto affrontare numerose critiche da parte dell’industria discografica, arrivando a tagliare molti ponti a causa delle svariate dichiarazioni antisemite rilasciate sui social media, nei video e nelle interviste. Gran parte di queste critiche sono scaturite dopo che, usando uno stereotipo antisemita e complottista, ha affermato di essere stato messo in cattiva luce da non meglio precisate personalità ebraiche al potere.

L’azienda di abbigliamento Gap come anche l’agenzia hollywoodiana CAA e altri hanno interrotto i rapporti con il rapper, mentre Twitter (ora X) e Instagram hanno bloccato gli account di Ye dopo la sua dichiarazione. Celebrità come Jamie Lee Curtis si sono schierate contro i suoi “ripugnanti” post. Lo studio Mrc ha interrotto la produzione di un documentario sulla sua vita, mentre l’amministratore delegato di Spotify Daniel Ek ha criticato le dichiarazioni di Ye, ma si è rifiutato di rimuovere la sua musica dalla piattaforma di streaming senza una diretta richiesta dell’etichetta.

LeBron James e Maverick Carter lo scorso ottobre hanno deciso di non pubblicare l’episodio del loro podcast The Shop con Ye ospite, a causa dei suoi discorsi d’odio, non meglio specificati. Mentre nello stesso mese un episodio del video podcast di Drink Champs è stato ugualmente pubblicato nonostante un intervento in cui il rapper condivideva teorie cospirative sulla morte di George Floyd, oltre a ripetere cospirazioni antisemite nel corso dell’intervista.

Sempre a ottobre in un’intervista per Piers Morgan Uncensored, Ye ha ribadito sia le sue teorie sulla morte di Floyd sia la convinzione di essere stato danneggiato da un complotto dei potenti ebrei, definendo quest’ultima situazione come “un trauma subito”.

I precedenti

Ye non è nuovo a dichiarazioni sconcertanti. Nel dicembre 2022, è apparso in un’altra intervista con Alex Jones in cui ha dichiarato: “Vedo cose buone in Hitler”, aggiungendo che i nazisti “hanno fatto anche cose buone”. Costringendo così anche il presidente Joe Biden a rilasciare una dichiarazione su X (ex Twitter) per denunciare il negazionismo dell’Olocausto.

Le prime dichiarazioni pubbliche antisemite di Ye risalgono al 2013, quando in un’intervista a The Breakfast Club disse che “i neri non hanno lo stesso livello di conoscenze degli ebrei”, aggiungendo: “Non siamo ebrei. Non abbiamo una famiglia che ha soldi come quella”. In risposta alle critiche ricevute all’epoca, Ye ha dichiarato a una stazione radiofonica di Chicago che non lo intendeva come un insulto. Secondo la testata Haaretz, si trattava solo di un “complimento ignorante”.

Traduzione di Pietro Cecioni