Ryan Gosling vince il Kirk Douglas Award e racconta (anche) il suo passato di turpiloquio e da cantante di matrimoni

La star di Barbie è stata premiata sabato 13 gennaio dal Santa Barbara Film Festival, dove ha ricordato quando ha scoperto per la prima volta il suo amore per i film, che gli hanno insegnato "a sognare, o comunque a sognare più in grande". E anche di quando quei maestri, "dei rigidi figli di... ah, ok" dissero a sua madre che suo figlio, che frequentava la terza elementare, aveva un problema con le parolacce

Ryan Gosling è stato premiato dal Santa Barbara Film Festival sabato 13 gennaio e ha usato il suo discorso per riflettere sul lungo percorso che l’ha portato a diventare Ken.

Dopo aver ricevuto il Kirk Douglas Award for Excellence in Film durante una cena a Santa Barbara, Gosling ha ricordato come “fino a questo momento ho sempre pensato solo a quanto il cinema avesse fatto per me, non avevo mai pensato a cosa avessi fatto io per il cinema”.

Ha ricordato quando era in terza elementare, aveva un problema con le parolacce (“Non pensavo che fosse un problema, ma i miei insegnanti lo pensavano e io pensavo che fossero un gruppo di rigidi figli di… ah, ok”) e faceva fatica a scuola, finché uno dei suoi insegnanti aveva iniziato a programmare visite settimanali alla biblioteca e aveva fatto un accordo per cui per ogni libro che l’attore leggeva poteva noleggiare un film dalla collezione della biblioteca.

Gli irresistibili aneddoti di Ryan Gosling

I film “allargavano i miei orizzonti, ma mi insegnavano anche a sognare, o comunque a sognare più in grande”, ha continuato Gosling. “L’intera esperienza, i registi, gli attori che creavano le loro storie, mia madre che mi ha tolto da scuola per mostrarmi come creare la mia storia… anche in tenera età il cinema aveva aperto una porta che conduceva a un mondo in cui sognare a occhi aperti non significava perdere tempo, ma fare il proprio lavoro. Un lavoro che non vedevo l’ora di fare, un lavoro che ho iniziato a fare subito, se mettiamo nel conto anche le volte in cui mi mettevo i pantaloni con cavallo basso e andavo a ballare al centro commerciale, o cantavo When a Man Loves a Woman ai matrimoni durante il lancio della giarrettiera”.

Gosling ha anche reso omaggio alla regista di Barbie, Greta Gerwig, presente all’evento, sottolineando che non ha mai permesso al cast del film di dimenticare quanto siano fortunati a lavorare a Hollywood: “Io, per esempio, sono stato così fortunato. Ho potuto andare sulla luna, essere un rapinatore di banche in moto o un autista per la fuga dei propri complici, ballare il valzer tra le stelle, fare l’insegnante di scuola elementare – anche se dipendente dal crack -, diventare un replicante del futuro, un gangster del passato, uno stuntman dal cuore spezzato e più di recente, grazie a Greta, “bambolotto asessuato di 70 anni”, ha detto ridendo dal podio.

Dicono di lui

Gerwig ha consegnato a Gosling il premio, elogiando la sua interpretazione di Ken e lodando il fatto che “è una combinazione geniale, così deliziosa e inaspettata”.

“Ryan Gosling ha l’intensità bruciante di Marlon Brando, la squisita comicità di John Barrymore, il tragico realismo di Montgomery Clift, il virtuosismo da intrattenitore di John Travolta e l’arguzia di Gene Wilder”, ha aggiunto Gerwig.

Anche Steve Carell, che ha lavorato con Gosling in Crazy Stupid Love e La grande scommessa, era lì per parlare della star, e ha ricordato che una volta i due stavano discutendo dei loro programmi per il fine settimana e Gosling ha detto che la sua band avrebbe suonato in un centro per anziani a Glendale quel venerdì sera.

“Non è adorabile? Una star del cinema avrebbe raccontato questa storia in un talk show, l’avrebbe usata, l’avrebbe sfruttata, l’avrebbe monetizzata, magari sarebbe diventata virale come GIF o meme, #RyanAlCentroAnziani”, ha ironizzato Carell.

“Ma non Ryan Gosling, l’ha fatto solo per rendere felici dei vecchietti. E lo trovo fastidioso da morire”.

Traduzione di Nadia Cazzaniga